CALCIO ITALIANO NESSUNA CRISI ORA SI É COMPETITIVI

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Chiusa la tre giorni di coppe Europee. Bilancio agrodolce, con le Italiane che portano a casa 3 vittorie(una prestigiosa della Juventus a Manchester, una scontata della Roma in casa con il Cska Mosca e una un po’ a sorpresa, ma tanto meritata della Lazio in Europa League, ai danni del Marsiglia), 1 pareggio(da applausi del Napoli a Parigi contro il Psg), e 2 sconfitte(prevedibile, ma indolore quella dell’Inter a Barcellona, imbarazzante quella casalinga del Milan contro il Betis).
Quello da poco conclusosi, è stato il terzo turno, che segna la fine del girone d’andata. Il bilancio della nostre squadre è decisamente positivo, con le squadre Italiane che, in questi primi tre turni, sono risultate le migliori per nazione, con buona pace dei detrattori del nostro calcio.
Di sicuro, quest’anno sembra che qualcosa stia cambiando, l’arrivo di Ronaldo ha sicuramente riacceso i riflettori sul nostro campionato, riportando quel lustro ormai dimenticato da tanti, troppi anni. Ma non è solo Ronaldo. Finalmente arrivano anche i risultati, soprattutto in campo internazionale, che sono quelli che più sono mancati in questi anni, tranne gli exploit della Juventus degli ultimi anni.
Ma allora questa crisi del calcio Italiano?
Sicuramente gli ultimi anni non sono stati i nostri anni migliori, sia in termini di squadre di club, che di nazionale. E proprio la nazionale ha rappresentato una coltellata al cuore, che dopo il mondiale vinto in Germania nel 2006, ci ha visto in un inesorabile parabola discendente, che ha visto il culmine lo scorso autunno, quando abbiamo subito l’onta della mancata qualificazione al mondiale di Russia. Di sicuro i problemi ci sono stati, il nostro sistema calcio ha subito un black out, dove è venuto meno un po’ tutto, come la cura dei vivai, che hanno visto uscire sempre meno talenti italiani, la buona e sana gestione dei club, che per anni hanno speso in lungo e in largo, come se non ci fosse un domani. Ma il vero grande problema per il calcio Italiano, è stato rappresentato dalla diffusa moda dell’esterofilia, sia tra i tifosi, ma anche tra gli addetti ai lavori, con sempre più stranieri che hanno invaso il nostro campionato. Ma questo non deve essere un alibi, perché l’invasione degli stranieri la troviamo in tutti i principali campionati Europei, e più in generale, che ben vengano, se alzano il nostro livello tecnico, come capita con i vari Higuain, Ronaldo, Dybala, Icardi, Mertens, ma il punto è: ne vale la pena andare all’estero per prendere giocatori mediocri e non valorizzare le nostre risorse?
Forse, come detto, questa moda verso l’esterofilia, ha fatto sì che si verificasse questo boom di arrivi di calciatori esteri, non sempre però all’altezza della situazione. Ad esempio, chi quest’anno cercava un centrale di centrocampo, ha snobbato Barella del Cagliari, troppo esosa la richiesta del club sardo di 20 milioni, per poi magari ritrovarsi con i vari N’zonzi(26 mln) o Bakayoko(5+35 mln, non con obbligo d’acquisto, ma comunque valutato 40 mln). Stesso discorso vale per chiesa, che al suo esordio, nessuno ha rischiato quei 15-20 milioni, con il prezzo del cartellino che ora, giustamente, è lievitato a cifre raggiungibili forse solo dalla Juventus in Italia, per poi non farsi problemi invece a prendere alla stessa cifra giocatori come L. Martinez (giocatore valido, ma per età e qualità, quei soldi, si potevano investire su Chiesa alle sue prime apparizioni).

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