BIGON: “VERONA CLUB GIUSTO PER ME, NEL 2010 PROVAI A PRENDERE BALE, CAVANI BELLA OPERAZIONE, VARGAS? VALE MOLTO DI PIU’ DI 11 MLN”

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L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport propone un’interessante intervista al neo-ds del Verona Riccardo Bigon che parla della nuova esperienza gialloblù ma anche dell’addio al Napoli: “E’ il club giusto per dare continuità al mio modo di lavorare: filosofia aziendale moderna, grandi possibilità di sviluppo nel futuro e dopo 100 punti in due stagioni è l’ora di consolidarci. Un passo indietro? Assolutamente no, altrimenti non l’avrei fatto. Ho firmato per 3 anni e credo nella crescita sia del club sia personale. Tra febbraio e marzo ho fatto un bilancio e pensato che era il momento di prendere una strada nuova. Quando sono arrivato il Napoli era 141° nel ranking Uefa, ora è al 20° posto, il valore della rosa è salito da 100 a 250 milioni, 6 qualificazioni di fila in Europa e titoli: merito di tutti, sia chiaro. L’ultimo anno? C’era un’aspettativa iniziale troppo elevata e in una stagione considerata negativa abbiamo vinto la Supercoppa Italiana e raggiunto le semifinali di Europa League e Coppa Italia”. 

Sulla possibilità di andare con Benitez al Real Madrid: “Gli ho detto no senza che me lo chiedesse… (ride). Aveva un’offerta del West Ham e lì c’era stato un certo discorso. Poi quando è venuto fuori il Real, ho bussato alla sua stanza e gli ho detto: ”Mister, io a Madrid non vengo, perché un giorno voglio raccontare ai nipotini di aver rifiutato il Real”. La verità è che non mi ha chiesto di seguirlo…”. Sui ricordi napoletani: “Il sole, il mare e l’affetto della gente: l’addio in sede tra le lacrime non lo dimenticherò. Il traffico non mi mancherà. Qualche colpo? Nel 2010 cercai di prendere Bale quando faceva panchina al Tottenham. Cavani preso per 17 milioni e rivenduto a 62 è stata una bella operazione. Anche Fernandez pagato 2 e venduto a 10. Vargas? Colpa mia. E’ arrivato in Italia nel momento sbagliato, quando non c’erano le condizioni per dare il meglio. E la falsa partenza ha condizionato anche i giudizi: lo pagai 11 milioni, ora ne vale molti di più”.

Sul suo metodo di lavoro: “Condividere sempre le scelte col mio staff e creare le migliori condizioni possibili per allenatore e calciatori. A Napoli con i miei collaboratori (Micheli, Mantovani e Zunino, che lo hanno seguito anche a Verona, ndr) abbiamo creato un software che dà in pochissimo tempo i profili adatti alle necessità del tecnico. Le faccio un esempio. Londra, prima riunione tecnica con Benitez: ci diede delle indicazioni sul tipo di giocatore che cercava e il pomeriggio stesso puntammo su Mertens e Callejon”.

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