Le pressioni da parte della Figc – e indirettamente da parte del Coni – sono state troppo forti: il presidente della Lega Pro Mario Macalli lascia, si dimette. “Non c’è nessun passo indietro o in avanti – spiega lui stesso all’Ansa -. Nella vita abbiamo delle priorità, in questo momento le mie non hanno nulla a che vedere con il calcio“. Con lui lasciano anche i vice presidenti Archimede Pitrolo ed Antonio Rizzo e tutto il consiglio direttivo. In una Lega già agitata per l’inibizione di quattro mesi, per la vicenda legata ai marchi del Pergocrema, che lo stesso Macalli stava scontando e per la questione del Calcioscommesse che coinvolge diversi club della Lega, la ‘mazzata’ l’ha data la bocciatura del bilancio consuntivo del 2014 arrivata tre giorni fa. La seconda dopo quella dell’assemblea dello scorso dicembre. Da due giorni il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, aveva cominciato a fare pressioni suMacalli invitandolo a dimettersi, prospettandogli altrimenti una decadenza dalla carica di vice presidente federale, già nel consiglio della Federcalcio convocato d’urgenza per martedì prossimo. “Devo dare il valore alle cose cui sono più affezionato – spiega ora Macalli-. Specialmente con questo calcio in Italia”. Senza nascondere troppo il suo rammarico per come si conclude la sua avventura in federazione, dove era vice presidente, e alla guida della Lega iniziata nel 1997, quando ancora si chiamava Lega Professionisti di Serie C. Nel futuro prossimo della Lega Pro c’è invece un commissario (probabilmente un magistrato) che già da martedì sarà chiamato a traghettare la terza lega di calcio italiana verso nuove elezioni. Così come dovrà fare il vice presidente Antonio Cosentino in Lega Dilettanti, dopo le dimissioni di Belloli, per la frase sulle ‘quattro lesbiche’ del calcio femminile. Ma il mare della Lega Pro è già abbastanza agitato e deve ancora conoscere gli esiti del Calcioscommesse, con gli atti trasmessi dalla Procura di Catanzaro, e del pronunciamento della Covisoc sull’iscrizione di diverse squadre al prossimo campionato. Finora sono dodici i club non in regola, mentre quattro non hanno addirittura presentato la domanda. Il prossimo campionato rischia di partire non solo in ritardo – scontato un rinvio della prima giornata per lasciare il tempo di chiudere i processi – ma anche con vistose assenze.

 

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