io editorialeDI SERGIO VESSICCHIO -Nel campionato 2001-2012 vinto dalla Juventus l’ormai famoso storico e indimenticabile 5 maggio la squadra bianconera alla 13 giornata era molto dietro all’Inter Prima e dalla Roma .La classifica alla giornata n.13 era questa: Inter 28 punti,Chievo 26,Roma 24,Milan 23 e Juventus 21.Nella giornata successiva con la vittoria dell’Inter a Brescia e il pareggio della Juventus a Milano furono ben 9 i punti di distacco.La Juventus andava molto male in campionato proprio come adesso che alla 13 giornata la squadra ha 9 punti dalle capolista Inter e Fiorentina 8 dalla Roma,7 dal Napoli,4 dal Sassuolo,2 dal Milan che affronta domenica.La situazione attuale è un poco più complessa e difficile di quella del 2001-2002. L’analogia è che anche in quella circostanza ci fu un cambiamento radicale. Il ritorno di Lippi in panchina giovò alla Juventus, capace di tornare a vincere lo Scudetto dopo quattro anni. Il mercato estivo privò la squadra di Edwin van der SarZinédine Zidane e Filippo Inzaghi che furono sostituiti da Gianluigi Buffon Pavel Nedvěd e Lilian Thuram  Negli ultimi giorni del 2001, la società fu la terza italiana (dopo le romane) ad entrare in Borsa valori. Nei mesi autunnali del campionato i bianconeri, a punteggio pieno dopo tre gare, rimasero lontani dalla vetta per i molti pareggi: tra questi, il 3-3 subìto in rimonta dal Torino nel derby del 14 ottobre La risalita iniziò nel periodo invernale, con l’innovazione tattica dello schieramento di Nedvěd da trequartista.  Il tentativo di rimonta ai danni dell’Inter si concretizzò in aprile, a seguito della sua sconfitta con l’Atalanta e del pareggio a Verona: nello stesso turno, una vittoria sul Piacenza rimise in carreggiata i torinesi. Giunti all’ultima gara con un punto di ritardo dai nerazzurri, furono autori del sorpasso grazie al 2-0 in casa dell’Udinese e al contestuale “harakiri” dell’Inter con la Lazio (da cui si fece battere per 4-2, dopo essere stata in vantaggio per due volte). A distanza di pochi giorni, perse la finale di Coppa Italia con il Parma.a stagione prese il via il 25 agosto 2001, con favorite le milanesi, le romane e la Juventus. Furono proprio i bianconeri di Lippi a partire meglio di tutti, alla terza giornata già primi in solitaria e a punteggio pieno,  ma superati due domeniche dopo dall’Inter di Cúper. A dispetto delle premesse, il vero protagonista del girone d’andata fu però il neopromosso Chievo di Luigi Delneri e del giovane presidente Luca Campedelli, squadra di un piccolo borgo veronese di stanza tra i professionisti da poco più di quindici anni e all’esordio assoluto nel massimo campionato, che grazie al suo vivace ed efficace gioco – sospinto dalle ali EribertoManfredini, nonché dal futuro campione del mondo Perrotta e dalla coppia d’attacco   – andò in testa alla classifica il 21 ottobre[  rimanendoci poi per l’intero mese di novembre; il positivo momento del calcio veneto venne caratterizzato anche dal buon avvio dell’altra compagine cittadina, l’Hellas di Alberto Malesani[11] issatosi al quarto posto, e che verso la metà del mese fece suo anche il primo derby dell’Arena giocato in Serie A.Frattanto la Juventus conosceva un periodo di crisi,[  mentre un cammino altalenante indusse il Milan a sostituire il turco Terim con l’ex rossonero Carlo Ancelotti.  Il 2 dicembre i clivensi persero la vetta della graduatoria in favore dell’Inter, il cui primato durò tuttavia lo spazio di due settimane, allorché vennero sconfitti in casa nello scontro diretto dallo stesso Chievo, di nuovo primo in coabitazione con la Roma di Fabio Capello. La squadra meneghina non demorse e concluse comunque l’anno solare davanti a tutti,  ma il 6 gennaio venne sopravanzata dai capitolini, che si fregiarono così per la seconda volta consecutiva del simbolico titolo d’inverno. La tornata conclusiva vide l’allontanamento dalle zone di vertice del Milan, che pagò la prolungata assenza del suo centravanti Inzaghi infortunatosi sul finire del girone d’andata e del Chievo, con l’avvicinamento di una Juventus tornata in forma dopo gli stenti autunnali complice anche la definitiva integrazione in squadra di Nedvěd, il quale, dopo le iniziali difficoltà patite nell’intelaiatura bianconera, trovò una nuova dimensione sulla trequarti. La lotta diventò così a tre, con nerazzurri e giallorossi che si alternavano in vetta domenica dopo domenica, mentre la Vecchia Signora seguiva a ridosso. Il torneo sembrò arrivare a una svolta il 24 marzo quando l’Inter, battendo in casa la Roma nello scontro diretto, distanziò rispettivamente di tre e quattro lunghezze capitolini e torinesi. La domenica successiva il distacco sulla Juventus crebbe a sei punti e sembrò tagliare fuori i piemontesi; una sconfitta a San Siro della capolista alla trentesima giornata, contro un’Atalanta sospinta dalle sempre più frequenti reti di Doni, riaprì però i giochi. A tre turni dalla fine l’Inter affrontava una trasferta sul campo del Chievo, con Juventus e Roma impegnate anch’esse fuori casa, contro piacentini e rossoneri: se in prossimità del novantesimo i nerazzurri parevano aver ipotecato il titolo vincendo di misura alBentegodi, mentre le due inseguitrici permanevano sul pareggio, nei minuti finali le simultanee marcature di clivensi[ e torinesi[ limarono d%