AVELLINO, RASTELLI SI SFOGA: “NON HO TRADITO NESSUNO, ERO DIVENTATO INGOMBRANTE PER QUALCUNO”

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Dopo l’amaro addio che si è consumato tra Massimo Rastelli e l’Avellino, l’attuale allenatore del Cagliari ha parlato per la prima volta ai microfoni de Il Mattino, svelando diversi retroscena: “Finalmente è arrivato il momento di gridare al mondo che non ho tradito nessuno e sono stato sempre leale. Onestamente mi aspettavo un trattamento diverso specie da parte di una società alla quale, persino nella fase del distacco, ho dato tantissimo. Come staff abbiamo rinunciato a 70mila euro. Ma non solo. Aggiungo pure che, in caso di permanenza, avrei preteso una squadra per puntare alla A. Per questo ero diventato un pò ingombrante. Prima della rescissione avevo convocato una conferenza stampa. In quell’occasione avrei abbracciato tutti i calciatori che ho avuto il piacere di allenare e i collaboratori. La trattativa però è diventata troppo estenuante e ci è stato consigliato di non rilasciare dichiarazioni”.

Un pensiero va ai tifosi irpini: “Non ho nulla da rimproverarmi. Sono orgoglioso di aver indossato la maglia biancoverde e di essere stato tra gli allenatori con più presenze nella storia. Ma, soprattutto, vado fiero di aver mantenuto la promessa fatta alla tifoseria: ogni giocatore ha incarnato lo spirito dei lupi per ridare dignità ad una tifoseria troppo spesso umilata e presa in giro. Abbiamo scritto belle pagine insieme, ci siamo voluti bene, e come io guarderò con simpatia alla mia ex squadra spero che chi mi ha stimato guardi con piacere all’ex allenatore dei lupi. Conosco il blasone dell’Avellino ma non possiamo far finta di dimenticare quello del Cagliari. La mia è stata una scelta professionale e non economica”.

Tante le critiche piovute nei confronti di Rastelli nei tre anni ad Avellino: “Una minoranza dei tifosi non li avrei convinti nemmeno con la promozione. Le critiche le accetto, se non sono offensive. E non accetto le critiche piovute da persone che fanno parte della società. A campionato finito ho appreso che c’era chi, pur rivestendo incarichi in società, si divertiva da tempo ad apostrofarmi con parole poco simpatiche su Facebook, dove io non sono presente per poter replicare. Una società che ambisce a grandi traguardi non dovrebbe concedersi queste leggerezze”.

Cosa è successo dopo la partita di Crotone? “Il Presidente per spingermi alle dimissioni aveva intenzione di esonerare parte del mio staff. Temendo che sarei andato avanti anche senza collaboratori mise Agosti come tutore del mio preparatore. Al Presidente piace prendersi meriti che non ha. Era impensabile cambiare preparazione a quattro giornate dalla fine del campionato”.

Dopo Bologna tutto era cambiato: “Raggiunti i play-off chiesi a De Vito di iniziare a trattare per un eventuale rinnovo. La risposta fu che la società non aveva la minima intenzione di rinnovarci. Scenario capovolto dopo i play-off. Lunedì 8 ci siamo incontrati e abbiamo deciso di proseguire insieme. Anche allora ho fatto presente che se avessi ricevuto un’offerta di A o una B importante avrei chiesto di essere lasciato libero. La sera stessa arrivò l’offerta del Cagliari. La mattina sono salito a Milano dove mi hanno chiesto di diventare il loro allenatore. La prima cosa che ho fatto è stata di avvertire il Presidente Taccone”.

Biancolino non le ha perdonato di non averlo schierato allo Juventus Stadium:“Preferisco replicare parzialmente perchè lo metterei in grande difficoltà con la città. Sa benissimo il motivo per cui non giocò a Torino”.

Il momento più bello e più brutto di questi tre anni: “L’immagine che porterò per sempre con me è l’applauso che ci ha riservato il Dall’Ara a fine partita. Da brividi. Il più brutto è stato quando mi sono reso conto con quanta facilità e superficialità sono stati buttati via tre anni di lavoro”.

Ugo De Mattia

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