CALCIOPOLI,NON SERVIVA UNA SENTENZA di Massimo Zampini

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Sia chiaro: non serviva un processo, avremmo potuto risparmiarci le varie udienze, il passaggio di tanti testimoni illustri, i soliti titoli che scambiano volentieri le tesi dell’accusa per la sentenza del giudice.Luciano Moggi, nel dire in una trasmissione televisiva che i dirigenti dell’Inter parlassero con arbitri e designatori, che una telefonata prima di un Inter-Cagliari di Coppa Italia fosse quantomeno un sollecito ad avere una certa attenzione, che insomma certi comportamenti fossero davvero diffusi non solo tra i delinquenti da prima pagina, ma anche tra i super onesti da trafiletto, non ha diffamato Facchetti.Non si conoscono ancora le motivazioni, ma al momento la certezza è che dire queste cose non è diffamatorio.Non serviva una sentenza, non ci sposta nulla. Chi ha ascoltato le telefonate senza pregiudizi, chi ha voluto capire come funzionasse un certo sistema, senza limitarsi ai titoloni del 2006 in cui si era finalmente individuato il nemico da abbattere, alla sentenza non era minimamente interessato.In quella telefonata (ma ce ne sono varie altre, per chi avesse voglia di interloquire sul tema senza ripetere i luoghi comuni del 2006), Facchetti ricorda al designatore Bergamo lo “score” dell’arbitro Bertini con l’Inter, piuttosto deludente fino ad allora: 4-4-4, 4 vittorie 4 pareggi e 4 sconfitte. Bergamo, l’uomo di Moggi, gli risponde che allora è il caso di fare arrivare a 5 la casella giusta, quella delle vittorie.La sera Bertini chiama il designatore, lamentandosi dell’ingresso nello spogliatoio prima della partita del dirigente nerazzurro, che gli ricorda quei precedenti non proprio lusinghieri.A fine gara, il presidente del Cagliari si lamenta dell’arbitraggio. Repubblica, il 12 maggio 2005, racconta che la squadra nerazzurra “è stata graziata da Bertini che, al 3′ della ripresa, non se l’è sentita di espellere il portiere Carini reo di un fallo di mani volontario fuori area”.Sia chiaro: gli articoli che commentano le moviole ci interessano poco, Bertini ha fatto il suo, al più infastidito da qualche pressione, ma certamente non ha arbitrato per favorire l’una o l’altra squadra.Ma sia ancora più chiaro, però, che a prescindere dalle valutazioni personali su ogni vicenda moggiana, l’Inter non può e non deve avere in bacheca quello scudetto a tavolino.Non serviva una sentenza, per sapere che da quelle parti dovrebbero ringraziare il cielo (ma anche vicende ben più terrene e persone in carne ed ossa) di non avere subito un processo, di avere potuto conquistare diversi titoli, che mancano in bacheca da decenni, di avere acquistato giocatori top, di avere insomma potuto permettersi qualcosa che in altro modo non sarebbe mai stato possibile.Ma lo scudetto degli onesti, quello del tragicomico “noi vinciamo senza rubare”, quello dello smoking bianco, ecco, se esistesse una FIGC, verrebbe spazzato via già oggi pomeriggio, senza neanche doversi riunire.Per sapere tutto questo non serviva una sentenza, bastava ascoltare qualche telefonata.Ma almeno sappiamo che c’è un giudice a Milano, e dovrà raccontarlo anche chi, in questi 9 anni, ha nascosto la verità. Un po’ per tifo, un po’ per rivincite personale, un po’ per poca professionalità e un po’ perché, in fondo, quel “Moggiopoli” suonava davvero bene.Massimo Zampini @massimozampinii

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