FISCHI A GONZALO HIGUAIN E PERCHE’ QUEL DITO PUNTATO VERSO LA TRIBUNA? di Francesco Nettuno
I tifosi del Napoli non potranno mai perdonare il tradimento di Gonzalo Higuain, centravanti della Juventus che fino alla scorsa stagione aveva fatto sognare i tifosi del Napoli a suon di 36 gol (record storico). La scorsa estate è stata vissuta con molta turbolenza dai tifosi azzurri che hanno visto il loro beniamino lasciare il Napoli per andare proprio nella squadra rivale più odiata, la Juventus. Furono tante le polemiche e la cessione del giocatore, seppur avvenuta “automaticamente” in base al pagamento della clausola da parte della Juventus che non necessitava sel “Sì” del Napoli, fece comunque tanto scalpore per i silenzi del giocatore, interrotti da un improvviso amore per i colori bianconeri. Gonzalo Higuain ha voluto la Juventus più di altri club per un motivo in particolare, voleva vincere e questo poteva realizzarlo con i bianconeri. Deluso dalla sconfitta in finale con la sua Argentina e convinto dal futuro compagno di squadra, Paulo Dybala, Higuain aveva chiesto al fratello e procuratore, Nicolas, di fare di tutto affinché la trattativa potesse andare in porto e così è stato. Arriviamo ai giorni nostri, Higuain è ritornato al “San Paolo” due volte in pochi giorni per la gara di campionato e Coppa Italia ed è stato letteralmente sommerso dai fischi e dagli insulti di uno stadio strapieno di tifosi amareggiati e delusi dall’atteggiamento di colui che fino a pochi mesi fa era visto come un re. Nella gara di campionato, Higuain si è limitato a sorrisi ironici e a qualche smorfia di dissenso, ma nella gara di Coppa Italia ha lanciato segnali forti e chiari alla sua ex tifoseria che proprio non poteva fare a meno di fischiarlo ogni volta che toccava un pallone. Nel pre partita, l’argentino si è prima toccato le orecchie come per dire: “vi sento!” e successivamente si è recato sotto la tribuna dove ha più volte puntato il dito facendo intendere che i motivi del suo addio al Napoli sono da ricercare nell’atteggiamento del Presidente, Aurelio De Laurentiis. Certo, il trasferimento è stato voluto dal giocatore e De Laurentiis non poteva far nulla per bloccare la clausola, ma dato che ormai tutti sanno che Higuain è assetato di vittorie, è possibile quindi interpretare il suo messaggio come: “me ne sono andato da Napoli perchè il vostro Presidente non vuole vincere, quindi prendetevela con lui e non con me!”. Troppo facile Gonzalo, il Presidente del Napoli pur facendo un ottimo lavoro dirigenziale, proprio non riesce (o non vuole) alzare quell’ “asticella” che potrebbe portare il Napoli alla vittoria di trofei importanti, ma non per questo motivo un giocatore amatissimo da una tifoseria la lascia con tanta facilità per la squadra più odiata. Napoli ha visto andar via Lavezzi e Cavani al Paris Saint Germain, certo, i tifosi ci sono rimasti male nel vedere questi idoli andar via, ma di sicuro non saranno mai odiati perchè hanno compreso la loro voglia di vincere ma ne hanno apprezzato anche il rispetto nell’andare in una squadra straniera che non fosse rivale. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma adesso è troppo facile scaricare le colpe su De Laurentiis quando tutti hanno appreso l’atteggiamento di un Higuain che quando era al Napoli faceva intendere che la Juventus giocava sporco per vincere e adesso ne è diventato quasi il leader principale solo per la sua sete di vittorie. Tra l’altro questa vicenda è contornata anche dai messaggini del fratello e procuratore di Gonzalo, Nicolas, il quale si diverte attraverso i social network a dichiarare il suo godimento nel vedere la faccia di De Laurentiis ai gol di Gonzalo contro il Napoli quando fino alla scorsa stagione accusava la Juventus di vincere grazie agli “aiutini” degli arbitri. Insomma, una storia piena di controsensi ma che ha una sola certezza: Higuain ha scelto di giocare nella Juventus perchè ha una mentalità vincente e sa di poter vincere grazie all’organizzazione societaria e alla determinazione di giocatori del calibro di Buffon, Chiellini, Bonucci e Barzagli, tutti allenatori in campo, capaci di tenere sempre alta la voglia e la grinta di una squadra che fa della vittoria l’unica cosa che conta. Francesco Nettuno