LA NDRANGHETA NELLA CURVA DEL MILAN

“Cesate, Senago e poi Solaro. Bandierine sulla mappa dell’hinterland di Milano. Un filo rosso che finisce al primo anello blu dello stadio Giuseppe Meazza. Sponda milanista, gruppi ultras. È la curva, allargata dal secondo al primo anello. Qui, dietro allo striscione Nativi di Milano, un manipolo scalpita: sono i Black Devil. Qualcosa di più di un semplice gruppo organizzato, portano in curva rapporti con la ’ndrangheta che conta in Lombardia e conoscenze con ex dirigenti rossoneri, nonché ex campioni del Milan di Sacchi come Filippo Galli”. Apre così l’edizione odierna del Fatto Quotidiano che indaga i rapporti tra cosche mafiose e le curve di Serie A. Non solo la Juventus – prosegue il giornale -, ma anche il Milan, perchè dietro bandiere e fumogeni c’è molto altro: Domenico Mimmo Vottari, calabrese di Melito Porto Salvo, e ritenuto il depositario dell’agenda mafiosa. Insieme a lui anche Moreno Fuscaldo, al centro di un’inchiesta per spaccio di droga, proprio assieme a Vottari e ad altri nomi noti del milieu calabrese (come segnalato dalla DEA americana). Poi, ancora, una serie di indagati – tra cui uno per i furti di dati informatici nelle catena alberghiera Marriot – e di Daspo, anche per tre anni di fila non solo in Italia man Italia e in tutta l’Unione europea. Personaggi di cui il Milan sarebbe a conoscenza, ma ha le mani legate “visto che allo stato non risultano daspati”.

LA NUOVA PARTITA – Ma qual è la situazione? E’ iniziata una partita per il controllo della curva Sud, tra spalti e un terreno indefinito tra malavita, affari e società civile. Come scrive il Fatto: “Qui il fuoriclasse è Mimmo Vottari il quale, nonostante rapporti e parentele con i clan coinvolti nella maxi-inchiesta Infinito e successive, non è mai stato indagato per mafia. Per omicidio sì. Era il 1990, fu ucciso uno spacciatore, prima di lui, spiegherà un pentito, altri due omicidi furono tentati (Vottari non sarà indagato). I carabinieri così accesero un faro sui Vottari ‘scatenando – scrivono gli investigatori – una ritorsione che avrebbe portato all’uccisione di un sottufficiale da parte degli stessi Vottari’. Piano scongiurato dal loro arresto. Torniamo a Solaro in via Pertini, dove Carcere a settembre è stato inaugurato il Black Devil lounge bar, feste e happy hour. Sotto una saletta per vedere il Milan. La società che lo gestisce non è riconducibile a Vottari, ma lui è il grande anfitrione. In prima fila nelle foto dell’inaugurazione assieme a Filippo Galli, ex dirigente del settore giovanile del Milan nonché bandiera rossonera e protagonista di alcune vittorie in Coppa dei campioni. A testimoniarlo i video postati sul profilo Facebook di Vottari, il quale sfoggia anche una foto scattata mesi prima con Paolo Taveggia ex direttore generale del Milan stellare di Silvio Berlusconi. Galli e Taveggia erano ignari del curriculum criminale di Vottari. A tal punto influente sul territorio a nord di Milano da condizionare le elezioni amministrative del 2009″.

Ma non è finita qui. Sì, perchè il Fatto Quotidiano continua delineando un quadro di legami tra personaggi e cosche non proprio illustri, in cui il capo sarebbe sempre Mimmo Vottari. Lui, “uno che diversifica, dallo stadio al cibo (bevande calabresi comprese) alla passione per le auto, quelle di un autosalone di Milano dove, oltre a farsi foto su bolidi targati Ferrari, incontra ex calciatori dell’Inter, star da realitycome Franco Terlizzi, ex pugile e amico della cosca Flachi (non sarà però mai indagato), e noti personaggi come Gino Mendolicchio, vicino al boss Mimmo Branca, e in contatto con Giuseppe Calabrò, legato anche lui ai Romeo Staccu. Ecco chi oggi siede nella curva del Milan. Sopportato ma non gradito dai capi storici del secondo anello. Consapevoli dell’illustre curriculum”.