BOTTE DA ORBI IN MONTECALVARIO-LOKOMOTIV FLEGREA: I DUE CLUB DANNO UNO LA COLPA ALL’ALTRO

Ancora violenza sui campi di calcio, ancora episodi da condannare e stigmatizzare. Sabato pomeriggio si è disputata la gara di Prima Categoria tra Montecalvario (squadra dei Quartieri Spagnoli di Napoli) e la Lokomotiv Flegrea che ha visto le due squadre caricarsi con mazze e spranghe dinanzi ad un arbitro giovane ed impotente dinanzi ad una situazione molto difficile da gestire. Riportiamo le due versioni dei club: la prima è quella del Montecalvario che, attraverso il DS Valentino, ha rilasciato un’intervista ai colleghi di SportCampania, la seconda è la risposta durissima della Lokomotiv Flegrea attraverso un comunicato emanato nella tarda serata di ieri:

A cura di Cristina Mariano:

“Tutto è cominciato in campo -spiega Raffaele Vantino ai nostri microfoni- Durante la partita si era surriscaldato il clima a causa della direzione arbitrale. Rigori non concessi a noi, penalty concessi a loro. Non era, però, successo nulla. Il reale problema era che l’arbitro, un ragazzino, non è riuscito a calmare gli animi e ha avuto una direzione tutta in favore degli avversari. La situazione è però degenerata nel secondo tempo-continua- Quando dopo un calcio di punizione in nostro favore, Trinchella, nostro calciatore, aveva il pallone in mano e voleva accelerare la ripresa del match, alla ricerca del pareggio. In quel momento un calciatore, il De Tommaso, loro ha tirato una testata a Triinchella che ha risposto verbalmente. Dopo è arrivato anche un altro calciatore neroverde, Borges, che gli ha tirato un pugno in faccia. Tutto questo davanti agli occhi dell’arbitro che non ha fatto nulla. Da quel momento è scoppiata una rissa che ha coinvolto calciatori nostri e loro. Noi società abbiamo provato a calmare gli animi chiedendo anche la sospensione. Dopo aver insistito l’arbitro ha fischiato. Sembrava tutto finito, ma è iniziata una vera e propria guerriglia”.

Tifosi in campo e una rissa ancora più grande che ha coinvolto tutti i presenti in campo: “Alcuni tifosi della Lokomotiv Flegrea sono arrivati in campo con bottiglie rotte, spranghe, bandiere, cinghie. Ci hanno seguito fin negli spogliatoi. Accendevano i fumogeni in faccia alle persone, io ho addirittura i capelli bruciati. Sono stato fortunato. E’  vergognoso vedere queste cose in campo -commenta ancora il dirigente azzurro- Nel caos si è ritrovato in mezzo anche il mio amico, Salvatore Sansone, dirigente della Lokomotiv. Noi siamo stati più fortunati, ma abbiamo subito anche noi. Soprattutto siamo stati fortunati perchè i cancelli degli spalti erano chiusi e non sono entrati altri tifosi. Ho visto delle cose che non si dovrebbero vedere in un campo di calcio, durante una partita”.

“Domani andrò in Federazione -conclude Valentino- mi prenderò le responsabilità di quanto accaduto in mezzo al campo, ma non voglio che passi la notizia che la Lokomotiv è una vittima e noi i colpevoli, perchè siamo stati aggrediti anche noi, soprattutto prima noi. E’ sbagliato anche reagire, ma cosa doveva fare il nostro calciatore? Voglio la mia punizione, ma voglio che sia fatta giustizia a 360° e voglio che certe persone siano allontanate. Che sia impedito loro di andare sui campi dove ci sono donne e bambini che hanno rischiato come noi di essere vittime. In più non è possibile mandare dei ragazzini, da soli a dirigere le gare, perchè non sono in grado di reagire, non so se per incompetenza o per paura”. Una rissa generale che si è conclusa solo con l’arrivo dei carabinieri che sono riusciti a sedare la situazione.

COMUNICATO DELLA LOKOMOTIV FLEGREA:

Disgustati per quanto accaduto ieri durante la partita di Prima Categoria Figc, Montecalvario-Lokomotiv Flegrea, avevamo deciso di non prendere parola sulla questione, in attesa delle sanzioni che la Federazione infliggerà alla squadra di casa per averci violentemente aggredito dentro e fuori dal campo, e con l’idea di chiedere delucidazioni alla stessa Federazione rispetto alle modalità con cui pretende di gestire campionati così delicati e ai quali partecipano società come la Montecalvario, che con l’attività sportiva non hanno nulla a che vedere. Dopo aver letto però questa mattina alcuni articoli e alcune interviste rilasciate dai dirigenti della Montecalvario, dobbiamo fare alcune precisazioni.
Nel corso del secondo tempo della partita giocatasi ieri al Denza, i nostri calciatori sono stati aggrediti dai tesserati della Montecalvario, senza alcun reale motivo, se non la frustrazione per l’ennesima sconfitta contro la nostra squadra, a cui la formazione dei Quartieri Spagnoli stava andando incontro. Diversi nostri calciatori hanno riportato lesioni anche gravi, un nostro dirigente accompagnatore è stato colpito alla testa e alla bocca con un oggetto contundente, perdendo addirittura conoscenza per qualche secondo.
Nelle interviste rilasciate oggi, il dirigente della Montecalvario Raffaele Valentino si arrampica sugli specchi con una serie di clamorose bugie, cercando di scagionare i tesserati della sua società, ma tirando fuori una difesa d’ufficio che risulta patetica se non comica. Valentino si adopera in una serie di falsità: parla di una testata di un nostro calciatore che non è mai esistita (il calciatore in questione, dopo aver subito fallo, è stato due volte colpito, allo stomaco e alla testa, a gioco fermo); parla dell’arrivo di tifosi della Lokomotiv in campo con bottiglie e spranghe; parla della necessità di impedire ai tifosi verdenero di presentarsi su campi “frequentati da donne e bambini”.
Il signor Valentino forse non sa che dopo l’aggressione che i nostri calciatori hanno subito all’interno del campo, alcuni (due!) dirigenti della Lokomotiv si sono presentati al cancello dell’impianto chiedendo l’immediata uscita dei nostri ragazzi, al fine di evitare che le aggressioni portassero a conseguenze più gravi. Mentre i calciatori della Montecalvario prendevano a calci lo spogliatoio dell’arbitro cercando di aggredire anche lui, i due dirigenti sono stati picchiati e allontanati con le maniere che contraddistinguono questa squadra(ccia) parafascista, maniere che tante squadre in Campania hanno avuto modo di “apprezzare” nel corso di questi anni. Il tutto avveniva sotto gli occhi dei giovani atleti della nostra Scuola calcio popolare, che credevano di essere venuti a vedere una partita di calcio, e hanno dovuto invece osservare i loro allenatori e dirigenti picchiati con delle mazze dai giocatori e dai dirigenti della squadra avversaria. “Vi abbiamo distrutti!”, si vantava addirittura un calciatore della Montecalvario parlando con un nostro giovane tesserato di ben undici anni!
Valentino parla infine di una assunzione di responsabilità (tipico di chi è colpevole), ma chiede che anche la Lokomotiv sia punita in modo severo. Consigliamo al signor Valentino (che definisce “amico” il nostro dirigente pestato dai suoi tesserati!) di ricalibrare le proprie dichiarazioni: la Lokomotiv non ha fatto nulla per cui merita di essere punita, è anzi orgogliosa del comportamento dei suoi calciatori, capaci di trattenere il loro istinto e addirittura di subire, pur di non compromettere un campionato che abbiamo tutte le carte in regola per vincere sul campo. A tal proposito, ci piace ricordare che la Montecalvario gioca in Prima categoria pur non avendo ottenuto (a nostra differenza) nessuna promozione sul campo; che i suoi calciatori sono noti in tutta la regione per essere frequenti a intemperanze, risse, provocazioni, cosa che però non impedisce l’ambiguo supporto che a questa società riservano in tanti, dalla Federazione stessa, fino addirittura all’assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello.
Tra queste provocazioni, segnaliamo i frequenti saluti romani che alcuni giocatori della formazione dei Quartieri sono soliti effettuare davanti ai nostri tifosi, anche loro estremamente maturi a rispondere solo con qualche bordata di fischi e improperi a cotanta ignoranza e stupidità. Se i nostri tifosi si sono presentati in massa davanti al cancello del campo, è stato perché i calciatori della Montecalvario avevano aggredito i nostri giocatori; è stato perché un nostro dirigente è stato pestato e colpito con una mazza alla testa; è stato perché due altre persone del collettivo che organizza le attività sono state malmenate quando hanno chiesto l’immediata uscita dal campo dei calciatori.
Non è nostra abitudine interloquire con le forze dell’ordine e risolvere le questioni attraverso denunce e codici penali. Ed è perciò che fino a oggi non ci siamo espressi e non abbiamo preso parola su quanto accaduto. Attendiamo invece con interesse il referto del direttore di gara, sul quale l’intervista di oggi effettuata da Valentino tenta pateticamente di mettere pressione. Attendiamo allo stesso modo di sapere dalla FIGC che cosa intende fare per arginare l’operato di questi signori che rovinano l’immagine di uno sport già ampiamente compromessa, ma – cosa che ci fa rabbia maggiormente – lo fanno davanti agli occhi dei nostri giovanissimi atleti (cento, tra i cinque e i tredici anni) che sono il vero nostro interlocutore, e obiettivo del duro lavoro sociale che portiamo avanti.