L’AVVOCATO STENDARDO HA DATO L’ADDIO AL CALCIO 2I GOAL NEI PROFESSIONISTI PER IL DIFENSORE CON LA TOGA

Guglielmo Stendardo ha deciso: lascia il calcio. Il difensore ha deciso di interrompere il contratto che lo lega al Pescara con quattro mesi d’anticipo. Una fine che, però, diventa un inizio: da calciatore a dirigente, come fatto sapere dal Presidente Sebastiani. Eh già, perché Stendardo è davvero un personaggio sui generis nel mondo del calcio. Nel 2008, quando giocava nel Lecce, si laureò in giurisprudenza. Per discutere la tesi saltò la gara contro il Catania e l’allora allenatore dei giallorossi, Mario Beretta, commentò: “Si tratta di un evento importante per lui, anche dal punto di vista emotivo e deve concentrarsi solo su quello”. Non la pensò allo stesso modo, qualche anno dopo, Stefano Colantuono. Nel 2012 infatti Stendardo saltò una gara di Coppa Italia contro la Roma per svolgere l’esame di Statoper gli avvocati all’Università di Salerno. L’allenatore dell’Atalanta non la prese bene: “Siamo professionisti ben pagati, non ha l’impellenza di svolgere la professione e inoltre l’esame si tiene ogni anno, quindi potrà farlo in futuro”. Stendardo però fu irremovibile. Sostenne l’esame ma non lo superò: ci riuscì due anni dopo, nel 2014. Da allora ha continuato a giocare a calcio e ha messo per un po’ da parte il diritto. Guglielmo Stendardo, personaggio originale, dicevamo: non solo calciatore e avvocato, ma pure proprietario di un agriturismo a Trentinara, un paesino in provincia di Salerno.

Tra un esame di “diritto privato” e una scivolata, tra “sanzioni civili” e un colpo di testa a liberare l’area di rigore (o verso la porta avversaria, visto che ha segnato non poco per essere un difensore: 20 reti in carriera) Stendardo ha avuto una vita, e una carriera, piuttosto intensa. Ha giocato infatti in tante squadre: Napoli, Sampdoria, Salernitana, Catania, Perugia, Lazio, Juventus, Lecce, Atalanta (negli anni di militanza a Bergamo ha conosciuto e poi sposato Federica, la figlia del presidente Percassi) e, appunto, Pescara. Ora è arrivata la decisione di appendere le scarpette al fatidico chiodo. Stendardo ha davanti a sé un ventaglio di ipotesi: continuerà nel mondo del calcio (con un ruolo dirigenziale, come detto, a Pescara o a Bergamo, oppure istituzionale, a difesa dei diritti dei calciatori)? Rispolvererà i manuali di diritto ed eserciterà la carriera forense? Si vedrà. Quel che è certo è che oggi il difensore con la toga ha dato l’addio al calcio giocato.