MANCATO RIPESCAGGIO AGROPOLI, UNA CITTA’ INTERA CONTRO MAGNA E VOLPE

Il dado è tratto e le conseguenze della scellerata gestione targata Francesco Magna e Nicola Volpe si sono abbattute sulla testa dell’Agropoli. Come un macigno la notizia del mancato ripescaggio è andata a seppellire le ultime speranze dei delfini vogliosi di tornare nel calcio che conta, in quella serie D che da tanti anni dava lustro alla storia del club. Inutile girarci attorno la mancata riammissione in serie D è avvenuta per colpa di Magna e Volpe veri e propri carnefici dell’Agropoli e della sua storia. Dopo averla mortificata in campo e fuori con una gestione pari ad una terza categoria hanno dato il colpo finale alla creatura del presidente Cerruti. Le numerose e sistematiche vertenze accumulate nonchè i punti di penalizzazione arrivati in questi anni hanno fatto sprofondare l’Agropoli nei bassi fondi della graduatoria del ripescaggio condannandola a giocare la prossima stagione nei campetti di periferia dell’eccellenza. Alla notizia del mancato ripescaggio è esplosa la rabbia dei tifosi che non si capacitano di come una matricola storica e mai fallita con tanti e tanti anni di storia che dispone di un impianto di gioco e di allenamento all’avanguardia con un campo da gioco in erba naturale e uno in sintetico tanto da far invidia a numerosi club professionistici oltre a un settore giovanile fiore all’occhiello della società (vedi i gioielli fuoriusciti Ferrara e Rekik) sia declassata a dispetto di formazioni come Sasso Marconi, Roccella o Cittanovese. Il paradosso è proprio questo, il Sasso Marconi(come altre) in serie D preferito all’Agropoli che va in eccellenza, ultima ennesima mortificazione per i sostenitori dei delfini arrivata per mano del duo Magna-Volpe. La misura è colma e semmai ce ne fosse bisogno la città non vuole più saperne di Magna e Volpe che dopo i danni fatti continuano a mettere in atto le loro azioni di disturbo mandando in avanscoperta un proprio “fidato” cercando di introdurlo nel club come addetto stampa. Senza dimenticare le interferenze sotto traccia nelle trattative societarie per minare la strada a Cerruti che subito dopo la retrocessione ha imbastito trattative con la Salernitana e Taccone, oppure la famosa macchina del fango che sistematicamente mettevano in moto con chiunque si avvicinasse all’Agropoli vedi Ronca e Gaglione. Ma se bisogna ripartire bisogna dare un taglio netto al passato perchè di sciagure in questi anni ne abbiamo viste troppe e Magna e Volpe sono stati i principali artefici nonchè i protagonisti assoluti. Hanno trattato l’Agropoli come un giocattolo privato con il quale hanno fatto il bello e il cattivo tempo e ora con il mancato ripescaggio gli hanno dato il colpo di grazia relegandola in eccellenza. In città girano persino voci della soddisfazione dei due per la disfatta dei delfini per il mancato ripescaggio e questo i tifosi non lo accettano. Una città intera ora vuole l’allontanamento TOTALE dei due dall’US Agropoli e non li vogliono vedere manco più al campo per un semplice allenamento. La rabbia è troppa e la delusione per il ritorno in eccellenza è cocente e difficilmente verrà digerita da chi in questi anni ha tifato incessantemente per questi colori sperando in un qualcosa che senza punti di penalizzazione e vertenze varie gli sarebbe spettato di diritto perchè l’Agropoli per i trascorsi e la matricola storica che ha doveva essere in testa alla graduatoria e non vergognosamente dodicesima. Cerruti le ha provate tutte cercando di fare anche l’impossibile ma purtroppo l’eredità lasciata da Magna e Volpe ha spento l’ultima fiammella di speranza. E quindi i delfini si troveranno a correre sui campi polverosi di Faiano, San Vito Positano, Solofra e Valdiano e tutto questo per mano di Francesco Magna e Nicola Volpe, capaci di mortificare 96 anni di storia, ricordatevi questi nomi. Sergio Vessicchio