IL BOLOGNA AMERICANO,SPONSOR,MAGLIA,QUARTIERE GENERALE

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Si comincia sempre con una nuova maglia. Se poi ad accompagnarla c’è un nuovo sponsor, ancora meglio. Il Bologna neopromosso in Serie A, a pochi giorni dall’inizio del campionato, ha svelato il nuovo main sponsor che comparirà sulla maglia rossoblu di questa stagione: la Faac, azienda bolognese leader nella produzione di cancelli automatici.E proprio dallo sponsor si può capire molto del nuovo Bologna, quello del management statunitense che lo sta guidando dallo scorso anno. “Siamo molto contenti di aver chiuso questa partnership con un’azienda di Bologna, ma che ha una dimensione ampia. Nello scegliere il nuovo sponsor, la direzione che abbiamo intrapreso è stata quella di scegliere un’azienda locale radicata nel territorio, ma che compete nel mercato mondiale“. Parola di Claudio Fenucci, ex amministratore delegato della Roma e che oggi ricopre la stessa carica nei quadri rossoblu. Fenucci ha presentato il nuoco accordo nella sede della Faac, nella zona industriale di Bologna. Entrando nella sala stampa, campeggia lo slogan della nuova stagione, We Are One, sotto il quale esiste una sorta di traduzione in dialetto bolognese.

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Da sinistra a destra Fenucci, Malacarne e Winterling presentano la nuova maglia del Bologna con lo sponsor Faac

Una scelta che ancora di più vuole sottolineare la nuova tendenza del marketing in versione bolognese: partire dal territorio, dal legame con la città (e i cittadini, come vedremo), per arrivare alla dimensione internazionale. Magari a quella Coppa dei campioni che il Bologna ha giocato nel 1964-65, giusto 50 anni fa, mentre la Faac veniva fondata. O magari tornare a essere “Lo squadrone che tremare il mondo fa”, soprannome coniato per il club negli anni Trenta, quando la società guidata dal presidente Renato Dall’Ara la guidò a vincere 4 volte lo scudetto e due volte la Mitropa Cup. Nel 1937, alla finale del Trofeo per l’Exposition Internationale “Arts et Techniques dans la Vie moderne”, il Bologna sconfisse il Chelsea, guadagnandosi l’appellativo che ora ricompare sulla maglia firmata Macron, altra azienda bolognese.Intanto, alla Faac ci tengono a precisare che “La scelta di diventare sponsor del club è stata presa dal management, non dalla proprietà, che tutti conoscete” spiega Jacopo Malacarne, direttore di divisione Faac Simply Automatic, riferendosi alle notizie uscite negli ultimi giorni sulla Curia bolognese, che controlla la società dopo una complicata questione giudiziaria (leggi l’articolo di Calcio&Finanza).La scelta è semplicemente legata a questione di affari e di esposizione mediatica. “Il calcio è lo sport più seguito e i media che lo seguono sono i più capillari in Italia: è evidente che si una opzione concreta per noi di Faac a livello di marketing. Siamo interessati al progetto di rilancio del Bologna Calcio, aggiunge Malacarne. Un progetto che se da una parte è legata alla parte tecnica (nelle ultime ore c’è grande fermento in città per l’arrivo di Mattia Destro dalla Roma), dall’altra si piega alle esigenze del pallone moderno. Ovvero: marketing. Per questo in città è arrivato a dirigere il comparto uno che viene definito “guru” del marketing sportivo già da quando arrivò nella Roma di James Pallotta. Parliamo di Cristoph Winterling, già a capo di Adidas Italia e con ruoli anche in Diadora e Infront.

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Il rendering degli interni del Dall’Ara dopo il restyling

Da quando è a Bologna, Winterling si muove in due direzioni. La prima: la “pulizia” del marchio. “Abbiamo scelto di mettere solo uno sponsor sulla maglia, per darle il giusto valore”, spiega. Aggiungendo poi di voler fare lo stesso nello stadio, dove molti loghi pubblicitari verranno rimossi e spostati in altre zone, per ottenere un maggiore “effetto rossoblu” con i nuovi seggiolini. E nell’impianto cittadino del Dall’Ara sono cominciati i lavori, per un totale di circa 4 milioni di euro, compresi l’area hospitality e la tribuna famiglie, dove sono stati venduti già circa 700 abbonamenti. Qui sta la seconda direzione in cui si muove il Bologna: l’attenzione per le famiglie, appunto, che “vanno allo stadio non solo per vedere la partita, ma per vivere un evento. Ci sarà anche il village fuori dallo stadio come lo scorso anno, ha avuto grande successo anche bell’ultimo ritiro estivo”, aggiunge Winterling.Alessandro Oliva

 

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