RIZZOLI ELOGIA IL VAR. IN LAZIO-TORINO ERRORI GROSSOLANI MA NON C’E’ MALAFEDE

Solo ieri, il designatore degli arbitri di Serie A Nicola Rizzoli, parlando a Radio Uno ha elogiato il Var e la sua evoluzione nel campionato italiano gongolando per i miglioramenti che la tecnologia ha portato in Italia. Dopo poche ore però, all’Olimpico di Roma, in Lazio-Torino, si è verificato forse il più grande errore di valutazione dall’inizio della stagione, accendendo così vecchie polemiche e rispolverando dopo tanto tempo le vecchie ipotesi del complotto che erano state finalmente accantonate. E’ bene essere chiari: il Var ha migliorato davvero il calcio italiano. Si vedono meno errori, meno proteste e meno situazioni border line che in passato hanno fatto la fortuna delle moviola e dei talk show televisivi a discapito dello spettacolo in campo. Ma deve essere altrettanto chiaro che gli errori non possono essere azzerati.

ERRARE E’ UMANO – Questo perché il Var è umano. La Var, è la tecnologia utilizzata dall’uomo per migliorare e assistere gli arbitri in campo. Questo ancora per alcuni non è chiaro ed è per questo che qualcuno, nonostante i miglioramenti riportati poco fa, continua a parlare male di questo nuovo ‘strumento’ utile per aggiornare il calcio nei tempi moderni. Se c’è un errore macroscopico, come il mancato rigore non concesso alla Lazio per il fallo di mano di Iago Falque nella partita di ieri, non è un errore della tecnologia, ma del signor Giacomelli di Trieste. In parole poche dell’arbitro, che come sempre è umano e dunque può sbagliare. Il direttore di gara ieri ha condizionato il risultato per aver interpretato in modo troppo personale il regolamento, considerando il giocatore troppo vicino rispetto alla partenza del pallone, quando è chiaro che l’apertura del braccio interrompe un cross in area e dunque un’azione pericolosa. Un danno per la Lazio, che però poi ci ha messo del suo con il gesto stupido di Immobile, giustamente punibile con l’espulsione.

ALIBI INUTILE – I biancocelesti fanno bene ad essere arrabbiati, ma fanno male nel sentirsi accerchiati o danneggiati volutamente da non si sa quale potere anti-laziale. Basti pensare al peso politico che Lotito ha e mantiene da tempo all’interno della Lega e dunque del calcio italiano in generale. Inzaghi e i calciatori, a fine partita possono tranquillamente sentirsi danneggiati, ma la società dovrebbe parlare di errore da parte di un uomo e dunque di un arbitro e magari chiedere il suo stop, piuttosto che puntare il dito verso complotti senza senso o addirittura contro la stessa Var. Dire che non è utile o che è addirittura dannosa, significa non comprenderne l’importanza e il potere dopo anni in cui davvero qualcuno tirava le fila degli arbitraggi e dei campionati. Occorre avere pazienza e serve dare il tempo agli arbitri e agli assistenti di assimilare al meglio la tecnologia per utilizzarla al meglio. Sempre però, tenendo presente che l’errore ci sta e che, pur credendoci i migliori al mondo anche nell’arbitraggio, qualche direttore di gara sotto la media c’è ancora.

CHAMPIONS A PORTATA – La Lazio ha perso dei punti per strada per questo motivo ma fermarsi per creare ulteriori alibi sarebbe controproducente per la stessa squadra di Inzaghi, riconosciuta da tutti come una bellissima realtà della Serie A. Forse è il momento di rimboccarsi le maniche anche per i giocatori laziali, scordarsi se possibile dei punti persi e delle polemiche delle ultime settimane e tornare a essere quel piccolo gioiello invidiato da tutti. La Champions è un sogno ancora possibile e realizzabile, basta non pensare che ci sia qualcuno pronto a interrompere questo sogno con cognizione di causa. Pietro Lazzerini