BETTEGA OGGI 70 ANNI,UNA VITA PER LA JUVENTUS

Roberto Bettega compie 70 anni: attaccante moderno, difensore della Juventus

Moderno, completo, acrobatico, capace di affrontare nell’uno contro uno i difensori più forti ma anche Gianni Brera, in un memorabile «duello» verbale alla Domenica Sportiva: Roberto Bettega scollina quota 70 anni oggi, 27 dicembre. E lo fa da terzo marcatore assoluto della storia della Juventus (con 178 gol) dietro a Del Piero e Boniperti e da protagonista con la maglia azzurra (19 gol in 42 gare).

 

Tra Gigi Riva e Paolo Rossi, fra Boninsegna e Paolino Pulici, Bobby gol poteva giocarsi il ruolo del più grande attaccante del nostro calcio, ma al principio e alla fine della sua parabola è stato frenato prima da una grave infezione polmonare e poi da un brutto infortunio, che ne hanno limitato l’esplosione nel momento migliore e nel secondo caso anche la partecipazione al Mundial ’82: il gol a Belgrado contro la Jugoslavia che vale la qualificazione per gli azzurri di Bearzot lo segna lui, prima dello scontro con il portiere dell’Anderlecht, Munaron, di tre settimane dopo, nel quale l’attaccante si rompe i legamenti del ginocchio sinistro.

 

 

Moderno, completo, acrobatico, capace di affrontare nell’uno contro uno i difensori più forti ma anche Gianni Brera, in un memorabile «duello» verbale alla Domenica Sportiva: Roberto Bettega scollina quota 70 anni oggi, 27 dicembre. E lo fa da terzo marcatore assoluto della storia della Juventus (con 178 gol) dietro a Del Piero e Boniperti e da protagonista con la maglia azzurra (19 gol in 42 gare).

 

Tra Gigi Riva e Paolo Rossi, fra Boninsegna e Paolino Pulici, Bobby gol poteva giocarsi il ruolo del più grande attaccante del nostro calcio, ma al principio e alla fine della sua parabola è stato frenato prima da una grave infezione polmonare e poi da un brutto infortunio, che ne hanno limitato l’esplosione nel momento migliore e nel secondo caso anche la partecipazione al Mundial ’82: il gol a Belgrado contro la Jugoslavia che vale la qualificazione per gli azzurri di Bearzot lo segna lui, prima dello scontro con il portiere dell’Anderlecht, Munaron, di tre settimane dopo, nel quale l’attaccante si rompe i legamenti del ginocchio sinistro.

Bettega era stato decisivo anche con il gol nel 2-0 all’Inghilterra e soprattutto con i 9 centri complessivi che avevano portato l’Italia al Mondiale di Argentina 78, proprio grazie alla differenza reti sugli inglesi: nella fase finale, lo juventino segnò ai padroni di casa (oltre che nel 3-1 all’Ungheria), nella vittoria per 1-0 che illuse nella prima fase la Nazionale forse più bella di sempre.

L’uscita di scena invece non è mai stata il suo forte, né da calciatore con la Juventus sconfitta in finale di Coppa Campioni ad Atene dall’Amburgo nel 1983, né da dirigente: senza coinvolgimento diretto in Calciopoli (nella Triade con Moggi e Giraudo faceva da tramite tra squadra e società), assolto anche dall’accusa di doping amministrativo durante l’era Blanc, Bettega ha divorziato definitivamente dalla Signora nel 2010, sostituito da Beppe Marotta.Un finale a fari spenti, per uno che da calciatore si era distinto per la sua intelligenza e la sua abilità verbale, utilizzata anche a lungo come apprezzato commentatore televisivo.

Nel febbraio 78 Bobby gol è all’apice della carriera juventina, protagonista della doppietta del 1977 in quattro giorni, fra la Coppa Uefa a Bilbao (primo trofeo internazionale della storia bianconera) e lo scudetto a Marassi contro la Samp all’ultima giornata, con un punto di vantaggio sul Torino. Dopo uno scialbo pareggio con il Milan, Bettega va in tv e a Brera che punzecchia i bianconeri nel loro rapporto con gli arbitri non le manda a dire: «La Juve è identificata purtroppo in un certo modo e noi ne subiamo le conseguenze: mi sembra che quando si parla di Juventus la si giri sempre in una certa maniera, ma penso che le immagini sul rigore che non è stato concesso su di me parlino chiaro. Se fosse successo a parti invertite, si starebbe a intentare un processo alla Juve e ad Agnelli…».