FRATTESE, LIQUIDATO: “IN DISCUSSIONE FIN DAL PRIMO GIORNO DELLA SCORSA STAGIONE, A FRATTA QUALCUNO NON CONOSCE LA MIA STORIA”

Non usa mezzi termini, come gli è consueto, il tecnico della Frattese Stefano Liquidato per difendersi dalle accuse di parte dell’ambiente dopo gli ultimi risultati negativi. Incassata la fiducia formale da parte del club, è ora il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

 LO SFOGO – “Ci siamo confrontati con la società ed i ragazzi. Si sa che io sono in discussione dal luglio del 2015, quando il club aveva messo su la squadra in 10 giorni. Già all’epoca i tifosi dicevano che io ero l’allenatore fallito del San Marco Trotti. Poi i risultati hanno messo a tacere le malelingue. Quindi, non avendo nient’altro da dire, si è sostenuto che fuori casa non davo una certa mentalità vincente alla squadra. Certo, in trasferta non abbiamo lavorato come in casa, ma si dimenticano in fretta troppe cose. Intanto la società aveva intenzione di proporre domanda di ripescaggio, ma c’era quel famoso punto di penalizzazione ereditato da una passata gestione quando eravamo nel periodo di massima ascesa. Poi abbiamo sbagliato due rigori a Reggio e in casa col Noto, non vincendo queste per un dettaglio. Eppure si è continuato a dare la colpa solo a me. Alla fine abbiamo visto che in Lega Pro ci sono andate Reggina e Vibonese che stavano dietro a noi. Non c’è equilibrio: dicono che non ho una mentalità vincente ma, evidentemente, a Fratta qualcuno non conosce la mia storia. Questa storia dice che in passato ho vinto”.

SU MAROTTA E CELIENTO – “Non dobbiamo rimpiangerli. La società ha fatto di tutto per trattenerli ma, di fronte alle sirene della Lega Pro, chi eravamo noi per tarpare loro le ali? Eppure molti dimenticano che, rispetto alla passata stagione, abbiamo fatto per ora più gol. Ne abbiamo presi anche tanti ma, se andiamo a vedere bene, sono arrivati tutti da errori individuali e non di reparto. Ne abbiamo parlato tanto tra di noi. Poi è chiaro che c’è anche una mia responsabilità da cui non fuggo”.

FIDUCIA RINNOVATA – “Fosse temporanea, non servirebbe a nulla. Poi è chiaro che bisogna lavorare di più e lo faremo. Noi viviamo per il calcio, non abbiamo un secondo lavoro. Il mio unico lavoro è questo. Per la Frattese diamo tutto e non può esistere un matto che pensi di risparmiarsi sapendo, l’anno successivo, di andare altrove venendo da un contesto in cui ha fallito e rischiando di guadagnare anche di meno. E lo dobbiamo anche ai tifosi. Anzi, ringrazio quelli che sono venuti fino a San Cataldo facendosi tante ore di viaggio. E mi scuso con loro se, a fine partita, non siamo andati a salutarli”.

Stefano Sica