CONI NEL CAOS MALAGO’ TELEFONATA INDEGNA ORA DEVE DIMETTERSI, TERREMOTO IN ARRIVO NELLO SPORT ITALIANO
Un vero e proprio terremoto sta per scatenarsi sullo sport italiano e sul presidente del CONI Malagò. Il presidente è al centro di un fatto gravissimo. Una telefonata tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e l’ex a.d. di Sky Italia Andrea Zappia(foto), risalente al giugno 2020 e finita negli atti di un’inchiesta della procura di Milano (con richiesta di archiviazione) sui diritti televisivi, contiene riferimenti a dirigenti del calcio destinati a scatenare polemiche. A essere intercettato è il telefono di Malagò. La rivelazione è di Repubblica. I presidenti dei club di Serie A “delinquenti veri”. E la Lega di via Rosellini “è un’organizzazione di diritto privato… perché altrimenti li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa…”. E ancora, a proposito dei singoli. Preziosi, ex presidente del Genoa, “un vero pregiudicato”, mentre Lotito: il capo. “E i nostri amici, Juventus e Roma, sono colpevoli quanto lui. Perché alla fine o per un motivo o per un altro, hanno rinunciato a lottare o lo hanno assecondato e sono diventati complici delle sue avventure…”.
Parole pronunciate nei giorni in cui si venne a sapere che Malagò era indagato dalla procura di Milano per falso, in merito all’elezione nel 2018 “per acclamazione” di Gaetano Micciché a presidente della Lega, ai tempi in cui il n.1 del Coni era anche commissario della Serie A. Malagò e Zappia parlano, tra l’altro, di una vecchia indagine del 2014, su una precedente asta dei diritti tv, con conseguente maxi multa dell’Antitrust a Mediaset, Infront, Sky e Lega per intesa lesiva della concorrenza, in quel momento però nessuno si è sognato di chiamare Malagò delinquente e con altri epiteti. Da qui la frase, a proposito della Lega: “Se non fosse un’organizzazione di diritto privato li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa… E invece con i soldi ci fanno il cazzo che vogliono: se li vogliono regalare tra di loro, portarli in Svizzera…”. Dichiarazioni gravissime le quali porteranno decisamente ad un terremoto nell’ambito dello sport italiano. Sono inaccettabili da un presidente del CONI, capo dello sport italiano.
Da questa telefonata e dai fatti viene fuori un’insanabile incompatibilità da parte di Malagò in primis con il calcio e poi con tutto lo sport italiano, il presidente non può più ricoprire questa carica. Malagò è il capo dello sport italiano dal calcio agli altri sport, dare dei delinquenti a tutti presidenti della serie a che mantengono in piedi con sforzi e sacrifici il mondo del calcio dal quale attinge anche tutto il mondo sportivo è un atto villano e da vigliacco a meno che non ci sono prove inconfutabili ma se ci fossero lui avrebbe dovuto attuare attraverso il protocollo a sua disposizione una denuncia dettagliata e precisa ma non l’ha fatta per cui ci troviamo di fronte ad un eventuale omissione di denuncia, ancora più grave. Insieme a lui deve dimettersi anche Frattini dal Collegio di Garanzia dello Sport per evidente opportunità. Detto questo il ministro dello sport Abodi deve subito commissariare il CONI e mettere alla porta Malagò altrimenti diventa connivente di queste nefandezze. Il ministro Abodi viene anche lui dagli apparati federali, come è ben noto ma non può non intervenire perché sarebbe anche questo molto grave. La politica deve intervnire subito anche se la sensazione è che la magistratura entri di diritto in questa vicenda. Sergio Vessicchio
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