LA ROMA SI AGGIUDICA IL DERBY CONTRO LA LAZIO 2-1

ROMA – Il sorpasso. La Roma mette la freccia e con un’ora da grande supera la Lazio nel primo derby senza Totti, spettatore in tribuna. Un rigore di Perotti e un ciclopico Nainggolan decidono la sfida con vista sullo scudetto che porta i giallorossi a agganciare l’Inter al terzo posto, almeno per una notte. Alla Lazio non basta Immobile e due intuizioni di Inzaghi: Di Francesco torna a vedere i primissimi posti.

PRIMO TEMPO SENZA BRIVIDI – La Lazio parte aggressiva. Pochi istanti e Lulic a sinistra ha spazio, ma centra male. Potrebbe far meglio Marusic dalla parte opposta, ma anziché cercare Immobile sul secondo palo appoggia a Parolo che strozza un tiro fin troppo banale. La Roma risponde affidandosi a due testate di Dzeko, che prima tocca debole, poi non inquadra lo specchio. Va meglio di piede: lo schema è lo stesso che aveva mandato al gol El Shaarawy contro il Bologna, il bosniaco a differenza dell’azzurro non riesce però a dar forza al destro sul secondo palo che Strakosha contiene. Il passare dei minuti alimenta la Roma e fiacca un po’ la Lazio.

UNO-DUE ROMANISTA – I giallorossi devono aspettare però la ripresa. A scardinare l’equilibrio dopo 3 minuti è l’uomo più atteso: tra i fischi dei suoi ex tifosi laziali, Kolarov parte palla al piede, allenta le resistenze, punta il centro. Bastos alle sue spalle tenta il tackle e ne incrocia la corsa: per Rocchi è  rigore, sostenuto dalla conferma dei video assistenti in cuffia. Perotti, specialista delle trasformazioni da brividi, fa esplodere al 4′ la festa romanista. Bastano altri 4 giri d’orologio per il bis: ancora Perotti spalanca il contropiede a Nainggolan, che riceve sulla trequarti, punta l’area e scaraventa alle spalle di Strakosha una sassata micidiale: 2-0 dopo appena 8′ della ripresa. Un risultato che materializza la superiorità in campo di una Roma che arriva prima sulla palla e soffoca le velleità laziali con un pressing feroce.

RABBIA LAZIO, MA NON BASTA – A quel punto Inzaghi capisce che serve cambiare qualcosa. E sacrifica l’esperienza per lanciare due velocisti puri: fuori Leiva e Lulic, dentro Lukaku e Nani. Una scossa che pare defibrillare la Lazio sopita. Il belga frusta la fascia sinistra con scatti che mettono alle corde un generosissimo Florenzi. Il portoghese mette fantasia sulla destra. E proprio lui gioca la carta che riapre la partita: fuga sulla fascia, cross teso e insidioso a centro area su cui Manolas interviene scomposto. La palla urta il braccio, i laziali protestano Rocchi indica il corner. Ma qualcuno in cuffia gli suggerisce di attendere. Il gesto, ormai celeberrimo, del Var, accende la curva laziale. E inevitabile la decisione, dopo due lunghissimi minuti di consultazioni, cambia: rigore. Immobile calcia forte, Alisson intuisce, ma la palla passa: al 27′ del secondo tempo è 2-1, con il 19esimo centro stagionale per il centravanti di Inzaghi. Che a questo punto inizia a crederci. La Roma si copre, Gerson prende il posto di El Shaarawy. Peres sostituisce Florenzi preoccupatissimo per un dolore al ginocchio (non quello operato 2 volte al crociato). E Juan Jesus quello di uno stremato Nainggolan trasformando il 4-3-3 in un 5-4-1. La Lazio ci prova con un estro di Parolo, fuori. Il resto sono tentativi disperati. Dopo le tre delusioni della stagione scorsa, il derby torna a dire Roma. Fonte: La Repubblica