CAOS AVELLINO-BARI, INDAGINI AFFIDATE ALLA PROCURA FEDERALE. ECCO COSA RISCHIA IL CLUB IRPINO

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Sarà la Procura Federale ad accertare eventuali comportamenti gravosi, soggetti alla responsabilità oggettiva dell’Avellino, denunciati dal presidente del Bari Gianluca Paparesta, che ha lamentato, come recita il comunicato ufficiale del Giudice Sportivo, “di essere stato oggetto di insulti, bersaglio di sputi e lancio di oggetti da parte dei sostenitori della squadra irpina”. La trasmissione degli atti al Procuratore Federale, un atto dovuto basato sull’articolo 35 comma 1.1 del Codice di Giustizia Sportiva, ha inaugurato le indagini dell’organo inquirente della Figc che acquisirà le immagini delle telecamere del circuito interno allo stadio al servizio del GOS, il Gruppo Operativo di Sicurezza.

L’iter. Se la Procura Federale dovesse accertare dai filmati l’esistenza di comportamenti effettivamente sanzionabili, scatterebbe il deferimento al Tribunale Federale Nazionale del club biancoverde, che avrebbe successivamente la possibilità di adire la Corte Federale d’Appello in sede di revisione del giudizio emesso in primo grado. Le indagini dovrebbero concludersi nel giro di un mese con il deferimento o meno della società di patron Taccone al TFN.

I rischi. “Per i fatti violenti commessi dai sostenitori di cui al comma 1 dell’articolo 14 del Codice di Giustizia Sportiva chiamato in causa dal Giudice Sportivo nel comunicato – spiega a Irpinianews il dirigente irpino nonché esperto di dinamiche dell’ordinamento sportivo Bruno Iovino – il comma 2 della medesima disposizione prevede per le società di B un’ammenda da 6mila a 50mila euro ed un’eventuale diffida. E’ da escludere la disputa di una o più partite a porte chiuse, dal momento che sull’Avellino non pende alcuna diffida (come recita sempre il comma 2 dell’articolo 14, ndr). La norma parla chiaro ed è stata richiamata in maniera precisa dal Giudice Sportivo”.

fonte: www.irpinianews.it

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