CANNAVARO: “VIA DA NAPOLI PER COLPA DI BENITEZ CON LUI ERO UN EX CALCIATORE, DE LAURENTIIS MI DEVE ANCORA DELLE SPIEGAZIONI”

Otto anni capitano del Napoli, oggi al Sassuolo ma primo tifoso della sua squadra del cuore. Paolo Cannavaro, tra i protagonisti dell’impresa contro l’Inter e in qualche modo fautore del titolo d’inverno della squadra di Maurizio Sarri. Sabato il Sassuolo sarà al San Paolo senza Cannavaro, squalificato.

L’impresa contro l’Inter, con tanto di ammonizione. Per qualche malpensante il cartellino è stato cercato. 

«Scherziamo. Da otto turni ero in diffida, prima o poi doveva capitare. Mi dispiace tantissimo, tra l’altro sono uno dei pochi che andati via da Napoli continua ad essere applaudito dalla tifoseria. Perderò una emozione fortissima. Ma il calcio è anche questo. Tanto per sgombrare il campo da ogni equivoco, qui al Sassuolo ho un contratto a presenze». 

Maradona ha detto che se il Napoli vince lo scudetto arriva in elicottero. Lei? 
«Beh, potrei chiedergli di passare di qua e prendermi. Per far prima. Scherzo, arrivo in treno. Non perderei l’occasione storica di festeggiare. L’ultima volta avevo nove anni».

All’epoca festeggiò in strada? 
«Per una settimana intera. Ricordo perfettamente: eravamo a bordo di vecchi camioncini e con gli amici abbiamo attraversato la città. Mio fratello Fabio disegnò uno scudetto su un muro del nostro quartiere, la Loggetta. Grande quanto una porta, la mia porta quando da ragazzino giocavo per strada». 

Le fa ancor male non essere più il capitano del Napoli? 
«Resto innamorato del Napoli, certo che mi dispiace non poter vivere queste gioie. Per fortuna sono in una squadra dove sto bene e soprattutto mi sento ancora un giocatore importante». 

Direbbe qualcosa a De Laurentiis? 
«Il presidente sa che un giorno mi piacerebbe incontrarlo. Gliel’ho già detto. E si è detto disponibile». 

Motivo? Le piacerebbe lavorare per il Napoli? 
«Gioco ancora e spero di farlo per altri anni. Poi, certo in futuro mi piacerebbe tornare nella mia città. Ma non è questo il motivo dell’incontro. Riguarda il mio addio, vorrei me lo chiarisse». 

Benitez ci ha messo del suo per farla andar via. 
«Sicuramente. Non giocavo più e soprattutto sono arrivato al Sassuolo che fisicamente ero un ex calciatore. Mi sono dovuto allenare il doppio, anche a casa». 

Rancore? 
«E’ un sentimento che non mi appartiene. Non mi farà parlar male di Benitez. E sa perchè? Scaramanzia. Un detto napoletano dice: chi vo ‘o male e ‘llate, tene ‘o male areta ‘a porta ». 

Prima la vittoria del suo Sassuolo, poi il Napoli primo in classifica. Dica la verità, cosa le ha dato più gioia? 
«Non posso scegliere. Il cuore è impazzito, con la testa sono stato orgogliosissimo del Sassuolo». 

Ha sentito qualche suo ex compagno? 
«Ho scritto un messaggio a Reina: Pepe, il premio spetta anche a me. E lui: fratè, se vinciamo a fine stagione volentieri! Tra di noi scherziamo spesso». 

Scudetto possibile? 
«E’ la squadra più forte della serie A, può essere l’anno giusto. Chi gioca a calcio sa che poi ci possono essere tante variabili. Ma possono farcela». 

Con o senza rinforzi? 
«Per me anche senza, ricordiamoci che in panchina il Napoli ha Gabbiadini e Mertens». 

Una promessa in caso di scudetto. 
«Un tatuaggio. Ce l’ho in testa dall’ inizio della stagione. E non è il simbolo del tricolore».