MAGNA E VOLPE, LA RETROCESSIONE DELL’AGROPOLI HA UN SOLO NOME: IL LORO

Con la sconfitta contro il Madrepietra Daunia(ennesimo scontro diretto buttato alle ortiche) si spengono le ultime flebili speranze di salvezza dell’Agropoli che saluta dopo 5 anni di militanza il campionato di serie D. Una retrocessione che fa rabbia a una città intera per come è arrivata e per come l’US Agropoli è stato gestito in questi anni da dirigenti incapaci e presuntuosi come Francesco Magna e il suo fido Nicola Volpe capaci di essere devastanti e distruttivi come nessuno mai. Cinque anni in cui il presidente Cerruti ha investito tanto facendo sacrifici immani materializzati in un nulla di fatto grazie ad una gestione kamikaze del duo Magna-Volpe che sono riusciti nell’impresa di fallire e fare danni sistematicamente ogni anno. Una gestione societaria al pari di una terza categoria e con una superficialità da far rabbrividire hanno mortificato una tifoseria e una città intera che meritava rispetto. 96 anni di storia mortificati e calpestati da due personaggi che poco hanno a che fare con il calcio per via della loro manifesta incompetenza. Per carità persone rispettabilissime che meritano un plauso per l’impegno profuso e gli anni passati al timone dell’Agropoli ma non bisognerebbe mai ostinarsi a fare calcio se non si hanno le competenze e sopratutto facendo diventare l’Agropoli un giocattolo privato solo ed esclusivamente per il loro tempo libero come un loro sfizio. Questo è successo con l’US Agropoli da diversi anni a questa parte che invece è patrimonio di un intera comunità e degli sportivi agropolesi. Lo sfogo dell’ex di turno Lupo nel post partita è solo una delle conseguenze della sciagurata gestione firmata Magna-Volpe. I danni causati dai due si riflettono non solo sui punti di penalizzazione e le sistematiche vertenze che arrivano ogni anno, ma anche sulla macchina del fango che mettono in moto verso chiunque abbia a che fare con loro come per giustificare la loro inadeguatezza e la loro incompetenza. Magna è un dirigente incapace di dirigere una società, mai presente agli allenamenti durante la settimana o in trasferta con la squadra, calciatori presi senza conoscerli e mai visti giocare ma solo basandosi su un curriculum visto su internet, scelte sbagliate non ultima quella di Sorianiello che ha dato il colpo del ko finale, rivoluzioni continue e smantellamenti della rosa durante la stagione, improvvisazione condita a presunzione e scarsa umità, e tante e tante altre ancora. Gli annunci fatti in questi anni da Magna alla città di seguire la squadra anche attraverso i nostri portali non hanno sortito effetti perchè ormai la città è stanca di Magna e del suo fido Volpe e pretendono l’allontanamento immediato dall’Agropoli fin da subito. Non vogliono saperne più nulla di loro e non vogliono vederli manco più nell’ultima apparizione di Bisceglie. Lo sdegno e la rabbia è tanta e la misura è colma ed è giunta l’ora di rimettere il mandato e consegnare le chiavi a chi vuol fare qualcosa di buono con l’Agropoli. Anche Gaglione che quest’estate era intervenuto in soccorso dei delfini pagando l’iscrizione del campionato è stato messo inizialmente all’angolo e poi vergognosamente alla porta da Magna una volta accortosi che non poteva più giocare con il “suo” giocattolo. E anche in quel caso la famosa macchina del fango con Nicola Volpe in testa fu messa in azione rivivendo le stesse identiche situazioni di Ronca ecc.. L’Agropoli è stata per questi 5 lunghissimi anni ostaggio di questi due capaci di fare terra bruciata attorno a loro e di conseguenza alla società. Come non dimentichiamo i rapporti stretti con procuratori amici loro come un certo Paolo Somma coinvolto e squalificato nell’ultimo scandalo calcioscommesse. Per chi ha la memoria corta anche in quel caso ci scagliammo con veemenza contro tali personaggi per il bene dell’Agropoli e il tempo anche in quel caso ci ha dato ragione. Insomma i danni fatti da Magna e Volpe sono innumerevoli e il presidente Cerruti insieme all’Agropoli e i suoi tifosi sono le uniche vittime di questo dramma calcistico sfociato nella retrocessione in eccellenza. Ma badate bene, a retrocedere non è l’Agropoli, ma Magna e Volpe. Perchè la retrocessione dei delfini ha un solo nome: il loro. Sergio Vessicchio