MAROTTA-PARATICI LA JUVENTUS HA VINTO ANCORA

La vuole vincere, ci tiene maledettamente. “La sento più della stracittadina col Milan” ha dichiarato. Tant’è vero che il 25 aprile non ha fatto vacanza ma è stato avvistato alla Pinetina a seguire gli allenamenti. D’ora in poi Inter-Juve per Marotta non sarà più, e solo, il Derby d’Italia, ma anche – e soprattutto – il proprio derby personale con l’ex “figlioccio” Paratici, il braccio destro diventato ora unico braccio operativo sul mercato della Juventus. Il preferito dai Presidenti bianconeri, Andrea Agnelli e Pavel Nedved, i quali – quando si è trattato di scegliere quale dei due scaricare – non hanno avuto dubbi a tenersi stretto Fabio e a liberarsi del Beppe. Ottimo amministratore, un po’ meno come selezionatore di giocatori. 

Lo ha spiegato bene proprio Paratici: “Lui conosceva bene i numeri, io i calciatori”. Siccome quelli che ti fanno vincere (o perdere) partite e trofei sono loro, alla Continassa hanno ritenuto che uno capace di fare di conto lo si poteva facilmente rimpiazzare, anzi lo avevano già in casa (Marco Re, attuale chief financial officer), ed era meglio tenersi stretto chi finora era riuscito a portargli Vidal, Pogba, Tevez, Cristiano Ronaldo. L’altro poteva anche andarsene all’Inter, considerando pure quanto poco impermeabile fosse stato  al corteggiamento nerazzurro. 

Una laison costruita nel tempo, e che alla dirigenza juventina non ha fatto di certo piacere ad un certo punto scoprire. “Pensavo fosse diventato un pochino più juventino” fu il commento, a posteriori, di un Nedved deluso dalla decisione di Marotta. Il divorzio, per quanto consensuale, ha lasciato scorie, da una parte e dell’altra. Ecco perché d’ora in poi Inter – Juventus non sarà una partita normale, per entrambe le parti. Già non lo era prima, per tutti i motivi che conosciamo, figuriamoci adesso. Per Marotta soprattutto, che all’Inter cercherà la sua rivincita, in campo e sul mercato. 

Già in altre epoche, e con altri attori, i dispetti  tra l’Inter e la Juve erano all’ordine del giorno, adesso aumenteranno. Zhang ha voluto portar via Marotta alla Juve proprio con l’intenzione di arrivare per primo sui giocatori migliori, possibilmente gli stessi che piacciono a Paratici, e fregarlo. Chiesa, per esempio. E magari portarle via pure qualche campione. Tipo Dybala. 

In 7 anni di Juve, Marotta ha dato prova di essere abile nell’acquisto dei parametri zero (Pirlo su tutti), un po’ meno in quello dei giocatori a contratto. Per prendere proprio Dybala dal  Palermo dovette presentarsi con 40 milioni da Zamparini per convincerlo a cederglielo. Per Pjanic e Higuain ha dovuto versare integrali le rispettive clausole rescissorie, rispettivamente di 32 e 90 milioni. Riuscì a portarsi a casa Morata pagando una specie d’affitto al Real, salvo poi dovergli restituire a fine contratto soldi (30 milioni) e giocatore, senza possibilità alcuna di poterlo riscattare ad un prezzo meno salato dei 60 milioni richiesti da Florentino Perez (che lo cedette poi al Chelsea per 66). Fece sfumare l’affare Draxler, operazione praticamente già chiusa da Paratici con lo Schalke 04, per un tira e molla esasperato sul prezzo del cartellino che alla fine indusse i tedeschi a cederlo al Wolfsburg, ottenenendone la cifra richiesta.

Marotta ha inoltre evidenziato un’ evidente difficoltà nelle cessioni, effettuate quasi sempre a vantaggio dell’acquirente o del giocatore in uscita. Emblematica quella di Tevez, venduto al Boca Juniors per una manciata di milioni (6.5 mln) e la prelazione su un trittico di giovani talenti, dei quali il solo Bentancur si rivelò all’altezza, ma nel momento in cui la Juventus decidesse di cederlo dovrà versare al club argentino ben il 50% della somma incassata. Per non parlare di Llorente, lasciato partire a zero, nonostante avesse ancora mercato (ora è al Tottenham, in semifinale di Champions grazie anche ad un suo gol). Andando ancora più indietro nel tempo, qualcuno gli ricorda pure il “malaca” Martinez di cui riuscì a liberarsene solo a fine contratto.

“Io sceglievo i  calciatori, lui lavorava poi coi numeri” Paratici dixit. Se all’Inter pensano di aver portato via alla Juventus lo stratega di mercato, hanno sbagliato persona. Se cercavano invece un bravo “ingegnere gestionale” desideroso di rivincita nei confronti del suo ex club e intenzionato a rompere le scatole, allora hanno preso quello giusto.  Marcello Chirico