CALCIOPOLI ANNULLATA LA CONDANNA DI MOGGI,L’EX DG DELLA JUVENTUS:”ABBIAMO SCHERZATO PER NOVE ANNI”

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IO MOGGI PROCESSO CALCIOPOLI 1

La terza sezione della Corte di Cassazione ha annullato all’1.15 di notte la condanna di secondo grado di 2 anni e 4 mesi a carico di Luciano Moggi nell’ambito del processo penale su Calciopoli. La sentenza è stata letta al termine di una lunghissima camera di consiglio, cominciata alle 19.15 e conclusasi poco dopo l’1 di notte. Questa sera si è chiuso il processo penale su Calciopoli, resta aperto quello civile. Prescrizione anche per l’ex a.d. juventino, Antonio Giraudo.
L'ex d.g. della Juventus, Luciano Moggi. Ansa

L’ex d.g. della Juventus, Luciano Moggi. Ansa

All’una in punto si è sciolta la camera di consiglio e i giudici della terza sezione penale della Corte di Cassazione hanno iniziato a leggere il dispositivo. Moggi prescritto per l’imputazione di associazione a delinquere, mentre viene annullata la sentenza per due frodi sportive poerché il fatto non sussiste. Giraudo prescritto per associazione a delinquere. Bertini, Dattilo e Mazzei assolti perché il fatto non sussiste. Rigetto del ricorso per De Santis per il quale viene confermata la condanna. Inammissibili i risarcimenti civili. Rinvio al giudice civile competente per l’eventuale risarcimento della Figc.

LUNGA GIORNATA
– Quasi sei ore di camera di consiglio, iniziata intorno 19.15 e finita all’una. Non è stata una decisione facile per i giodici della terza sezione. Nella mattinata il procuratore generale Gabriele Mazzotta aveva chiesto l’assoluzione per Bertini e Dattilo, due dei tre arbitri che avevano rinunciato alla prescrizione, e anche per il designatore dei guardalinee Mazzei. Inoltre aveva respinto il ricorso della procura di Napoli che aveva chiesto la condanna di Pieri, Dondarini e Rocchi (già assolti in appello). Richiesta ratificata dalla Corte che ha tenuto in piedi la teoria dell’associazione, sfrondandola però di ulteriori affiliati (Mazzei, Bertini e Dattilo).

E QUINDI?
– Insomma, resta l’impressione di un’associazione che non è… riuscita a delinquere. Perché senza arbitri come si alterano i risultati delle partite? E di arbitri alla fine ne è rimasto uno: De Santis. Un po’ poco, anche perché le assoluzioni degli altri fischietti hanno ulteriormente ridotto le frodi. Bisognerà aspettare le motivazioni (tra qualche mese) e le analisi del giorno dopo (tra poche ore) per avere una visione completa. L’impressione è che, a questo punto, la Cupola Moggiana, grandiosa costruzione di architettura giudiziaria nel 2006, finisca per assomigliare a un edificio diroccato, che ha perso nel corso degli anni mattoni e architravi. Della Calciopoli del 2006 rimangono i resti e delle condanne che, alla luce di quanto emerso in questi anni, stridono un po’. Ma non finisce certo qui, perché da questo momento potrebbe rientrare in scena la Giustizia Sportiva: la Juventus ha pronto il ricorso all’articolo 39 per la revisione e le assoluzioni della Cassazione sono altri proiettili per la sua cartuccera.
LE REAZIONI

Dattilo. Ex dg Juve: processo finito nel nulla

“Abbiamo scherzato per nove anni: il processo si è risolto nel nulla, solo tante spese. E’ stato accertato che il campionato era regolare, regolari i sorteggi e le conversazioni co le schede estere non ci sono state”, ha commentato a caldo Moggi. Per Bertini è stato “un processo tragico” e anche se lui è stato assolto ne è uscito “molto provato”. Deluso invece De Santis, che si sente “discriminato” come “unico arbitro condannato”. La decisione della terza sezione penale ha accolto le richieste del pg della suprema corte Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto di confermare “l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio”. Per Mazzotta erano da convalidare le sentenze di secondo grado, ad eccezione di alcuni episodi di frode sportiva e delle condanne di Bertini e Dattilo. Mazzotta inoltre ha descritto la “struttura associativa” contestata, “nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle, ‘colpevoli’ di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri”. Il pg ha ricordato anche che i sodali del ‘sistema Moggi’ si erano dotati di un “apparato organizzativo con schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell’Inter”.

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