L’INTER NON SA PIU’ VINCERE, IMPATTA A BERGAMO CON L’ATALANTA 1-1

Un punto in due partite e il progetto-scudetto dell’Inter si infila su un binario anonimo. A Bergamo finisce 1-1 con le autoreti di Murillo e Toloi, ma l’impressione è che avrebbe meritato di più la squadra di Reja. Mancini inserisce tutti gli attaccanti eppure Sportiello non costruisce alcuna parata. Segnale evidente. Come quello che Handanovic, ancora una volta, è stato il migliore. E il salvatore del progetto-scudetto.

AVVIO SHOCK — Roberto Mancini torna all’antico adagio: mescolare le carte per rimettere tutti sulla linea della tensione positiva. A Bergamo il tecnico dell’Inter riporta Jovetic in campo dietro a Icardi-Ljajic e dona a Guarin un’altra possibilità da titolare (l’ultima visti gli interessi cinesi e dello Zenit?). Edy Reja non rinuncia al Papu Gomez alle spalle di Monachello ma per il resto è tutto rivolto a non perdere l’equilibrio perché l’emorragia di 4 sconfitte consecutive va fermata. I tempi di reazione dell’Inter preoccupano. Esempio dopo 5’: punizione atalantina battuta rapidamente, Medel svirgola il rinvio, Dramé col sinistro calcia dall’interno dell’area, Handanovic respinge e Kurtic di testa spedisce fuori. Difesa ferma, consegne non rispettate. L’avvio è da matita rossa. Tre minuti e i giocatori provano a dare una risposta a Mancini. Jovetic sul fondo crossa e trova solo i nerazzurri sbagliati, Guarin la raccoglie al limite, finta e sinistro rallentato da un avversario. Sportiello blocca. Al 17’ si concretizzano i dubbi iniziali. Dramè passa in mezzo a D’Ambrosio e Guarin senza trovare ostacoli, crossa per il Papu che è in fuorigioco ma Murillo non lo sa e in scivolata infila Handanovic. Inter elogio della lentezza, Atalanta della scaltrezza. Al 22’ altra dormita di Murillo che si fa sfilare Monachello fin davanti a Handanovic, ancora bravo a chiudere ogni spiffero. Più che i sistemi di gioco, la differenza la fanno ritmo e concentrazione. Tutto a favore della squadra di Reja.

ERRORACCIO — Ma il pomeriggio degli scarabocchi è democratico. D’Ambrosio per Icardi al centro, velo di Jovetic che di prima mette Icardi nello spazio (una rarità), cross teso sul quale Toloi sceglie la proletaria spazzata che invece diventa una patrizia sassata sotto la traversa. E’ 1-1. La partita tiene la carreggiata dell’interesse soprattutto per le indecisioni reciproche. L’Atalanta appare fragile in difesa pur senza offensive organizzate, l’Inter non ha gli occhi della tigre ma quelli stropicciati della mattina. Lo spettacolo è un’altra cosa, ma almeno la noia rimane lontana da Bergamo. Poco prima dell’intervallo la miglior giocata. Tutto nasce da sinistra, come sempre, con Gomez che serve Cigarini il quale di prima mette Monachello nelle condizioni di battere a rete, ma Handanovic ribadisce che è il portiere in Europa ad avere la miglior percentuale di parate (relativa ai principali 5 campionati del Vecchio Continente). Corner e doppio fischio, il primo tempo finisce qui.

HANDA SHOW — Si riprende senza cambi. E si riprende senza grosse novità di andamento. Corner di Gomez, sul primo palo interviene Toloi di testa, Handanovic d’istinto alza sulla traversa. L’azione del 14’ eleva Samir a eroe. Cross di Gomez dalla sinistra, Monachello di testa non la prende, la palla sbatte sul corpo di Telles che regala un fantastico e involontario assist per Cigarini. Andrebbe solo spinta in rete, se non fosse che Handanovic vola e con una gamba devia la conclusione. Inter a galla, ma gli inizi sfavorevoli sono troppi. L’ingresso di Perisic per Guarin significa aumentare la qualità offensiva. Il croato si mette sull’interno sinistro andando a formare in fase di spinta quasi un 4-2-4. Tocca a Biabiany per Telles e si rivede la difesa a 3 (Murillo-Miranda-D’Ambrosio) per lasciare spazio sugli esterni al francese e a Perisic. Squadra sbilanciata visto che a rifinire ci sono anche Ljajic dietro e Jovetic a stretto contatto di Icardi. E l’Atalanta in silenzio arriva vicino al gol al 39’: Gomez pennella per Monachello che decide di calciare al volo con l’esterno sinistro invece che con il destro, palla fuori. Gli ultimi 5’ più recupero aprono la nuova avventura bergamasca di Diamanti (al posto di Gomez). Entra Palacio, esce Jovetic, ma la squadra di Mancini non si chiarisce le idee davanti. Il punto serve più all’Atalanta che riaccende l’entusiasmo di Bergamo rispetto all’Inter che sembra spegnersi come una candela accesa da tempo. Il secondo posto momentaneo in attesa delle gare di domani è un rifugio precario in attesa di capire quali siano le vere dimensioni di questa squadra. Il mercato aperto, si sa, concede spazio a richieste e sogni.

Matteo Brega