CEFERIN SI CALMI, AGNELLI E’ ANCORA IL PIU’ BRAVO DI TUTTI

 

 

Sono sincero. Sono molto deluso. D’altronde è così. Ognuno ha le proprie idee ed è assolutamente giusto, anzi doveroso, che le esprima e ne sia fiero. Proprio per questo anche io ho la mia. Negli ultimi giorni mi duole notare un attacco così diretto e incondizionato alla figura di Andrea Agnelli, visto da molti come il vero sconfitto del caos nato intorno alla Superlega. Ceferin, invece, risulterebbe il grande vincitore. Sulla questione generale avrei molti quesiti da porre e provo ad andare con ordine.

La Super League è un’idea che non avrebbe successo?

Scrissi già il mio parere in un pezzo precedente. Si parla di un torneo che vedrebbe la partecipazione delle 20 squadre più forti d’Europa. Sarebbero divise in 2 gironi da 10 che si disputerebbero con match di andata e ritorno. Le prime 3 accederebbero ai quarti di finale. Le quarte e le quinte, invece, andrebbero allo spareggio. L’unica partita secca sarebbe l’ultimo atto. Una f…. . Scusate il francesismo, ma non ho altri aggettivi per descriverlo. Questo richiederebbe l’accorciamento dei campionati nazionali che passerebbero presumibilmente da 20 a 18 o 16 squadre rendendoli più competitivi. Insomma, un prodotto dall’appeal totalmente differente rispetto a quello attuale. Agnelli è stato chiaro e, in un’intervista a La Repubblica, ha candidamente affermato che, al fine di attirare i giovani, è necessario competere con Fortnite o Call of duty. Per i meno esperti, si tratta di noti videogames. Questo è il pubblico di cui ha bisogno il football che, quindi, deve creare un’opera a loro vendibile. La Superlega ha sicuramente sembianze abbastanza consone in quanto può regalare in continuazione partite di cartello e spettacoli eccezionali. Avete presente la recente sfida di Champions tra Psg e Bayern Monaco? Dall’entusiasmo, ci si è persino dimenticati di ciò che ci era attorno. Che libidine! Ecco, immaginatevene molteplici. Con tutto il rispetto, come può una gara tra Crotone e Parma competere a livello di attrattiva? E’ impensabile. Si potrebbe pure ideare “un american show” con artisti che si esibiscono nell’intervallo. Insieme al calore dei nostri stadi sarebbe micidiale. Con la globalizzazione occorre cercare pure di catalizzare altri mondi e diverse culture. Il servizio sarebbe, infatti, da cedere in Oriente o proprio negli USA. Solo per esemplificarvi, un conoscente, non appassionato di pallone, mi ha detto che sarebbe stata un’idea affascinante. Fate Voi…

Perchè non è passata?

Credo siano stati errati modi, tempi e, in parte, i contenutiSi è cercato di agire senza Uefa e Fifa e così non ha funzionato. Il mondo politico si è rivoltato e i tifosi, ancora non predisposti a un simile progetto, hanno fatto lo stesso. Occorre lavorarci nel corso del tempo concedendo la chance di digerirlo. Quando sento parlare di “meritocrazia” resto un tantino allibito. Esistono, infatti, squadre che partecipano alla Champions senza essere, in realtà, migliori di altre escluse solo per un motivo geografico. Se la vincente del campionato ungherese entra nella manifestazione, come accaduto al Ferencavaros, potrebbe levare il posto a una compagine più competitiva dei tornei top. Ma così si uccide lo sport! In un certo senso è vero. Non a caso sono contrario a una Superlega completamente chiusa o con pochi posti da conquistarsi sul campoSarebbe necessario aumentare il numero di qualificate per merito sportivo, ma lasciare comunque alcune presenze fisse. Perchè sostengo la tesi delle immortali? I motivi sono molteplici. Uno di questi è puramente economico. In quale impresa è immaginabile che una somma così importante di denaro possa variare per una posizione in classifica decisa all’ultima giornata di un torneo quando immediatamente dopo si dovrebbe iniziare il successivo? Serve un minimo di programmazione. E questi top team faticano a dipendere dal singolo punto con conseguente “capriccio” della stella che non vuole giocare l’Europa League battendo i pugni per andarsene. Scusate la spiegazione necessariamente maccheronica per motivi di spazio. Il calcio è, prima di tutto, un business. Occorre che anche la politica esca da una visione del pallone un tantino romanticamente vetusta. Per carità, non pensate male. Anche io amo quel football, ma mi rendo conto che occorre trovare una mediazione tra target finanziari e gioco. Proprio onde evitare una boriosa e noiosa kermesse fra ricchi che non hanno nulla da perdere, implementerei la qualificazione meritocratica. Si pensi, poi, ancora all’appeal. Ma davvero vi piace la proposta della nuova Coppa effettuata dall’Uefa? Sono 36 squadre che si affronterebbero in un girone unicoOgni compagine giocherebbe 10 gare. Cinque in casa e altrettante in trasferta con sorteggio. Poi, vi sarebbe la fase finale. Si parlava di sudarsi i risultati sul campo, giusto? Non potrebbe essere che l’urna regali a Tizio partite interne più difficili rispetto a Caio. Sicuramente, Ceferin avrà una soluzione anche a questo. Non ne dubito. Personalmente ritengo che il paragone tra i 2 format, a livello di attrattiva, sia oceanico. Credo quindi che, con il trascorrere del tempo, si giungerà a un concetto molto meno elitario di Superlega e quella sarà la strada vincente.

L’etica

Negli ultimi giorni in tanti si sono riempiti la bocca con il discorso dei “sogni negati. Credo che il culmine sia stato raggiunto da De Zerbi. Stimo il mister del Sassuolo come persona. Lo ritengo, inoltre, un grande tecnico. Nutro massimo rispetto pure per la società neroverde. Proprio in questa Communuty, ho redatto più di un pezzo in suo onore. E’ una florida e laboriosa realtà che rappresenta un luogo dalle medesime caratteristiche. Da 7 anni è in serie A e i suoi conti paiono sempre piuttosto equilibrati. Gli sforzi di Mapei sono premiati e mai eccessivi. Non si può che rendere merito a quella piazza. Ma vorrei ricordare che è quanto di più lontano dal calcio romantico possa esistere. Un imprenditore brianzolo, Squinzi, ha acquistato una società emiliana con un numero ridotto di tifosi e l’ha condotta nella massima categoria. Tutto molto bello, ma distante da un’idea di pallone vista come scontro sano tra borgate rivali. In quel club, il business ha giocato un ruolo determinante. Tornando al suo allenatore, Roberto ha sostenuto che la Superlega negherebbe la possibilità ai piccoli club di sognare in grande come se si levasse al figlio dell’operaio la chance di divenire chirurgo o avvocatoE’ stato osannato dai molti. A me pare un immane scivolone mediatico. Intanto risulta sgradevole nei confronti della prima categoria di lavoratori che ha tutta la mia solidarietà e grande onore. In secondo luogo, mi pare un discorso inflazionato e banale. E’ vero, come scritto, che servirebbe un miglioramento del rapporto tra “wild card” e qualificate per merito, ma non cadrei troppo nella retorica. Piuttosto avrei proposto il detto correttivo. Non ritengo nemmeno del tutto esatta l’ipotesi per cui si creerebbe un divario economico eccessivo tra quei team e le squadre che non parteciperebbero al torneo perché, essendo in un sistema che ha rapporti, vi sarebbe una redistribuzione. Detto ciò, ammetto che bisognerebbe effettuare importanti valutazioni finanziarie sul tema. Non vorrei, inoltre, passasse l’immagine per cui le 12 big siano il mostro e il resto del pallone rappresenti l’assoluta lindezza. E’ recente, per esempio, la notizia di possibili gare truccate nella serie D siciliana. Questo è parte del pallone romantico tanto compianto a causa dell’attentato provocato dai cattivi Paperoni. Come tutte le realtà, ha le proprie magagne. Amo l’equilibrio. In un amen si è passati dagli attacchi più pesanti a tale sport, ritenuto da tanti solo un vecchio gioco da persone poco colte, a considerarlo un bene puro di cui non si può fare a meno.

Si può rinunciare alle 12 ex secessioniste?

Beh… In effetti è così. Il pallone è una componente molto importante della nostra società. E’ parte della cultura ed è la disciplina più amata d’Italia, forse d’Europa. Consente di lavorare a tanti dipendenti e la maggioranza di essi non è milionaria. Sono persone comuni con una retribuzione normale che devono, magari, mantenere un intero nucleo familiare. A livello di tifo, le 12 ex secessioniste rappresentano un bacino d’utenza enorme. Escluso il Bayern Monaco, che comunque avrebbe ricevuto l’invito a entrare nel clan, sono le compagini che vincono la Champions dal 2005 e mi risulta difficile immaginare che non sarà così per gli anni a venire. Tre delle 4 semifinaliste dell’attuale massima competizione per club erano parte del gruppo. L’eccezione è rappresentata dal Psg che, comunque, avrebbe ricevuto la proposta di unirsi al gruppo. In Italia sono le dominatrici della serie A da molteplici anni. Lo stesso vale in Spagna e in Inghilterra. Ci si intenda! Non sono più all’interno di un discorso etico, ma meramente pratico. L’Uefa e le Federazioni possono davvero rinunciare a loro? Posso dubitarne altamente? Direi di sìIl comparto dello sport riuscirebbe ad andare avanti senza un contribuente importante come il football? Anche questa è un quesito interessante che vi pongo non avendo le competenze per rispondereChe effetto avrebbe la perdita di questi 12 potenti sulla società? A giudicare dagli interventi della politica e dei media, mi sembra che ne siano una componente davvero rilevante.

Ceferin dovrebbe calmarsi

In sostanza quando sento parlare di vinti e vincitori, non ne comprendo in toto le ragioniE’ assolutamente vero che la Superlega è un progetto, al momento, accantonato. E’ altrettanto realistico che ciò possa non risultare un fatto definitivoMagari, con qualche correttivo e sotto l’egida dell’Uefa, tornerà di moda quando i tempi saranno più maturi. I 12 scissionisti sono più o meno rientrati nei ranghi e alcuni di questi si sono scusati per l’accaduto. Mi riferisco alle compagini d’oltremanica. Altri, invece, hanno frenato, ma ribadendo, con grande onestà intellettuale, che il mondo del football vada riveduto. Parlo delle nostre italiane di cui sono, per questo, molto fiero. Il calcio, com’è oggi, non può mantenersi in vita a lungo. Mi sembra che la miccia sia stata accesa. L’avviso è arrivato ai naviganti dei piani alti e pure agli altri. Attenzione perché, se questi grandi club non vengono aiutati ad addivenire a un pallone più sostenibile, rischiano grosso. Così è in pericolo l’intera filiera. L’Uefa deve redistribuire diversamente i ricavi. Ora si giungerà a trattative? Sono convinto di sì. Ma temo che qualcuno pagherà per ciò che è accaduto. La vicenda non può passare in sordina altrimenti il rischio è quello di essere sotto lo scacco continuo dei club. Una possibile via d’uscita sarebbe lo stabilire punizioni molto pesanti per chi cercherà un altro golpeChi la spunterà? A oggi è difficile saperlo. L’intervista rilasciata da Ceferin a 24Ur mette parecchia paura. La sua rabbia contro i dissidenti è incontenibile. E’ quasi minacciosa. Ho trovato tale intervento sgradevole. Mi sembra una reazione d’impeto pure contraddittoria. Sino a qualche giorno fa, lo sloveno sembrava voler accogliere a braccia aperte i figlioli prodighi del football. Lì, invece, chiama alla possibilità di conseguenze e parla di team legale al lavoro. Insomma, il contrario del “perdono” anche se si mostra più magnanimo nei confronti dei britannici che hanno fatto ammenda. In sostanza, lascia un’immagine di padre padrone davvero poco positiva. Personalmente, sono rimasto allibito e, scusate, ma mi ha indisposto. In un passaggio pare volere essere lui stesso a decidere chi debba sedersi al tavolo del potere. In un altro afferma che capiranno di non sottovalutarlo. Insomma, una roba che non si addice proprio a un presidente di un’entità così importante. Ora si sente onnipotente? Se sì, meglio scendere dalla brocca. Spero che sia la collera del momento perché il calcio rischia di risentire pesantemente della sua foga e delle possibili sanzioni apllicabili. La rappresentazione emersa non è di certo positiva soprattutto se confrontata a quella di GravinaDopo la fermezza iniziale, una volta risolta la situazione a suo favore, il leader della Figc, che sembra capire l’estrema difficoltà conducente a una simile reazione dei 12, ha optato per la linea morbida. Un vero signore. Sulla medesima falsariga si è posto pure Tebas, ai vertici del calcio spagnolo

Agnelli è finito?

Agnelli è stato molto esposto. L’iniziativa della Super League era addebitabile a lui e, soprattutto, a Florentino PerezSicuramente, se confermate le parole di Ceferin, il modus operandi del presidente juventino è a dir poco rivedibile. Senza girarci intorno, per lo sloveno, il piemontese ha agito alle spalle dell’Uefa cospirando dall’interno. E’ chiaro che non ho ragioni per dubitare della tesi dell’avvocato d’oltralpe, ma non mi sento di giudicare a priori il rivale. In questo momento è il bersaglio facile. Tanti colleghi sono contro di lui. Molti tifosi sono scatenati e più media non lesinano attacchi. Vorrei solo umilmente ricordare che è il trionfatore indiscusso dell’ultima decade del pallone italico. Ha conquistato 9 Scudetti, 5 Supercoppe Italiane, 4 Coppa Italia e disputato 2 finali di Champions. Scusate se è poco… Non intendo giustificare un comportamento eventualmente discutibile sul piano umano con i risultati professionali. Voglio solo trattare del valore della persona e delle sue inoppugnabili capacità. Agnelli non è un Dio e può avere errato ma, a costo di apparire ingenuo, ritengo che il suo progetto fosse realmente a fin di bene. Se quanto emerge dalle interviste di Ceferin è reale, non penso sarà semplice per Andrea ritrovare spazio nel mondo del football. La sua immagine ne sta uscendo compromessa. Durante il match contro il Parma, ho visto un uomo triste e ho un fotogramma davanti ai miei occhi. Il compiacimento scialbo e solitario avvenuto probabilmente dopo un gol della sua Vecchia Signora. L’amico fedele, però, non lo ha dimenticato e gli ha dato uno scossone che è sembrato quasi sussurrare: “noi ci siamo! Non ti abbandoniamo! Ci fidiamo di Te!”. Era Nedved a cui Agnelli ha risposto porgendo la mano accolta dal ceco. Si parla di una eventuale sostituzione alla guida della Juve. Il nome nuovo scelto da Elkann sarebbe sempre legato alla famigliaAlessandro Nasi, infatti, è del nucleo. Sono il primo ad augurarmi che lo strappo possa essere ricomposto e che uno dei più grandi presidenti della storia della mia squadra resti saldamente alla sua guida. Altrimenti il suo futuro potrebbe essere in Ferrari dove, comunque, giungerebbe con la Spada di Damocle di quanto accaduto nell’esperienza precedenteSono convinto, però, che il Cavallino tornerebbe a festeggiare. Ha ragione Leo Turrini su Calciomercato.com: “Dal male può nascere un bene”. Auguri Andrea! Io sono con Te! Giovanni Terenziani