BONUCCI-ALLEGRI SCONTRO, L’ALLENATORE SEMPRE PIU’ LONTANO DALLA JUVENTUS

Ormai il rapporto è logoro. Lo spogliatoio è totalmente contro Allegri, probabilmente delegittimato dall’atteggiamento della società che gli avrebbe dato il benservito per il prossimo anno e questo l’avrebbe indebolito rispetto alla squadra. L’ultima diatriba in ordine di tempo, quella tra il tecnico livornese e Bonucci, andata in scena in mondovisione durante la partita Juventus-Palermo è solo la punta dell’iceberg di un malessere ormai palese che serpeggia negli spogliatoi della Juventus. Prima di questo scontro, l’allenatore ha avuto problemi con Dybala e Linchsteiner e come dimenticare la grande scenata fatta al centro del campo con Marotta e Paratici dopo la finale di Supercoppa. Insomma c’è una situazione poco serena che non contribuisce a rendere la Juventus tranquilla alla vigilia di un finale di stagione nel quale, almeno per il momento, la squadra più importante d’Italia è impegnata. Lo stile Juve è andato a farsi benedire e tutti fanno quello che vogliono. La Juventus paga oltremisura l’inadeguatezza del tecnico che in tre anni ha bruciato fior di campioni e ha gettato all’aria il modulo vincente. E sarebbe il tentativo di voler rendere camaleontico l’atteggiamento da tenere in campo. I giocatori non vogliono cambi di modulo in corsa, basti pensare che contro il Palermo ne ha cambiati 3, ha cominciato con il 4-2-3-1, ha proseguito con il 4-3-3 e ha chiuso con il 4-4-2. Gli sbalzi tattici non vengono digeriti dai calciatori chiamati molto spesso a fare figuracce e a contemplare gli infortuni. Il divorzio ormai chiaro fra le due parti ha indebolito chiaramente il tecnico e ha dato forza agli scontri dai quali viene fuori la mancanza di professionalità dei giocatori e approfittano dell’indebolimento del tecnico. Ormai tutti hanno capito della separazione e così l’allenatore fa fatica a farsi capire e a trovare un’intesa con loro. Questo potrebbe costare caro nel momento topico della stagione alla vigilia di un appuntamento molto importante come la gara di Oporto. Sergio Vessicchio