MESSI ADDIO ALLA NAZIONALE ZERU TITULI”MI RITIRO”

 

L’annuncio arriva dopo che l’Albiceleste ha perso la sua terza finale consecutiva arrendendosi ai rigori per 4-2 contro il Cile nell’ultimo atto della Coppa America. Il numero 10 ha sbagliato il tiro dal dischetto.Tra le mille cose che il calcio da solo non riesce a spiegare, c’è questa allergia fra il giocatore più bravo al mondo – candidato qualche volta al titolo di sovrano di ogni tempo – e la suanazionale, o forse il suo paese. “Avrei voluto portare un titolo in Argentina, me ne vado senza esserci riuscito” dice adesso Messi, mentre Olé –  quotidiano sportivo di Baires – lo mette in ginocchio in prima pagina, le mani sul prato, la faccia nascosta e lo scongiura, non te ne andare, giocando con le parole, “lo veo y non lo leo”, dopo la sconfitta con il Cile. Se Pelé aveva vinto con Garrincha Jairizinho e gli altri due mondiali da protagonista e uno da infortunato, se Maradona ne ha vinti quasi due tutto da solo, Messi rimane un assetato di gloria patria, un collezionista di Palloni d’oro che si prosciuga quando di mezzo c’è la sua bandiera. Adesso dice “mi fa male perdere, per me è finita, la decisione è presa”, sfilandosi per sempre la fascia da capitano e la maglia a strisce della Selección, un’altra tragedia che il calcio argentino mette in scena in terra d’America. L’ultimo pianto di Messi cade a duecentotrenta miglia e ventidue anni di distanza dal giorno in cui a Boston Diego fece la sua pipì mondiale con l’efedrina dentro. Era il 25 giugno, per Messi il 26.