JUVENTUS IL TEMPO DELLA RESA DEI CONTI
Sembra che alla Juventus, dove il sacro principio che si comanda uno alla volta, e che ognuno ricopre un ruolo ben specifico, sia saltato. Questo è l’aspetto che preoccupa di più. L’addio di Ronaldo, giunto a pochi gironi dalla chiusura del mercato e dopo aver portato in dote alla Vecchia Signora 101 gol in 134 partite ufficiali, è solo l’ultimo tassello di una “notte dei lunghi coltelli” che si sta combattendo nelle segrete stanze della Continassa a Torino. I fatti iniziarono l’estate di tre anni fa, all’indomani dell’acquisto di uno dei due giocatore più importanti e forti del pianeta. La Juventus veniva dai trionfi di sette campionati consecutivi e quattro Coppe Italia. L’arrivo di Ronaldo doveva essere il coronamento del sogno Champions, sfuggita per ben due volte in finale, nel lustro precedente. Evidentemente, questo salto di qualità, in campo e nella società torinese che la proiettava nelle élite dei più ricchi club del mondo,
con gli onori e gli oneri economici che tutto ciò comportava, non aveva trovato tutti d’accordo. Una contesa, sulle prospettive che la Juventus dovesse seguire, che portò alla prima vittima eccellente: L’amministratore Delegato Beppe Marotta. Un annuncio giunto a pochi mesi dopo l’ingaggio dell’asso portoghese e alla fine della partita con il Napoli vinta tre a uno. Evidentemente, quello era solo l’inizio. A giugno, dopo lo scudetto e l’eliminazione dalla competizione delle coppe dalle grandi orecchie nei quarti di finale contro l’Ajax, venne esonerato Massimo Allegri. La colpa? Non aver dato un gioco ad una squadra piena di campioni, e con un fuoriclasse di nome Ronaldo. A tale decisione si arrivò per imposizioni della dirigenza, a firma Paratici, uscita vincitrice sulla linea chiamiamola “marottiana”. Infatti, Allegri era il tecnico che proprioMarotta aveva individuato all’indomani della defezione di Antonio Conte.Ad essere individuato, quale tecnico per far fare il grande salto di qualità nel gioco, e continuare a vincere in Italia e provare la scalata in Europa, venne individuato Maurizio Sarri, fresco del trionfo in Europa League con il Chelsea F.C. e grande condottiero del Napoli spettacolare di qualche anno prima. Intanto, l’arrivo di Conte alla conduzione della squadra dell’Inter, per volere proprio di Marotta che era stato ingaggiato, a sua volta, dalla dirigenza nerazzurra, in due anni, ha riportato tricolore sullemaglie del biscione. Il tutto grazie ad un attaccante che doveva vestire lamaglia bianconera: Romelu Lukaku. Il gran rifiuto di Dybala di andare allo United bloccò l’operazione. Ma veniamo allo scorso anno.
La stagione del tecnico toscano era iniziata discretamente bene, nonostante fosse evidente che i giocatori a disposizione non rispondessero alle caratteristiche da lui invocate. Come sembrava evidente la insofferenza di alcuni della vecchia guardia verso le sue direttive. Lo stesso Ronaldo mal digeriva una sostituzione inflittagli in un Juventus Milan, nonostante il cambio avesse portato alla vittoria bianconera, con una esibizione di malessere che poche volte avevamo tra i giocatori della Juve. Eppure, la
società non faceva quadrato intorno al tecnico. Poi l’arrivo del Covid. Il mondo si ferma e con esso i ricavi delle società di calcio. Il campionato e le coppe riprendono solo a giugno e la vecchia signora si impone per la
nona volta in Italia, ma va fuori agli ottavi di coppa dei Campioni per mano di un modesto Lione. Allora interviene Andrea Agnelli, liquidandoSarri, e imponendo un esordiente: Andrea Pirlo, nonostante lo stesso non si fosse mai accomodato su alcuna panchina. Molti si chiesero quale era il senso di una sostituzione del genere. La risposta è arrivata dal campo. La stagione vissuta senza gli spettatori negli stadi ci ha collocati in un quarto posto raggiunto all’ultima giornata dopo il “suicidio” del Napoli contro ilVerona. Mentre in coppa Campioni, un modesto Porto, ci ha sbattutifuori. Ci sono due coppe che sono entrate in bacheca; la Supercoppa e la coppa Italia. Ma per la squadra con la rosa più forte in assoluto in Italia, èdavvero poco. Nel frattempo, con i conti in rosso a causa coronavirus, sitenta la carta della Superlega con il presidente Agnelli in prima fila. Ma la defezione di sei club su dodici, fa saltare anche questa. Intanto Paratici viene defenestrato. Arriva Cherubini dalla scuderia Ferrari per volere di John Elkann. I conti vanno riportati in ordine. Inizia la programmazionedella nuova stagione. Con Cristiano Ronaldo, assicurano dalla società. Perl a panchina viene richiamato, d’urgenza, Massimiliano Allegri che accetta dopo una lunga trattativa. Parte il campionato e Ronaldo va in panchina. Il perché? Chissà, forse vecchi rancori mai rimarginati. Così, a quattro giorni
dalla fine del mercato, lascia la Juve e va al Manchester United e noirimaniamo senza il nostro fuoriclasse. Ritorniamo in campo, dopo il pari di Udine, e l’Empoli, viene a danzare sul nostro terreno di gioco portando via
l’intero bottino. Rimaniamo con un solo punto dopo due gare di campionato. Evidentemente, un indizio su quali posti occuperà la vecchia signora alla fine del torneo. Adesso cosa succederà? Intanto dovrebbe essere chiarito l’organigramma della società, e rispondere alle seguenti domande: 1) Allegri è solo l’allenatore oppure, il suo ritorno, lo incorona quale l’Alex Fergusson della Juve? – 2) – Andrea Agnelli ha ancora poteri illimitati nella conduzione societaria, oppure è posto sotto tutela dalla proprietà? E se gli vengono imputati errori, sia dal punto di vista tecnico che economico, non sarebbe il caso di fare chiarezza e di procedere ad una nuova nomina? 3) – Quali sono gli obiettivi per il futuro? 4) – E’ ancora la vittoria “l’unica cosa che conta”, parafrasando il grande presidente Boniperti, oppure gli scopi vengono ridimensionati è l’entrata nelle prime quattro del campionato, con successivo accesso alla
Champions, è diventato l’obiettivo? Forse è giunto il tempo che la “notte dei lunghi coltelli” finisca è si chiariscano ruoli ed obiettivi. Lo merita sia la storia della Juve che quella dei suoi tifosi. Antonio Pesca