CLAMOROSO, LA RED BULL PUO’ COMPRARE L’UDINESE E CAMBIARE NOME E MARCHIO ALLA SOCIETA’

L’Udinese è pronta a compiere un grande passo in avanti nelle gerarchie del calcio italiano e per farlo è pronta ad accogliere nuovi partner commerciali e, perchè no, anche un possibile cambio di brand e proprietà. La notizia a Udine è nell’aria da tempo: la Red Bull, il colosso austriaco delle bevande energetiche, è in trattativa con la famiglia Pozzo per entrare pesantemente nella società friulana.

DALLO STADIO AL MARCHIO – Red Bull è già presente nel calcio globale con sponsorizzazioni e investimenti in diversi club. Il primo è stato il Red Bull Salisburgo (città sede dell’azienda), poi gli investimenti si sono spostati negli USA con la sponsorizzazione dei New York Red Bulls e infine, dal 2009, con la fondazione dell’RB Lipsia. Gli investimenti fatti partono dalla brandizzazione del marchio in cui i due tori rossi appaiono direttamente in tutti gli stemmi. Il secondo punto fisso sta nella creazione di uno stadio di proprietà, spesso lontano dalla città di origine del club, ribattezzato Red Bull Arena. Infine gli investimenti sono stati rilanciati anche sul piano sportivo dove il raggiungimento di determinati risultati è coinciso con importanti acquisti e campagne trasferimenti.

VINCERE SUBITO! – La strategia utilizzata dal marchio austriaco nei suoi investimenti nel calcio è stata fin da subito lineare: vincere e subito per potenziare il nuovo brand fin dalle prime battute. E’ accaduto in Austria dove il “nuovo” Salisburgo dall’ingresso di Red Bull ha saputo vincere 7 titoli nazionali e 4 coppe d’Austria raggiungendo stabilmente la qualificazione in Europa League (sfiorando più volte l’accesso in Champions tramite i preliminari) e ampliando il proprio settore di sviluppo con due formazioni militanti in seconda e quarta lega austriaca. E’ accaduto anche in MLS dove oltre all’arrivo di nomi altisonanti sul mercato come Thierry Henry, i New York Red Bulls hanno sfiorato la vittoria nel 2008 (perdendo in finale contro Columbus Crew) e vinto nel 2013 e 2015 il Supporters’ Shield (premio che va alla squadra che domina la regular season). E infine a Lipsia, dove in soli 7 anni il nuovo RB Lipsia è passato dalla quinta serie tedesca all’approdo in Bundesliga riportando un club proveniente da una città della vecchia Germania dell’Est nella massima serie dopo 8 anni.

LA SCISSIONE IN AUSTRIA – Solo grandi sogni quindi? Assolutamente no, perchè ovunque sia arrivata (Stati Uniti esclusi) la Red Bull è stata osteggiata dalle tifoserie locali che non hanno visto di buon occhio l’inserimento della multinazionale austriaca nel calcio. Ma perchè la Red Bull è così criticata? Tutto parte dalla prima grande operazione della multinazionale nella sua città, Salisburgo. La Red Bull, infatti ha acquisito la storica società Austria Salisburgo nel 2005. Il nuovo management nove anni fa dichiarò che in quel momento iniziava la storia di un nuovo club con un nuovo nome, spazzando via la tradizione del vecchio club. Il cambiamento fu radicale, dai colori sociali (si passò dal viola al biancorosso) al logo (in cui vennero inseriti i due tori rossi e la scritta Red Bull) la storia del club fu di fatto cancellata, tanto da scatenare una reazione violenta della tifoseria che abbandonò la nuova realtà per riformare l’Austria Salisburgo nella terza serie austriaca.

LE CRITICHE A LIPSIA – Anche in Germania, sebbene la Red Bull abbia scelto di partire dal basso formando un nuovo club dal nulla, l’azienda austriaca è stata criticata per la scelta di aggirare le norme federali che vietano ai club di avere più del 49% delle quote nelle mani di un unico proprietario (l’RB Lipsia è al 49% della Red bull e il restante 51% distribuito fra 14 dirigenti della stessa azienda).

LE PROTESTE DEI TIFOSI – In seguito a questi massicci interventi che mirano solo al profitto industriale dell’azienda, un gran numero di piccole tifoserie si è unito contro la Red Bull con proteste, siti web e fan page. Il sito www.nein-zu-rb.de presenta un vero e proprio manifesto anti-RedBull nel calcio mentre la fan page su Facebook Nein zu RB è arrivato a quota 23400 iscritti. Tantissime tifoserie tedesche e austriache si sono confederate e anche gli ultras dell’Udinese si stanno unendo nella protesta raccogliendo l’invito giuntogli dai tifosi del Burghausen. Una scelta di cuore o di portafoglio. Il destino dell’Udinese, comunque vada, potrebbe presto cambiare.