AGOVINO VITTIMA DEL CALDERONE DI FLAMMIA, IL DS STA DISTRUGGENDO IL POTENZA

Situazione non facile in casa Potenza con il caos che regna sovrano da un po di tempo a questa parte. La cacciata di Marra poi la richiamata di Agovino poi il dietro front di Agovino e il ritorno di Marra. Un caos pazzesco e deleterio per la stagione del Potenza che mai aveva affrontato una situazione di approssimazione del genere con un unico responsabile ovvero il patron/presidente/ds/dg/team manager Daniele Flammia di cui la piazza ancora si interroga su cosa sia e siamo praticamente a febbraio. Flammia dopo le catastrofi causate negli anni addietro e sopratutto a Cava sta continuando sulla falsa riga a fare danni anche a Potenza con effetti devastanti e sotto gli occhi di tutti. Ci si interroga come faccia ancora a stare nel calcio un “dirigente” del genere in grado di distruggere tutto ciò che incontra. Come Attila il buon Flammia sta ripetendo le gesta di Cava anche a Potenza con il pericolo di distruggere l’ennesima piazza blasonata. L’ambiguità sulla sua carica è una mancanza di rispetto verso i tifosi gli sportivi e la città di Potenza che merita rispetto. Se il Potenza si ritrova a lottare per non retrocedere la responsabilità di ciò è da attribuire alla proprietà, e sulle carte il proprietario del club è proprio Flammia. Se il mercato non è stato soddisfacente sia ad inizio stagione che in quello dicembrino la responsabilità è solamente del ds, ovvero Flammia. Se sorgono problemi organizzativi e logistici la colpa è del team manager e anche in questo caso quindi di Flammia. Se si è assistito a una girandola continua di allenatori in pochi giorni la colpa è di chi presiede il club e quindi sempre e solo di Flammia un factotum non avente nè arte nè parte nel calcio  che gioca con il blasone di una piazza importantissima come Potenza come se fosse un giocattolo. Agovino è solo l’ennesima vittima del modus operandi di Flammia che ha tradito anche lui. Il tecnico vesuviano dopo esser stato richiamato ha preferito non fare più ritorno a Potenza rendendosi conto con i propri occhi dello sfracello causato da Flammia e di una situazione figlia della nota quanto evidente incompetenza del patron/ds.  Agovino dopo esserci caduto una volta, due, ha aperto gli occhi rendendosi conto di chi ha avuto di fronte in questi ultimi anni e ha preferito fare dietrofront evitando la terza caduta nel vuoto. Le chiacchiere e le false promesse di Flammia non sono bastate ad ammaliare Agovino richiamato come tappa buchi dopo la cacciata di Marra e i precedenti in cui è incappato l’ex allenatore della Cavese sono serviti da lezione per Agovino che ha dato fin troppo credito a un dirigente improvvisato che da due anni a questa parte gioca a fare il direttore sportivo senza alcuna competenza o trascorso alle spalle. La scelta di richiamare Marra è stata una conseguenza del rifiuto di Agovino di prestarsi al gioco di Flammia, un gioco condito da un eterna incompetenza e improvvisazione a spese del Potenza, altrimenti Agovino difficilmente avrebbe rifiutato di rimettersi al timone in una piazza dal blasone indiscusso. Il gioco di Flammia è stato scoperto e anche Agovino che (sbagliando) si era fidato ne ha pagato le conseguenze sulla sua pelle e ora si ritrova a casa a digerire una stagione da incubo facendo mea culpa. Ma nel calcio come nella vita le scelte sbagliate si pagano a caro prezzo, e di questo siamo sicuri ne è consapevole anche Agovino stesso. Sergio Vessicchio