NAPOLI, DS GIUNTOLI: “RIDIMENSIONAMENTO? LA PAROLA “PROVINCIALE” NON E’ NEGATIVA”

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Cristiano Giuntoli presente ad Agliana per l’evento “Dal calcio di provincia alla Serie A” è stato premiato per lo splendido lavoro svolto a Carpi che ha contribuito alla promozione della società emiliana dalla Serie B alla A. Queste le parole del dirigente pronto a diventare direttore sportivo del Napoli.

Da dove inizia la sua carriera?
“Un giorno ho deciso di seguire la mia passione trascurando molte cose. Sono andato via da Agliana soffrendo molto, ma avevo molta voglia di riuscire a diventare un dirigente di livello, frequentando tanti corsi ed esami, anche per la mia famiglia. Avevo tanta voglia di fare e di lavorare. I presidenti mi hanno affiancato e alla fine sono diventato un direttore sportivo, quasi per caso, non pensavo di esserlo ma in realtà lavoravo già in questo senso. Ebbi la possibilità di fare il mercato per lo Spezia pur continuando a giocare a calcio. Dopo due anni mi ritrovai a Savona dove il presidente ci abbandonò e ricevetti una chiamata dal Carpi, una società che disputava il campionato dilettanti. Da quel momento ho iniziato a lavorare e le cose sono andate benissimo, abbiamo fatto 4 promozioni e sono molto orgoglioso per questo. Ringrazio le persone che mi sono state vicino”.

Pensa che il suo lavoro possa essere giusto anche per la Serie A?
“Serve competenza e esperienza. I sentimenti e le persone fanno la differenza”.

Sarri e Valdifiori sono andati a Napoli. Qualcuno ha parlato di ridimensionamento. Cosa ne pensa?
“Ho trovato un accordo con un’importante società italiana, non posso dilungarmi perché ancora non è arrivata l’ufficialità. Lo spirito di sacrificio vale più di ogni altra cosa e non credo che la parola provinciale sia da intendere soltanto in modo negativo”.

Cosa cerca in un calciatore?
“Per costruire un gruppo vincente cerco di trovare prima di tutto persone che serie. Poi chiaramente ci vuole anche altro, ma serve soprattutto serietà e voglia di fare”.

Nel suo percorso qual è stata la trattativa più difficile?
“Ho sempre avuto pochi soldi a disposizione e quindi ce ne sono state tante. A parte tutto non è mai facile fare mercato, è difficile portare a termine le trattative e per tutte ci vogliono molti mesi per riuscire a portarle in fondo. Non è semplice trovare le soluzioni che si vuole. Voglio fare i complimenti a tutti i miei colleghi”.

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