IL NAPOLI RISORGE IN EXTRA TIME, L’INTER PERDE A TORINO, LAZIO BATTE UDINESE

Il Napoli supera il Chievo al San Paolo in un finale batticuore che mantiene in corsa gli azzurri nella lotta per lo scudetto. Diawara al 93′ segna il gol del 2-1 ribaltando il vantaggio iniziale dei veronesi e riportando il Napoli a meno 4 dalla Juve. La squadra di Sarri risponde così alla vittoria della capolista ieri a Benevento. Gli azzurri sprecano diverse occasioni da gol e falliscono anche un rigore con Mertens. Concedono poi al Chievo, con un errore difensivo, la palla dell’1-0 al 25′ del secondo tempo con il polacco Stepinski. Ma ci pensa un altro polacco, Milik, a due minuti dalla fine a riportare gli azzurri in parità. Il San Paolo passa dalla depressione all’attesa del miracolo che arriva con Diawara all’ultimo minuto dei tre di recupero. I 45mila dell’impianto di Fuorigrotta esplodono in una gioia irrefrenabile. Ma nella giornata della festa da registrare anche battibecchi tra una parte del pubblico e Insigne che risponde stizzito.


La Lazio passa a Udine nel posticipo pomeridiano della 31/a giornata di serie A e agguanta la Roma al terzo posto, sfruttando la sconfitta dei giallorossi con la Fiorentina. All’Udinese non basta Lasagna e un discreto avvio di gara per evitare l’ottava sconfitta consecutiva, record negativo assoluto.  L’avvio di gara è dell’Udinese che insieme con Lasagna ritrova anche gioco e gol. Oddo sposta qualche pedina nel suo 3-5-2, avanzando Larsen sulla fascia a metà campo, mettendo al suo posto Nuytinck nel trio di difesa con Danilo e Samir e componendo la coppia d’attacco Maxi Lopez-Lasagna. Il piglio con cui i bianconeri sono disposti in campo, con 11 diverse maglie delle stagioni passate per l’iniziativa Dacia The Auction, è quello giusto. Pronti a ripartire in contropiede per cercare di prendere in infilata una Lazio che tiene subito in mano il pallino del gioco. Una Lazio in cui Inzaghi fa rifiatare Basta e Radu a seguito della gara di Europa League, dopo aver rinunciato anche a Parolo, alle prese con un problema all’inguine, pur di non rischiarlo in vista del ritorno di coppa.

E’ l’Udinese a portarsi così subito meritatamente in vantaggio proprio grazie a Lasagna, servito in area da un cross perfetto di Stryger Larsen, bravo a lavorare un pallone sulla fascia destra. L’attaccante bianconero raccoglie e in tuffo, di testa, spedisce nell’angolino, tornando al gol nella prima partita da titolare dopo l’infortunio e salendo a quota 8 gol stagionali. Il vantaggio bianconero dura poco. Prima della mezz’ora Immobile rimette i conti in pari intervenendo in area sulla traiettoria di un tiro errato di Lulic e superando Bizzarri che già al 21′ aveva salvato la propria porta bloccando sulla linea un colpo di testa di Leiva sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

Il gol arriva tra le proteste vibranti dell’Udinese che chiedeva un fallo di Marusic su Barak all’inizio dell’azione. Ma viene convalidato dal direttore di gara dopo un silent check al Var. Tempo 10 minuti e la Lazio raddoppia con Luis Alberto che di destro, su assist di Immobile, infila tra palo e portiere. Da questo momento in poi la Lazio riprende in mano il controllo della partita e rallenta il ritmo, dando comunque l’impressione di poter affondare da un momento all’altro il possibile colpo del ko decisivo. Rischi scongiurati in almeno un paio di occasioni da altrettanti interventi decisivi di Danilo, ma l’Udinese ha perso la veemenza e l’incisività dei primi minuti di gara.

La grande chance per la Lazio di chiudere i giochi ce l’ha sul destro Marusic al 33′ della ripresa, ma Bizzarri riesce a deviare in angolo il diagonale altrimenti destinato a entrare in rete. Le speranze dell’Udinese di evitare l’ottava sconfitta consecutiva, invece, si spengono al 44′ quando un tiro insidioso di Jankto colpisce l’esterno della rete, dando solo l’illusione del gol.


Si ferma al cospetto del muro difensivo del Torino la corsa dell’Inter di Spalletti, che non sfrutta il ko di ieri della Roma fallendo l’aggancio ai giallorossi al terzo posto in classifica e mettendo a rischio il quarto. Finisce 1-0 allo stadio Grande Torino per la squadra di Mazzarri, brava a capitalizzare al meglio il gol realizzato al 36′ del primo tempo da Ljajic, uno dei tanti ex della partita, in una delle poche sortite offensive dei granata.

Il pallino del gioco è rimasto saldamente nelle mani dei nerazzurri fin dal primo minuto, sfortunati in diverse situazioni, come sulla traversa di Perisic nel primo tempo e sul palo di Rafinha nella ripresa. Perisic è stato il protagonista in negativo del gol vittoria dei granata, prima perdendo la palla in attacco, quindi nel tentativo di recupero toccando la palla a Belotti da cui è scaturito un lancio per De Silvestri, bravo a servire Ljajic davanti alla porta di Handanovic.

Torino che non vinceva in casa con l’Inter dal 27 febbraio 1994, un 2-0 firmato in panchina da Emiliano Mondonico: i tre punti conquistati permettono alla squadra di Mazzarri di avvicinarsi a soli tre punti da Atalanta, prossima avversaria dell’Inter, e Sampdoria, ma sempre a cinque dalla Fiorentina e dal settimo posto che vale l’Europa. Il grande protagonista della partita è stato il portiere granata Sirigu, migliore in campo grazie e muro invalicabile per l’Inter: strepitosa la sua parata al 13′ del primo tempo su una girata di Icardi, tolta dall’incrocio dei pali con un volo spettacolare, primo di una serie di interventi da grande portiere.

Impietoso il confronto della produzione offensiva delle due squadre, con il computo dei corner sul 16-2 in favore dei nerazzurri e quello dei tiri in porta sul 9-2: i granata hanno interpretato una partita difensivamente perfetta, blindando la porta grazie al già citato Sirigu ma anche ai tre centrali N’Koulou, decisivo nel togliere la palla gol a Gagliardini sulla linea di porta, Burdisso e Moretti. Sottotono la prova di Icardi e Candreva, che hanno avuto le occasioni giuste per sbloccare il risultato, specialmente nel primo tempo, non riuscendo però a trovare la via del gol. Spalletti ha cambiato in corso d’opera il volto dell’Inter, inserendo prima Rafinha, autore di una prova comunque convincente, e Karamoh, pericoloso in attacco oltre che predisposto al sacrificio in fase difensiva. L’ultima mezz’ora di partita è stata un cruento assedio al fortino granata, senza riuscire a infrangere la barriera difensiva del Torino.