GRAGNANO, POLVERINO: “VINCERE A GRAGNANO GRANDE EMOZIONE, MR.COPPOLA DECISIVO”
Personalità da vendere, fisico prestante e un sinistro che disegna traiettorie deliziose. Bastano queste poche parole per descrivere nel migliore dei modi Giacomo Polverino, uno dei pilastri del Gragnano vincitore del girone B del campionato di Eccellenza. Classe 1987, Polverino ha già una solida carriera alle spalle con due puntate in Lega Pro, nel 2011/2012 con il Neapolis e nella seconda parte della scorsa stagione calcistica con l’U.S. Arzanese totalizzando nel complesso più di trenta presenze. Dopo un’estate in bilico tra Progreditur Marcianise e Turris, il giocatore era rimasto in serie D con l’Arzanese prima di approdare a dicembre in maglia gialloblè. Una questione di cuore per Giacomo, già protagonista a Gragnano nell’annata 2006/2007, quella della storica promozione in serie D battendo i siciliani del Carini nella finale dei play off (2-0 in casa dopo aver perduto 1-0 in Sicilia all’andata). Dolci ricordi per i tifosi gragnanesi che il giocatore ha contribuito a rinfrescare in questi mesi conseguendo nuovamente la serie D, stavolta però dominando il campionato. “Vincere un campionato, a Gragnano poi, è una grande emozione, difficile da spiegare a parole. In quel pomeriggio a Vico la mia gioia fu comunque contenuta perchè nel Real Vico Equense gioca un mio fraterno amico, Roberto Guadagnuolo. Un uomo, prima ancora che un calciatore, che merita ben altri palcoscenici. Ero quindi felice si ma anche un po’ dispiaciuto per lui”. Per un ragazzo così, che anche nei momenti di gioia si ferma a pensare agli amici usciti sconfitti dal terreno di gioco, non potevano che essere stati decisivi, per il ritorno nella “Citta della Pasta”, l’affetto e l’amore per la maglia. “Sono tornato a Gragnano per vari motivi. In primis perché sono innamorato di questa maglia, la porterò sempre nel cuore. Ha contribuito inoltre la presenza in rosa di Savino Martone ed Aniello Vitiello, con i quali due anni fa vinsi il campionato proprio a Vico Equense. Infine è stato decisivo il pressing asfissiante di un grande gragnanese, Nunziante Balestrieri. Mi contattava praticamente ogni giorno!”.
Polverino non ha avuto quindi problemi a calarsi nella realtà dello spogliatoio gialloblè, anche grazie al tecnico Maurizio Coppola. “Uno spogliatoio di ragazzi eccezionali. Il mister è stato assolutamente decisivo, magistrale nel gestire le difficoltà e comprendendo tante volte gli umori di un gruppo con tante personalità forti”.
Un giocatore eclettico, che fa la fortuna di ogni allenatore. In poco più di quattro mesi si è ritrovato a giocare praticamente in ogni ruolo della difesa e poi anche a centrocampo, nelle ultime decisive partite. “Si, posso giocare un po’ dappertutto ma il ruolo che mi piace di più è quello di interno di centrocampo perché posso sfruttare le mie qualità sia al servizio dei compagni che in proprio in zona gol”.
Settimane intense, alla caccia di un primato prima perso e poi ritrovato. Due sono le partite chiave secondo Polverino. “Innanzitutto, paradossalmente, la sconfitta nello scontro diretto contro il Sant’Agnello. Nonostante il risultato, dimostrammo di essere superiori. Poi sicuramente il Derby contro il Sant’Antonio Abate, il match a cui i tifosi tenevano di più”.
I tifosi appunto, una componente chiave per ogni successo. “Sono stati magnifici nonostante i tanti divieti, che a volte ci sono sembrati fin troppo esagerati. Forse qualcuno soffre un po’ la piazza di Gragnano. Per questo motivo comunque sono ancora più contento di aver vinto”.
L’anno prossimo per i gialloblè sarà serie D, una categoria che il tuttofare napoletano conosce bene. “E’ indubbiamente diverso rispetto all’Eccellenza. Ci sono piazze importanti, storiche. A mio avviso la differenza in D la fanno i giovani forti. Noi da questo punto di vista siamo già messi bene, abbiamo ragazzi con qualità importanti che possono crescere insieme ai giocatori più esperti, da Martone a Vitiello passando per Gargiulo, Loreto, Carotenuto, Di Ruocco e tanti altri, che secondo me possono fare la D ad occhi chiusi”
Gennaro De Stefano