di Andrea De Pauli
MADRID (SPAGNA) – Ben 20 gol tra agosto e febbraio, poi il blackout. L’annata in ‘colchonero’ di Mario Mandzukic verrà ricordata come una stagione interrotta. E dire che non era partita affatto male l’avventura iberica per il bomber croato, chiamato a non far rimpiangere troppo il vecchio idolo del Vicente Calderón, Diego Costa, passato nel frattempo al Chelsea. A Super Mario, infatti, sono bastati appena 2 minuti, per far esplodere la cattedrale biancorossa nel ritorno del derby di Supercoppa di Spagna dello scorso 22 agosto. Tutto subito, quasi ad anticipare la cifra di un’intera stagione, che per i ragazzi di Simeone si sarebbe conclusa con quell’unico titolo, conquistato proprio grazie alla solitaria rete realizzata dal futuro bianconero, dopo l’1-1 dell’andata celebrata al Santiago Bernabeu, nella seconda delle otto stracittadine madrilene disputate nell’arco di appena nove mesi.
MALEDETTA PRIMAVERA – Il 21 febbraio passato, Mandzukic ha insaccato dagli undici metri l’ultimo gol con la ‘camiseta colchonera’. Si trattava della 20ª rete in 25 partite. Numeri da stropicciarsi gli occhi, fino a quel momento, che rimangono, comunque, tutt’altro che malvagi, anche sommando le 18 esibizioni a bocca asciutta che sarebbero seguite. Per spiegare l’improvviso digiuno realizzativo dell’ex Bayern bisogna chiamare in causa diverse componenti, ad iniziare dall’involuzione complessiva che l’Atletico avrebbe vissuto con il passare dei mesi, evidenziata, oltre che dalla precoce eliminazione nei quarti di Coppa del Re contro il Barça e in quelli di Champions contro il solito Real, soprattutto da quel ritardo di 16 punti dai blaugrana al termine della Liga. A posteriori, anche l’acquisto invernale del concorrente Fernando Torres non sembra aver giovato troppo a Super Mario, già non proprio a suo agio nel particolare schema del Cholo, che prevede un unico vero centravanti, affiancato da una seconda punta di movimento come Griezmann e da due false ali come Arda Turan e Koke, che più che a confezionare gli anelati cross si dedicano ad accentrarsi e manovrare. Caratteristiche che non avranno certo fatto scoppiare di gioia un attaccante che, in carriera, ha realizzato di testa quasi il 50% dei suoi 182 gol complessivi. Se, poi, ci si mette pure il persistente problema alla caviglia che l’ha perseguitato per tutta la primavera, il quadro risulta più che completo. Negli annali dell’Atletico, comunque, rimarranno quelle 20 reti confezionate in 43 partite e quell’unico trofeo stagionale, griffato Super Mario. DAL CORRIERE DELLO SPORT

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