GELBISON, IL PIANO DI PIROZZI HA AVUTO BUON FINE MA L’ATTUALE CLASSIFICA E’ FIGLIA DEL SUO METODO

Il copione era stato studiato attentamente, le basi per subentrare pure. Egidio Pirozzi ha ottenuto ciò che voleva, ovvero essere al comando della Gelbison. E non importa se la squadra di Vallo della Lucania si ritrova nei bassifondi della classifica anche grazie alle destabilizzazioni esterne fatte dall’attuale allenatore dei cilentani durante la gestione Logarzo. L’intento di Pirozzi era solo uno, quello di spodestare l’ex tecnico dei vallesi per sedersi sulla panchina rossoblù. Un obbiettivo preciso e messo a fuoco da tempo. E se il fine giustifica i mezzi di certo come scenario della contesa c’era una squadra come la Gelbison, una delle società più importanti e blasonate dell’intera campania che rappresenta un patrimonio prezioso di una città importante come Vallo, che ha patito le continue e costanti pressioni dell’ex allenatore dell’Agropoli. Pirozzi pur di “fare le scarpe” al collega Logarzo oltre a screditare il lavoro di quest’ultimo contattava quotidianamente i calciatori della Gelbison e il ds Albano preparando il campo per una sua ascesa. Una manovra scorretta e deleteria nei confronti del tecnico Logarzo e della Gelbison stessa che ha pagato le continue destabilizzazioni di Pirozzi annaspando nelle zone basse della classifica grazie alla confusione messa in atto dall’attuale tecnico dei Vallesi. Le continue e asfissianti pressioni attuate da Pirozzi hanno avuto una sponda importante  però all’interno dell’ambiente Gelbison che ha favorito il suo insediamento, e corrisponde al nome del ds Giuseppe Albano che ha favorito il cambio tecnico di comune accordo con l’allenatore ebolitano. Albano aveva annunciato le sue dimissioni dopo la disfatta di Frattamaggiore comunicandole allo spogliatoio dopo la gara. Non a caso dopo l’esonero di Logarzo il ds è rimasto al suo posto senza presentare le dimissioni come consuetudine del calcio vorrebbe. Una prassi consolidata ed elegante da sempre presente nel calcio tanto da essere considerato un atto dovuto. Ma il “metodo Pirozzi” superata la prima fase prevede che nessuno dall’esterno metta in atto una guerra psicologica e di destabilizzazione come da lui perpetrata nei confronti dei calciatori in primis, e di tutto l’ambiente poi. E siccome nessun altro difficilmente dall’esterno effettuerà interventi mirati a creare confusione ecco ritrovare momentaneamente una calma apparente. Anche ad Agropoli Pirozzi una volta subentrato fece buoni risultati all’inizio, salvo poi rivoltarsi la squadra e la dirigenza contro per la sua pochezza tattica e il suo fare arrogante. Un effetto boomerang che Pirozzi ha sempre pagato durante le sue gestioni. Ma nel caso della Gelbison la squadra è stata vittima delle sue continue destabilizzazioni che l’hanno portata a lottare per la permanenza della categoria nonostante una rosa di tutto rispetto, mentre ad Agropoli subentrò dopo sole 3 giornate di campionato. La vittoria di Scordia(arrivata anche grazie alle numerose assenze dei siciliani) è la prova che una volta finite le pressioni esterne e trovata una parvenza di tranquillità la squadra ha incominciato ad esprimersi come da potenziale previsto. La domanda che sorge spontanea però è la seguente: se la Gelbison avesse incominciato il campionato senza le continue destabilizzazioni esterne che ha subito in che posizione di classifica si troverebbe? Sergio Vessicchio