LA CAVA: “IL PICERNO POTEVA SALVARSI, OTTIMO IL LAVORO DI ARLEO, TURRIS FAVORITA DOMENICA”
Nel girone “H” di Serie D, domenica, tra le tante, c’è una partita molto importante: Az Picerno-Turris. Gara fondamentale per gli ospiti che, vincendo, sarebbero aritmeticamente salvi e fuori dai play out. Il Picerno di Arleo però, nonostante la retrocessione già avvenuta, dopo una gran rincorsa nel girone di ritorno, non vuole salutare la Serie D con una sconfitta e davanti al proprio pubblico tenterà di chiudere in bellezza questo campionato. In settimana si sono generate un po’ di polemiche a distanza proprio tra Picerno e Turris. La realtà è una sola: se i corallini vogliono evitare i play out dovranno dimostrare in campo di essere superiori al Picerno domenica e vincere cancellando ogni possibilità per gli avversari interessati, ovvero il Torrecuso di scena in casa col Gallipoli (anch’esso già retrocesso). Per parlare della gara, la nostra redazione ha contattato un doppio ex, l’allenatore Sergio La Cava che in carriera ha allenato i corallini e, per un breve periodo, quest’anno anche il Picerno.
Bando ad ogni polemica, secondo lei chi vincerà domenica?
“Io vedo favorita la Turris. Penso che a fare la differenza saranno gli stimoli ed è ovvio che una squadra che si deve salvare abbia maggiori stimoli rispetto a chi, purtroppo, il suo risultato l’ha già conseguito”.
Crede quindi che il richiamo di Arleo in settimana all’impegno sia stato giusto?
“Io non voglio perdere nemmeno nelle partitine amichevoli, figuriamoci in una gara di campionato. E penso sempre che questa mia propensione appartenga comunemente a tutti. Anche da calciatore per me era così, quindi sono sicuro che i ragazzi del Picerno scenderanno in campo e daranno filo da torcere all’avversario. Allo stesso tempo, senza prenderci in giro, la testa non è un ornamento per un calciatore: ovviamente la carica emotiva dei corallini sarà superiore a quella degli avversari. Altra cosa è poi capire se questa basterà a far vincere loro la partita”.
Domenica scorsa è stata sancita la retrocessione aritmetica del Picerno. Visto il suo esonero, è stato contento?
“Assolutamente no. Conosco tutti i ragazzi, come potrei essere soddisfatto di quanto accaduto? La squadra, la società e lasciatemi dire soprattutto la gente di Picerno meritano di restare in Serie D. A differenza di qualcuno, quando io sono stato allontanato dalla società ho sempre e solo fatto il tifo per il Picerno, esultando per ogni successo e rammaricandomi quando le cose non sono andate bene”.
Ha sentito qualcuno dei suoi ex giocatori? Come stanno?
“Non so come stanno perchè dall’esonero non ho più avuto contatti con nessuno. Non è mio costume, io vivrei l’ingerenza, anche solo bonaria, di un collega come un disturbo al mio lavoro e quindi non potrei mai comportarmi così. Pur nella consapevolezza che c’è chi lo fa, e forse a Picerno ne sanno qualcosa”.
Quando lei accettò l’incarico ovviamente era convinto che il Picerno potesse salvarsi. Ne è ancora convinto?
“Sono fermamente convinto che il Picerno potesse salvarsi. Fermo restando l’ottimo lavoro svolto da Arleo, ci mancherebbe, penso ancora che la squadra avesse le potenzialità di fare ancora meglio e salvarsi. Lo dico anche in relazione alle altre che hanno avuto un crollo nel girone di ritorno. Se si analizza la classifica si vede come questo sia stato un girone equilibratissimo, guardiamo proprio alla Turris che deve ancora salvarsi eppure è a soli sette punti dal Fondi che è in zona play off. Credo che questo dato sia molto indicativo”.
Lei si ritrovò a dover rifondare il Picerno, giocando diverse gare praticamente con la Juniores, anche in quella fase sono stati fatti degli errori?
“Probabile, chi pensa di essere esente da errori è un presuntuoso. Tutti sbagliamo, credo che in linea di massima la squadra che abbiamo ricostruito sia una signora squadra. Qualcuno può aver reso meno di quanto ci si aspettasse, ma tutti quanti sono dei signori giocatori. Lo stesso Serritella, che reputo un ottimo attaccante, non avrei voluto perderlo ma fu deciso diversamente”.
Molti giocatori che sono arrivati erano calciatori che lei conosceva bene, e li aveva voluti fortemente. Farebbe le stesse scelte oggi?
“Sì. Le rifarei perchè penso che con la società è stata costruita una squadra molto capace. C’è anche chi ha giocato meno, penso ad esempio a Varriale che io reputo un gran calciatore. Lui è uno di quei giocatori che durante gli allenamenti capisci l’enorme potenziale che ha. Trattenere Esposito è stata un’altra grande soddisfazione, era in procinto di andare via e lo convinsi a restare perchè ero convintissimo che la salvezza non fosse impossibile. Non vorrei però fare torto a nessuno, ho nominato loro ma è tutta la rosa che è formata da buonissimi calciatori che non hanno nulla di meno di alcune squadre ad oggi già matematicamente salve”.