L’AGROPOLI E LE SUE SPINE, INFANTE APRA GLI OCCHI

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L’Agropoli rappresenta tanto per la città e rappresenta tanto per il Cilento intero, perla di un territorio unico al mondo. L’Agropoli può aprire un nuovo corso, avrebbe l’opportunità di ripulire e riqualificare un ambiente che da anni, da troppo tempo, sorbisce il peso di alcune zavorre che ogni qual volta ricompaiono portano solo macerie e fallimenti. Nonostante qualcuno storca il naso per le VERITA’ che diciamo, abbiamo il diritto ma soprattutto il dovere di parlare, di scrivere, quello che rappresenta l’evidenza dei fatti, e che in tanti vorrebbero ignorare girandosi dall’altra parte. Ad Agropoli siamo stufi di avere sempre solite facce, avventurieri che attraverso la politica si intrufolano all’interno dell’US Agropoli facendo il bello e il cattivo tempo per interessi personali.

 

 

Ogni qual volta hanno messo piede nell’Agropoli i risultati sono nefasti facendo scappare chiunque voglia fare qualcosa di buono per i delfini e la città. Abbiamo messo più volte in guardia il presidente Infante da determinati soggetti, uno in particolare Gennaro Russo che utilizza l’Agropoli solo per i propri tornaconti personali. In passato era stato messo all’angolo da Puglisi al quale aveva fatto una guerra spietata da dietro le quinte e sopra gli spalti organizzando un clima avverso e di contestazione nei confronti del “Vallese” che invece aveva un progetto calcistico ambizioso volto alla valorizzazione del territorio, basti vedere la Gelbison dove si trova adesso e dove si trova l’Agropoli. Gennaro Russo da anni è la rovina dell’Agropoli e i delfini vengono utilizzati come merce di scambio per tornaconti politici.

 

 

Il settore giovanile, per di più gratis, è solo uno specchietto per le allodole per avvicinare più gente possibile e ottenere numeri in termini di voti futuri. Gennaro Russo è il solito compromesso politico, come lo fu l’anno scorso Cianfrone, una marchetta che il comune impone alla squadra di calcio e con i soldi degli altri, in questo caso quelli di Infante, e fin quando non usciranno di scena certi politicanti e presunti tali l’Agropoli difficilmente riacquisterà credibilità. A Infante lo abbiamo sostenuto, l’abbiamo capito, e l’abbiamo anche aspettato, ma gli occhi per guardare e una penna per scrivere le sacrosante verità l’abbiamo e insieme a questa il dovere di riportare ciò che è sotto gli occhi di tutti. Uno stato di cose vergognoso in cui il presidente farebbe bene a riflettere se vuole il bene dell’Agropoli e per non scendere a compromessi con nessuno, perché altrimenti i ricatti della politica saboteranno il suo progetto e i suoi investimenti proprio come successo negli anni passati. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Infante lo tenga a mente. Sergio Vessicchio

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