PIPPO VISCIDO SEMPRE PIU’ LEADER DEL SORRENTO SI CONFESSA A SOLOSORRENTO.COM

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Non è da tutti entrare subito nel cuore dei propri tifosi, lasciando da parte anche campanilismi e rivalità che soprattutto nella nostra regione continuano ad essere molto accese. Per riuscirci ci vogliono doti tecniche, ma soprattutto umane fuori dal comune. Filippo Viscido è uno che incarna alla perfezione entrambe le caratteristiche enunciate prima. Sul campo ha generosità e polmoni d’acciaio. In mediana rappresenta una diga insuperabile, va su qualsiasi avversario che viene puntualmente fermato costi quel che costi. Non fa passare nessun pallone, e fin quando energie e lucidità lo sostengono, prova anche a rendersi utile in fase d’impostazione. Non tira mai indietro la gamba, suda fino all’ultima goccia di sudore ogni maglia che indossa, e va a mordere i polpacci di tutti i suoi dirimpettai. Non a caso in Irpinia si guadagnò il feroce (sportivamente parlando) soprannome di “pitbull”.
Qui a Sorrento è giunto solo da pochi mesi, facendo il suo esordio in campo nella sfortunata sconfitta esterna dicembrina contro l’Hinterreggio. Tuttavia, dimostra già di essere leader e trascinatore della squadra rossonera che, tra mille difficoltà, sta riuscendo con le unghie e con i denti a tirarsi fuori dalla zona calda della classifica.Due gli episodi che hanno contributo più di ogni altro a far entrare Filippo Viscido nel cuore degli appassionati rossoneri.Il primo risale a un paio di settimane fa. Allo Stadio Italia contro l’Agropoli rimediò il quarto cartellino giallo della sua avventura in costiera che gli avrebbe fatto perdere per squalifica la trasferta di Gioia Tauro. Nella settimana immediatamente successiva, pur sapendo di non poter essere utile alla causa in quanto appiedato dal giudice sportivo, è stato sempre il primo ad entrare in campo, e spesso anche l’ultimo a lasciarlo, restando a lavorare da solo col preparatore atletico mentre i suoi compagni erano già sotto la doccia a fine seduta. Tutto questo al solo scopo di farsi trovare in forma, più forte di prima, alla sfida contro la Leonfortese. Resterà sempre scolpita nei nostri ricordi l’immagine che lo ritrae da solo, ad allenamento terminato, a fare ripetute sotto un’intensa grandinata che imbiancò quasi completamente il sintetico dell’Italia.Il secondo, invece, risale ad appena tre giorni fa, al termine della sfida di Massaquano tra Sorrento e Leonfortese. Dopo una vittoria sofferta, ottenuta con sangue e sudore, Viscido si rivolge ai numerosi tifosi presenti in Curva, invitandoli a stare sempre vicini alla squadra perché solo così sarà possibile ottenere la salvezza. Scene d’altri tempi.

Filippo Viscido ha le stimmate del condottiero ed anche a Sorrento venderà cara la pelle, come ha sempre fatto in tutta la sua carriera. Queste le sue impressioni sulla recente attualità rossonera.

Dopo la sconfitta di Gioia Tauro, si era giunti ad un punto di non ritorno. La classifica si era fatta pericolante, e pur trovandoci soltanto a metà febbraio la gara contro la Leonfortese era quasi da ultima spiaggia. Vincere era fondamentale per uscire dalla zona retrocessione e la squadra non ha fallito. Cosa vi siete detti a fine partita e qual è il vostro stato d’animo?

“Dopo una vittoria come quella di domenica, giunta soffrendo fino all’ultimo, è chiaro che ci sia entusiasmo ed affrontiamo la settimana in modo diverso. Sarà importante dare continuità a questo risultato perché il campionato non finisce oggi e ci sarà da soffrire. Tranne Gioia Tauro, dov’è giunta una sconfitta condizionata anche dalle tante assenze, i risultati stanno arrivando ma soprattutto abbiamo fatto capire che la squadra è viva ed ha una voglia incredibile di salvarsi senza passare per i play-out”.

La squadra ha mostrato grande personalità. È passata subito in vantaggio, riuscendo a gestire l’ 1-0 con una sapiente gestione dei momenti della partita. Abbiamo concesso poco e principalmente da palla inattiva. Un po’ di sofferenza solo nei minuti finali, in 10, contro il forcing degli ospiti, ma null’altro.

“La Leonfortese è un’ottima squadra ma ha trovato sulla sua strada una squadra come la nostra che aveva fame. Questa volta siamo riusciti a dare lo schiaffo prima di prenderlo ed abbiamo saputo incassare bene le occasioni dei nostri avversari, anche se a mio avviso molte di queste sono giunte per nostri errori. La squadra deve migliorare su questi punti, diventando più esperta. Siamo comunque in netta crescita ed i risultati verranno da sé”

Si può dire che da oggi inizia tutto un altro campionato per il Sorrento? Vittoria che dà morale e che ci vede per la prima volta fuori dalla zona play-out.

“Senza nulla togliere a Sosa che sicuramente ha fatto bene nel girone di andata, pur tra tante difficoltà e dimostrando di tenere tanto al gruppo ed alla piazza, adesso con la nuova gestione di Chiancone si può dire che sta iniziando un nuovo campionato per il Sorrento. Escludendo Marcianise dal momento che il Mister si era insediato soltanto il venerdì precedente, sono giunti due pareggi contro avversari importanti come Rende ed Agropoli, una sconfitta immeritata a Gioia Tauro ed una vittoria contro la Leonfortese. Bisogna però dare continuità a questi ultimi risultati poiché domenica andremo a far visita al Montalto in un’altra sfida cruciale in chiave salvezza. Quindi affronteremo il Due Torri, che rischia seriamente di essere risucchiato nel vortice play-out”.

Come ha vissuto il gruppo gli ultimi accadimenti extra-sportivi? Da un giorno all’altro l’abbandono dello Stadio Italia. Allenamenti a Nocera Superiore ed impianto casalingo itinerante. Massaquano, poi probabilmente S. Antonio Abate. Han creato problemi, disagi o semplicemente voglia di reagire a tutto questo?

“Sicuramente per noi calciatori non è stata una cosa bella perché per noi il sostegno della piazza è fondamentale. Se pensiamo che qualcuno dall’interno ha fatto l’impossibile per cacciarci da Sorrento assistiamo davvero a qualcosa di molto triste perché io credo che bisogna amare la propria città e starle vicino in ogni situazione. Una cosa simile mi capitò ad Avellino quando nel 2009, dopo la retrocessione dalla B alla C morì anche la storica U.S. Avellino, con la nascita della A.S. Avellino. All’inizio vi furono delle frizioni all’interno della tifoseria bianco verde, ma quando tutti capirono che al primo posto bisognava mettere la maglia e la città, hanno saputo trovare insieme un punto di incontro e remare tutti uniti in un’unica direzione. Da parte nostra e del Mister posso garantire che non c’è né ci sarà la minima distrazione. Anche se ci portassero ad allenare a Milano lo faremmo con la stessa identica professionalità perché abbiamo preso un impegno con la Città di Sorrento, che è quello di portare in alto questo nome glorioso. Daremo sempre il massimo come abbiamo fatto domenica a Vico Equense, dove pur giocando in casa stavamo in campo neutro”.

Dall’esterno si avverte che sei leader e trascinatore della squadra. A fine gara, da brividi il tuo invito alla Curva ad essere uniti, stringersi intorno alla squadra per perseguire insieme lo stesso obiettivo.

“Il mio invito è rivolto anche a quelle persone che stanno nel mezzo, non sapendo ancora che posizione prendere. Io voglio dire che, se siamo uniti, possiamo raggiungere questa salvezza che meritiamo veramente tanto. Noi calciatori ci stiamo impegnando al massimo, sudando fino all’ultimo la maglia rossonera. Apprezziamo tantissimo l’affetto dei tifosi che stanno continuando a seguirci e sostenerci nonostante la classifica non renda pieno merito al nostro campionato, e vogliamo dedicare a loro la vittoria contro la Leonfortese. Spero che riusciremo a portarci dietro quante più persone possibili perché la salvezza passa pure per il Dodicesimo Uomo in campo. Per il resto, mi auguro di cuore che ci sia la volontà e la disponibilità di sedersi tutti a un tavolino per capire quale sia davvero il bene per il Sorrento calcio”.
Due retrocessioni consecutive ed una D difficile a causa di tante problematiche. Tu, che non sai cosa sia una retrocessione, cosa senti di dire a quei tifosi che, pur non essendo numerosissimi, per amore della maglia erano presenti anche a Vico e vi han seguito in trasferte anche tutt’altro che agevoli, come Rende e Gioia Tauro?

“Ci tengo ad assicurare che chiunque in questo momento stia indossando la maglia rossonera, lo sta facendo con onore e gloria. Dal canto mio, ho fatto anche in C sempre campionati di vertice, non sono mai retrocesso e non ho alcuna intenzione di iniziare adesso. Questo è un momento che si supererà attraverso i sacrifici e costruendo un unico blocca tra squadra, staff e tifoseria. Ripeto, l’apporto della tifoseria sarà determinante, perché le dirigenze, gli allenatori i calciatori passano, mentre restano soltanto i tifosi, che rappresentano la vera essenza del calcio, ed in questo caso specifico del Sorrento” .

Domenica prossima si va a far visita al Montalto. Il blitz dei calabresi a Battipaglia se da un lato ci ha permesso di essere momentaneamente salvi, dall’altro avranno il morale a mille in vista in una sfida per loro fondamentale. Come si affronta una partita del genere?

“Il Montalto avrà il morale a mille perché è riuscito a tornare con un roboante 0-4 dalla trasferta di Battipaglia, ed ora è di nuovo prepotentemente in corsa per i play out. Vorranno fare di noi un sol boccone, per cui lotteremo con tutte le nostre forze per tornare dalla Calabria con 3 punti in cascinai. Se continuiamo a lavorare sodo e ad essere umili e sempre con i piedi per terra potremo dire la nostra contro chiunque”.FONTE SOLO SORRENTO.COM

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