PENSIERINO DELLA NOTTE di Roberto Beccantini

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La Juventus non fa più paura e, per questo, ha paura. Come sul gol del Chievo, dopo sei minuti. Ho contato almeno cinque difensori schiacciati sul limite dell’area e nessuno a ostruire la mira di Hetemaj.
Morto un papa, se ne fa un altro; morto un ciclo, se lo fanno altri (a volte).
Da Massimiliano Allegri a Minimiliano Tristi: scommettiamo?
Il Chievo di Maran sembrava Roberta Vinci e la Juventus Serena Williams, ma il calcio si gioca con i piedi, ci sono i pali e gli episodi.
Non si può sempre campare sul C’erano una volta (Pirlo, Tevez, Vidal). Prima o poi bisogna sterzare verso Moby Dick: «Chiamatemi Ismaele». Ecco, come la chiamiamo questa Juventus?
Il vice Pirlo: Marchisio nel primo tempo, Hernanes nel secondo. D’accordo, Marchisio era fresco di recupero: ma insomma.
Domanda: qual è, oggi, la formazione tipo della Juventus? Non lo so, e non solo perché abbia studiato poco. Al netto, naturalmente, di infermeria, calendario e propaganda.
Avevo collocato la Juventus in pole. Con la Roma sul collo e l’Inter nelle vicinanze. Non fuggo.

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