ITALIA LA VIA DEL GOAL
La domanda non e’ chi giocherà, ma chi segnerà. Con indosso le maglie azzurre impregnate della storia più recente di Paolo Rossi, ‘Spillo’ Altobelli, Alessandro Del Piero, Filippo Inzaghi, ‘Bobo’ Vieri, i cinque attaccanti a disposizione oggi dell’Italia di Conte per Euro 2016 sono chiamati a una prima vittoria: sconfiggere la crisi del gol. Pellè il centravanti titolare, Eder la sua spalla naturale, Zaza prima alternativa, Insigne reinventato seconda punta, Immobile rientrato all’ultimo: tutti insieme fanno 11 reti in 55 partite azzurre complessive. Ed e’ proprio la loro scarsa vena a provocare l’allarme, in una nazionale che in due anni non e’ mai andata oltre la vittoria con due gol di scarto, solo una volta ne ha segnati tre in una volta, e nel complesso e’ ferma a 28 reti in 20 partite.Basta scorrere la lista dei marcatori azzurri per capire: il solo Inzaghi collezionò 25 gioie personali in 57 presenze e il capocannoniere tra i ventitre di oggi e’ il centrocampista De Rossi, in pratica ad una media gol molto simile al quintetto attuale nel suo complesso (18 in 103 partite). Ogni epoca ha i suoi eroi, certo. Ma neanche Conte ha nascosto la preoccupazione, quando ha invitato tutta la nazionale a “un maggior cinismo sottoporta” e si è augurato quel pizzico di fortuna che consenta di trovare se non un bomber vero almeno uno Schillaci: gol, sblocco e via andare sulle ali dell’entusiasmo. Il paradosso risalta ancor di più, vista l’intenzione del ct di portare sul palcoscenico europeo una nazionale d’attacco. ”Il Belgio e’ fortissimo davanti, un po’ più debole dietro – ha fatto notare Insigne, consapevole della forza di Mertens e compagni – Per questo stiamo facendo allenamenti specifici sul loro punto debole”. Il piccolo attaccante del Napoli – corpo estraneo all’azzurro del Mondiale 2014, poi vicino alla rottura con Conte e ora reintegrato nel progetto come seconda punta – non ha nascosto anche un’altra verità: “I nostri avversario di Lione hanno tanti attaccanti che saltano l’uomo e giocano in top club”. Il Chelsea di Hazard, il City di De Bruyne, lo Zenit di Witsel, il Liverpool di Benteke vogliono dire abitudine al calcio ad alta intensità di Premier o Champions.Dall’altra parte, Immobile confessa stati d’animo opposti. ”Ho avuto paura di perdere la nazionale, dopo l’infortunio con i fisioterapisti del Torino ho lavorato anche la domenica – racconta il centravanti granata – e quando e’ arrivato il momento della telefonata finale per la chiamata, ero molto nervoso. Ma ora so di avere un’occasione importante, la vetrina di Euro 2016″. Conte spera ovviamente che i suoi ragazzi non si fermino all’appagamento della chiamata, e in ogni caso li tiene sulla corda. “Con lui nessuno e’ sicuro del posto”, assicura Eder, che pure ha nel ct il suo mentore anche in questo periodo nero sotto il profilo personale. Quanto al gioco delle coppie, tutto e’ possibile. “Io mi adatto a fare la seconda punta”, assicura Insigne esploso con Sarri in altro ruolo; “insieme a Lorenzo ho giocato una vita, con Zaza sono nato, con Pellè o con Eder ho giocato”, gli fa eco Immobile, prima di svelare come si distrae dalle tensioni della corsa a una maglia (“Guardo Gomorra, e non capisco le polemiche sull’emulazione…”). Tutto è possibile, insomma. Anche che l’attacco si sblocchi e l’Italia di Conte ritrovi la via del gol con i suoi attaccanti.