TONELLI: “CIGARINI MI TENEVA E DENIS MI PICCHIAVA, NON HO MINACCIATO NESSUNO”
Lorenzo Tonelli svela la sua verità, che è diversa da quella stabilita dalla Procura federale e dall’Atalanta. Ecco come sono andati i fatti domenica pomeriggio al termine della gara tra i bergamaschi e l’Empoli, secondo il racconto del difensore toscano.
IL FATTO — “Quello che ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel, sono gravi accuse – dice Tonelli – : anzitutto è falso, perché lui stava parlando a Sky, e poi ci sono persone che hanno visto che non ero nel tunnel ad aspettarlo. Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose, come le abbia sapute. Un toscano non dice “Ammazzo a te”, direbbe “ammazzo te” “. Per queste minacce svelate dal Procuratore, Tonelli è stato squalificato per una giornata. Denis ne ha avute 5 per il suo comportamento violento. “Erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama – racconta Tonelli -. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Io faccio un passo indietro e vado verso di lui, appena uscito dallo spogliatoio c’era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis. Mi ha fermato un dirigente dell’Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato. Cigarini mi ha chiamato sul pullman, ha giurato sui suoi figli che non c’entrava niente. Gli voglio chiedere: una persona che non c’entra niente non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo. E’ stato un agguato premeditato. Lui mi ha tenuto e l’altro mi picchiava“.