MAZZOLA,L’INTER,IL DOPING E QUEI MORALISTI CON IL DITO TESO di Antonio Pesca

ANTONIO PESCADI ANTONIO PESCA-Qualche decennio fa, Indro Montanelli scrisse un fondo sul Corriere della Sera, il cui titolo, “Quei moralisti con il dito teso”, si presta assai bene nell’analisi della notizia che campeggia oggi sui principali quotidiani nazionali e che riguardano le dichiarazioni di Sandro Mazzola rese in un’intervista a Valter Veltroni. In buona sostanza, il settantatreenne ex calciatore dell’Inter avrebbe ammesso che, durante il periodo in cui vestì la maglia nerazzurra, negli spogliatoi della sua squadra c’era uno strano giro di sostanze. Infatti dice l’ex capitano nerazzurro che: “ Le cose sono vere. Io ad un certo punto cominciai ad avere, in campo, dei fortissimi giramenti di testa.” Due anni dopo la morte del fratello Ferruccio, che aveva già denunciato tali circostanze nel libro il terzo incomodo in cui raccontava che aveva visto l’allora allenatore della squadra milanese, Herrera, dare pasticche da mettere sotto la lingua, frasi che avevano indignato proprio il fratello più noto, a tal punto da togliergli il saluto, adesso arriva l’ammissione proprio di Sandro Mazzola. Egli ricorda che: “prima delle partite, ci davano sempre un caffè. Non so cosa ci fosse dentro. Ricordo che un mio compagno, Szymaniak, mi chiese se prendevo la simpamina. Io non sapevo cosa fosse ma qualcosa che non andava, qualcosa di strano, c’era. Andai dal medico che mi fece fare tutte le analisi e mi disse che dovevo stare fuori almeno sei mesi. Ma questo Herrera non lo voleva.” Un caffè dunque, probabilmente corretto con amfetamine. Storie inquietanti che gettano non poche ombre sulla squadra dell’Inter di un paio di lustri fa. Ma aver “alterato” le prestazioni agonistiche dei propri calciatori forse non è la colpa principale da imputare alla società nerazzurra. In un mondo tutto da scoprire, come quello del calcio, chissà quali misteri ancora non sono svelati. La colpa ben più grave, della squadra a strisce neroazzurre, è di aver rinfacciato, negli anni a seguire, altri club per fatti minori. Proprio come quei moralisti con il dito teso che imputavano agli altri la sceneggiature di film di cui, invece, loro sono stati produttori e attori protagonisti.Antonio Pesca