LANDOLFI: “CON OLIVIERI AVREI PREFERITO UN CONFRONTO VERBALE”

Attraverso un’intervista rilasciata a SportCampania l’ex difensore dell’Agropoli Gianmarco Landolfi ha raccontato il motivo per cui ha scelto di scendere in Promozione con la maglia della Calpazio e quello che è successo con l’allenatore dell’Agropoli Massimiliano Olivieri prima del suo addio anticipato. “Sono qui perché la Calpazio mi ha offerto un progetto importante, di crescita biennale o triennale. La società è composta da persone che conosco, tutte brave persone. Faranno un campionato di vertice poi nel corso della stagione capiremo se a vincere o play-off. Sicuramente è un progetto importante, partiranno dall’ossatura con tre quattro calciatori dello scorso anno, i capaccesi doc, poi puntelleranno la rosa con giocatori di livello, adatti al progetto. Sceso di categoria? E’ una scelta personale, una scelta di vita e di lavoro”. Per quanto riguarda la sua ultima esperienza all’Agropoli, il “bomber” agropolese è risultato molto rammaricato e triste per l’epilogo avuto con la sua squadra del cuore: “Con De Cesare ho sempre giocato, ero titolare. All’inizio con Olivieri avevamo un ottimo rapporto, poi con il passare del tempo, alcuni punti di vista differenti, sciocchezze successo nello spogliatoio, che ovviamente non sto qui a raccontare, il rapporto si è deteriorato fino a non parlarci più Il silenzio è un’arma potente, non mi ha detto chiaramente che non ero più del progetto, ma me l’ha fatto capire così e domenica dopo domenica, spedendomi in tribuna. Non discuto le scelte tecniche, non polemizzo per quelle. Olivieri è un allenatore preparato, che ci ha dato una mano, la verità bisogna dirla, ma avrei preferito che ci fosse un confronto. Da uomo gli avrei stretto la mano e gli avrei detto vinci sto campionato. Non così, per l’uomo non per il giocatore. Landolfi non deve piacere per forza, non deve giocare per forza. Così, però, è stato brutto, mi è dispiaciuto. Non sono un problema per l’Agropoli, io sono agropolese, questa è casa mia e sono stato trattato così dopo otto anni qui e dopo quattro da capitano. Pur avendo torto avrei preferito un confronto verbale, ho passato un mese senza ricevere una parola. Avessimo parlato gli avrei potuto anche dare una mano, non capisco questo comportamento. Ognuno, comunque, fa le sue scelte e a me non interessa più”.
Intervista di Cristina Mariano