Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, ha parlato ai microfoni di Tuttosport, tra calcio e politica, messa da parte per un’intervista. La Juve, il Napoli, Allegri e il mercato. Ecco le sue dichiarazioni: “Sono un grande amico di Giampiero Boniperti? In luglio compirà 90 anni: che personaggio straordinario. Abbiamo condiviso una legislatura europea, dal ‘94 al ‘99 e per me è stata un’esperienza splendida. Anche perché l’ho vissuta gomito a gomito con un autentico Mito, come Charles, come Sivori”.

  “La Juventusha fatto qualcosa di unico, di irripetibile. Tuttosport l’ha collocata nella leggenda del calcio mondiale: una scelta giusta, doverosa, legittimata dai risultati che in questi sette anni hanno visto i bianconeri dominare la scena italiana. Sette scudetti e quattro Coppe Italia di fila non li aveva mai vinti nessuno, prima d’ora. E non è soltanto una questione di trofei allineati al J Museum. Quando in serie A ci si interroga sulle ragioni della supremazia juventina, è necessario evidenziare come esse affondino le loro radici nell’organizzazione e nella programmazione della società presieduta da Andrea Agnelli. Senza dimenticare mai che cosa fosse accaduto nel 2006, l’annus horribilis della Juve. Credo che poche altre società al mondo sarebbero state capaci di sopravvivere. E vorrei ricordare che il, 9 luglio 2006, a Berlino, finale mondiale Italia-Francia, in campo c’erano Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Camoranesi e Del Piero con gli azzurri; Thuram, Vieira e Trezeguet tra i francesi.

36 SCUDETTI –  I scudetti vinti sul campo dalla Juve sono 36 e che a casa propria ognuno ha il diritto di regolarsi come meglio crede. Mi stupisco ci sia ancora qualcuno che polemizzi per questa storia”.

 “Premessa doverosa: il Napoli merita soltanto applausi, la sua è stata una stagione eccezionale, ma la Juve ha avuto il merito di credere nel titolo sino alla fine. E non è stata soltanto una questione di hashtag. De Laurentiis parla di scudetto rubato e della partita con l’Inter? No, non parlerei in questi termini. Ci sono state delle scelte di Spalletti non condivisibili, come la sostituzione di Icardi, anche se giocare in dieci è sempre difficile. Per il resto, lascerei perdere, non ci hanno rubato nulla, il Var a volte non è stata utilizzato o utilizzato male in precedenza, quando avremmo potuto prendere più distacco sulle avversarie. Avremmo potuto evitare il calo se fossero stati utilizzati tutti i giocatori e poi, io non avrei mollato le Coppe. Primo: il Var ha funzionato molto bene nella prima stagione di sperimentazione al punto che si è dimostrato indispensabile. Secondo: comprendo il rammarico del Napoli per l’epilogo del duello scudetto, ma, nell’arco dell’intera stagione, gli errori arbitrali non hanno avuto un peso determinante sull’esito finale. Ritengo che, alla fine, la differenza l’abbia fatta la capacità della Juve di programmare i propri forzi per reggere l’urto del Napoli fino all’ultima giornata, pur arrivsndovi con la lingua penzoloni. In tema di arbitri, esulando dal contesto della serie A, vorrei dire che Buffon a Madrid non sarebbe dovuto essere espulso da Oliver”.

  “Ripartire? Da Milinkovic-Savic e da Perin. So benissimo che il primo costa un occhio della testa e ingaggiarlo sarà un’impresa titanica, ma qualcosa mi dice che la Juve non lascerà nulla d’intentato. Perin è un grande portiere, Mancini l’ha chiamato in Nazionale, il che dimostra una volta di più il valore del capitano del Genoa. Una squadra del calibro della Juve ha bisogno di due grandi portieri: fra campionato, Champions, Coppa Italia e impegni con le massime rappresentative, il rischio di infortuni e squalifiche di un estremo difensore è troppo elevato per non cautelarsi”.