JUVE IN FUGA, BONUCCI E MORATA STENDONO L’INTER NEL POSTICIPO

Fuori dal campo, fra i tifosi, si continuerà a lottare senza esclusione di colpi, e ad armi pari, fra “cartone”, “Serie B”, “Ceccarini”, “Guido Rossi” e tutto l’armamentario dell’infinito post-Calciopoli. In campo, oggi come oggi, Juve e Inter sono due squadre destinate ad obiettivi diversi, e terribilmente lontane. Il 2-0 firmato Bonucci e Morata manda la Juve temporaneamente a +4 sul Napoli, e l’Inter a -13 dalla vetta. Aggiungeteci il +8 nerazzurro post gara d’andata e avrete 21 punti di differenza in un girone. Si vedono tutti, allo Stadium: l’Inter un po’ resiste, ma non dà mai l’impressione di poterla vincere: le prime parate di Buffon arrivano sul 2-0. Al massimo pareggiare, se la Juve si inceppa. Non si inceppa, non bissa il pareggio di Bologna: ricomincia a correre. Higuain saprà starle dietro?

L’EGO DI LEO — Non c’era probabilmente bisogno di Pep Guardiola per “titillare” l’ego di Leo Bonucci, però quando uno così ti definisce “uno dei miei giocatori preferiti”, qualche effetto deve esserci. Leonardo scende in campo più convinto che mai di sé, prova di tutto e gli riesce di tutto. La gran parte delle cose avviene in fase difensiva, ma eccolo lì a inizio ripresa, a sfruttare un colpo di testa sbilenco di D’Ambrosio su punizione di Dybala. Destro al volo a incrociare, 1-0 ed esultanza sotto la curva. Bonucci match winner e Inter “affossata”, come da intervista della vigilia non esattamente prudente, visti gli standard dei giocatori davanti ai microfoni. Dopo il vantaggio è quasi tutta discesa, poi il 21° gol di un subentrato della gestione Allegri chiude i conti. Lo segna Morata, su rigore (così, per non farsi mancare un po’ di moviola), dopo essersi procurato la massima punizione in un contrasto con Miranda.

DIFESA DA RECORD — Pogba corre spesso palla al piede, ma non trova la giocata da k.o., Alex Sandro spinge e copre, in mezzo la palla gira. Il resto la fa la difesa, che pure perde dopo 36’ il rientrante Chiellini (problema al polpaccio): ottava gara senza prendere gol (non succedeva dal dicembre 2013, record a 9 del 1972), l’imbattibilità di Buffon sale a 746 minuti, con record personale battuto. Il fatto che la Juve passi su un errore difensivo nerazzurro non fa che esaltare il “trova le differenze”, che modulo e atteggiamento non possono mascherare.

IL QUARTO D’ORA — Le squadre scendono infatti in campo a specchio col 3-5-2, ma nei primi 20’ è uno specchio distorcente: le due immagini si assomigliano poco. La Juve parte col piglio con cui aveva finito in Champions, Hernanes già al 5’ fa capire di essere carico (tiro improvviso, mano di Handa, traversa), Murillo nel giro di tre minuti liscia due volte, liberando Mandzukic che non capitalizza. L’Inter balla, aggredita da una Juve che pare aver mutuato dal Bayern l’aggressione immediata della palla, per recuperarla nei primi secondi. Prova a “raggrupparsi” intorno a Miranda, che ferma il fermabile, e la spinta bianconera per un po’ sembra esaurirsi. Ma la ripresa inizia col botto, e l’Inter non sa rispondere.

INTER RISUCCHIATA — La squadra di Mancini ora ha il Milan a un punto di distacco, la terza piazza è lontana 5 lunghezze, che potrebbero diventare sette, se la Fiorentina vincerà domani. I cambi di modulo con Ljajic per l’infortunato Medel, e poi Perisic, portano solo a un paio di tiri nel finale. Icardi ha una sola palla buona, e la sbaglia, Melo fa più confusione che gioco, Kondogbia (meglio che in passato) non si prende certo la squadra sulle spalle. Vecchi problemi, si dirà. Mai risolti, però…

Valerio Clari – gasport