GIORNALISTA MOLESTATA: ADESSO PARLO IO, ORA SI STA ESAGERANDO, QUESTO E’ SESSISMO AL CONTRARIO di Sergio Vessicchio

Un sessismo inverso, la mistificazione della realtà a favore del politicamente corretto, si parla di violenza sessuale quando invece si è di fronte a una molestia che, seppur condannabile senza riserva alcuna, non può determinare un daspo di 3 anni e l’accusa penale di violenza sessuale. Per il daspo, quindi l’obbligo di firma e l’allontanamento dagli impianti sportivi, è necessario all’interno o all’esterno di questi un atto di violenza oppure una condotta che inneschi un clima di tensione, mentre una violenza sessuale è tutt’altro che una semplice e leggera pacca su una natica. Sull’episodio, ripetiamo condannabile, non ci piace questa eccessiva esasperazione, quest’ingigantimento mediatico sul quale si è lanciata la giornalista Greta Beccaglia cavalcando l’onda dello scandalo (se così si può chiamare), sicuramente la notorietà grazie a questa vicenda la sta risarcendo più di qualsiasi somma o pena possa chiedere all’autore del maleducato gesto, perché in fin dei conti si parla di maleducazione e di una molestia e non di violenza sessuale, perché di violenza non possiamo proprio parlarne, sarebbe uno schiaffo a chi realmente è vittima di violenze, di chi costantemente viene molestata, donne che seriamente hanno sofferto nel silenzio e hanno avuto il coraggio di reagire denunciando i loro persecutori, e non di qualcuno alla ricerca di pubblicità e notorietà per aumentare i follower su Instagram. La Procura di Firenze ha formalizzato l’accusa di violenza sessuale a carico dei due tifosi della Fiorentina denunciati dalla Questura per le molestie alla giornalista avvenute sabato 27 novembre mentre era in diretta collegata con lo studio di Toscana Tv dopo la partita Empoli – Fiorentina all’esterno dello stadio empolese ‘Castellani’. Lunedì scorso la giornalista ha presentato in Questura la querela per denunciare i due molestatori che l’avevano palpeggiata nelle parti intime.

 

 

 

Questa è la vera ingiustizia, una severità eccessiva della situazione ingigantita da un paese bigotto e incoerente dinanzi a temi sociali sensibili, la giornalista senza dubbio ha fatto bene a indignarsi per una leggera pacca sul sedere e su questo noi siamo dalla sua parte condannando il gesto maleducato e irrispettoso, dall’altro però non parteciperemo a questo gioco al massacro in cui in passato ci siamo trovati anche noi, questo tritacarne mediatico amplificato dove la cosa importante è quella di sbattere il mostro in prima pagina dandogli fuoco in piazza. Non ci accoderemo al pensiero comune, come delle pecore, anche perché da questa vicenda oltre agli aspetti negativi fuoriescono anche tanti di positivi per la giornalista, probabilmente arriveranno le ospitate in tv, l’invito in trasmissione da Barbara D’Urso, un contratto da SKY o DAZN chi lo sa, e in quel caso veniteci a spiegare la meritocrazia e la bravura dove si trova, veniteci a spiegare in cosa si è bravi nel denunciare l’ovvio, perché un gesto deprecabile sfora nell’ovvietà e notarlo non è bravura ma un atto scontato.

 

 

 

 

Come esprimeremo sempre massima solidarietà e vicinanza al presentatore della trasmissione della Beccaglia Giorgio Micheletti il quale, dopo averla difesa in diretta, dissociandosi da quanto accaduto a favore della collega, è stato costretto a scusarsi (anche in questo caso in diretta) per una cosa che non ha fatto, per una cosa verso la quale già aveva preso le distanze, ma soprattutto venendo sospeso vergognosamente dall’emittente di appartenenza per il semplice motivo che bisognava dare del sangue in pasto alla folla inferocita, e per dare seguito alla telenovela che sta rendendo famosa la signorina. Questa non è violenza verso il collega e verso la sua famiglia? La Beccaglia farebbe bene a mettere un freno e a smorzare i toni perché le scuse sono già arrivate, le interviste e i follower pure, sarebbe ora che iniziasse a concentrarsi sul lavoro e a dimostrare a tutti che se un giorno dovessero chiamarla a SKY o DAZN (glielo auguriamo) non sarà per questa vicenda ma solo per le sue capacità e la sua bravura professionale. Avremmo preferito incontrarla qui a Salerno in sala stampa, magari per intervistare la stella dei granata Ribery, e non per parlare di tutto questo. Sergio Vessicchio