LA TRAGICA FINE DI UN GIOVANE CALCIATORE BURAK KARAM DAL CALCIO AL TERRORISMO
Sul web gira questo articolo che noi di calciogoal.it abbiamo ritenuto opportuno riportare con il copia e incolla perchè lo ritienamo molto interessante.Da leggere
da MondoCalcioNews.it, autore Vittorio Cornacchia
La possibilità di una carriera di successo e di fama, amicizie importanti, un allenatore che credeva fermamente in lui. Eppure Burak Karan ha preferito i suoi ideali a tutto ciò, andando in contro alla peggior fine possibile.
Burak Karan è un ragazzo nato in Germania, precisamente a Wuppertal, da genitori turchi. Classe 1987, è uno dei migliori prospetti tedeschi ad inizio del nuovo millennio, tanto da fare tutta la trafila nelle Nazionali giovanili, dove gioca con Sami Khedira e con Kevin Prince Boateng, del quale diventerà anche molto amico. E’ un mediano di corsa, che all’occorrenza può ricoprire anche il ruolo di terzino destro nella perfetta tradizione delle scuole di formazione calcistica tedesche, che vogliono giocatori pensanti e duttili. Nel corso degli anni milita in alcuni dei migliori settori giovanili della Germania come Bayer Leverkusen, Hertha Berlino, Amburgo e Hannover per poi trasferirsi all‘Aachen, quella che sarà la sua ultima squadra. Qui, ormai alle porte della prima squadra, prende la clamorosa decisione di ritirarsi nel 2008 a soli 21 anni.
Non ci sono infortuni, non ci sono squalifiche e non ci sono scandali dietro alla decisione di Burak Karan. Il suo allenatore è perplesso, ritenendolo in grado di poter vivere per tutta la vita grazie ai soldi guadagnati con il suo talento. Ma a Karan i soldi, la fama e il successo non interessano più. Amici e parenti iniziano a raccontare di un ragazzo completamente cambiato, non più felice e spensierato come prima ma profondamente turbato. Passa le ore davanti ad un computer e progetto il suo ritorno in Turchia. Su Internet qualcuno lo ha adescato, lo ha a lungo lavorato ai fianchi facendo leva sulle sue debolezze. Burak Karan passa le ore ad ascoltare queste persone fino a che non prende la clamorosa decisione: lascia la Germania, il paese che lo aveva cresciuto, per diventare jihadista e allearsi con una cellula dell’Isis militante al confine con la Turchia. Qui prende parte ad un campo di formazione militare di Al Qaeda.Al ritorno in Germania è una persona completamente cambiata, irriconoscibile, nella mente e nell’aspetto. Parla solo di jihad e pretende che tutta la sua famiglia si trasferisca in Turchia, al confine con la Siria. Qui viene immortalato in un video su Youtube mentre è intento a combattere con tanto di mitra e barba lunga al seguito. Sarà proprio su un campo, ma non di calcio, a trovare la sua morte: è l’11 Ottobre del 2013. Karan sta combattendo assieme ai suoi compagni terroristi per sconfiggere il regime siriano di Assad quando quest’ultimo respinge l’assalto con un forte bombardamento. Ci sono diverse vittime e una di queste è proprio Burak Karan.
Ciò nonostante i suoi famigliari continueranno a negare anche di fronte all’evidenza delle immagini, che il defunto Karan si trovasse in Siria per combattere. Confermeranno la sua vicinanza alle cellule terroristiche dell’Isis ma mai il suo coinvolgimento in battaglia, addebitando la sua morte alla casualità di trovarsi sul posto per altri motivi. A chiudere questa triste storia ci ha pensato il suo vecchio amico Kevin Prince Boateng, spendendo parole di sentito dolore per la scomparsa di Karan: “Riposa in pace vero amico, non dimenticherò mai i tempi passati insieme. Quello che è successo non lo so e non posso verificarlo“
Anche Ali Adnan, calciatore iracheno attualmente in forza all’Atalanta ed ex Udinese, anni fa prese la decisione di andare a combattere, ma per cause completamente opposte. Era il 2014 e il terzino, reduce da un Mondiale Under 20 stratosferico con l’Iraq, giunto in semifinale anche grazie ad un suo magnifico gol, e ad una stagione giocata ad altissimi livelli con la maglia del Rizespor in Turchia, attira le attenzioni di molti club europei. Tra questi c’è la Roma del DS Walter Sabatini, che rimane stregato da quel sinistro e da quella potenza fisica, tanto da allacciare i contatti con i vari intermediari di mercato per il passaggio del ragazzo nella Capitale. Ma in quel momento Ali Adnan non è sereno, declina le offerte e prende una decisione molto forte: parte alla volta del suo paese, l’Iraq per andare a combattere assieme all’esercito. Stavolta l’Isis è il nemico che sta avanzanto alle porte di Baghdad e Adnan lotta come un leone per respingere gli assalti assieme agli altri soldi. Quasi un mese dopo farà ritorno in Turchia, sano e salvo. Rimane un altro anno al Rivaspor per poi arrivare all’Udinese. La sua carriera non ha mai preso la piega che Sabatini e molti altri esperti di calciomercato avrebbero sperato ma la sua battaglia Ali Adnan l’ha vinta. Quando gli ideali superano ogni cosa…