LA RAPINA DEL SECOLO – J LEGEND

 

Dopo aver analizzato nel dettaglio la più grande truffa della storia del calcio nota come Farsopoli, restituiamo onore alla Giustizia rivivendo l’irripetibile sequenza di “episodi favorevoli” che hanno portato l’ Inter a conquistare la Champions League nel 2010.

COME SI ARRIVA AL 2010

Dopo aver gettato al vento un patrimonio per una sequela di mezzi giocatori, ingestibili doppioni e tecnici mediocri sostituiti come si cambia un paio di scarpe, la seconda squadra di Milano comincia incredibilmente ad azzeccare qualche acquisto: sarà che anche l’orologio guasto segna l’ora esatta due volte al giorno, ma dopo i Kallon, Guglielminpietro, Sorondo, Hakan Sukur, Gresko, Pacheco, Brechet, Karagounis, Galante, Colonnese, Macellari e Solari (e potrei andare avanti fino a domani, ma mi fermo qui per decenza), cominciano ad arrivare in nerazzurro giocatori come Julio Cesar, Cambiasso, Samuel, Veron, tanto da far nascere in me la sensazione che forse forse sarebbero riusciti a chiudere in campionato con distacco addirittura inferiore ai 20 punti dalla Juventus di Buffon, Thuram, Cannavaro, Zambrotta, Camoranesi, Emerson, Viera, Nedved, Del Piero, Trezeguet e Ibrahimovic.

SPORT, FINALE CHAMPIONS LEAGUE 2010: ALLENAMENTO INTER
Massimo Moratti: in 21 anni di presidenza all’Inter è riuscito a spendere 1.2 miliardi di euro

Ma siccome tra i due gruppi di giocatori sopra elencati c’era palesemente una differenza talmente minima da giustificare le mancate vittorie interiste con le malefatte di Moggi, il processo farsa dell’estate 2006 spedì la Juventus in serie B e la costrinse a svendere due giocatorini da niente, gentucola come Zlatan Ibrahimovic e Patrick Viera, proprio alla stessa Inter;  la cessione dello stesso Ibra al Barcellona, dopo 3 stagioni da protagonista assoluto della conquista degli scudetti, portò a Milano Samuel Eto’o e un conguaglio di 50 milioni di euro, che vennero utilizzati, tra le altre cose, per l’ingaggio di Wesley Snejder e Diego Milito. E fu così che l’Inter creò una rosa finalmente competitiva, con la quale dominò lo scenario nazionale fino all’esaurimento del ciclo.

LA CONQUISTA DELLA CHAMPIONS LEAGUE 2009-2010

Ma se c’è un vanto, un motivo di orgoglio assoluto del tifoso interista, questo è costituito dal celebre Triplete, dalla conquista, vale a dire, nella stessa stagione sportiva, quella 2009-2010, dello Scudetto, della Coppa Italia e, soprattutto, della Champions League. Il tetto del mondo, l’impresa a cui hanno accesso solo gli Dei del calcio, ma soprattutto l’ennesimo riconoscimento sportivo e morale per un blasone che ne ha subite tante nella sua storia, e che solo per i furti altrui non è riuscita a collezionare trofei su trofei. E visto che parliamo di furti, riviviamola quella Champions League: il più grande furto della Storia.

FASE A GIRONI: DINAMO KIEV-INTER 1-2

Sorteggiata nel girone eliminatorio con Barcellona, Dinamo Kiev e i modesti russi del Rubin Kazan, l’Inter riesce nell’impresa di trovarsi praticamente spacciata a 5′ dalla fine della quarta giornata, trovandosi all’ultimo posto del girone a seguito del gol di Andriy Shevchenko che sta decidendo la sfida esterna contro la Dinamo; il miracolo nei minuti finali è firmato da Wesley Snejder al 44′, ma soprattutto dall’ormai insperato pareggio di Diego Milito tre minuti prima. Grazie a questa vittoria, l’Inter balza clamorosamente in testa al girone e può permettersi di giocare “in difesa” le ultime due partite confidando nella qualificazione agli ottavi. Tutto bello, se non fosse che il gol di Diego Milito è palesemente in fuorigioco. Ma cosa volete che sia? Nel calcio succede, l’errore dell’arbitro fa parte del gioco e in questa occasione l’Inter ha avuto un pizzico di buona sorte…

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Il gol dell’1-1 a Kiev: Milito è nettamente in fuorigioco
OTTAVI DI FINALE: INTER-CHELSEA 2-1

Il 24 febbraio 2010 l’Inter ospita il Chelsea a San Siro nella sfida d’andata degli ottavi di finale, e vince per 2 reti a 1. Sul risultato finale, però, pesa la decisione dell’arbitro di non assegnare un calcio di rigore sacrosanto (come ammesso dallo stesso Mourinho) per un intervento da tergo in area di Walter Samuel su Kalou; il giocatore del Chelsea era lanciato a rete in chiara occasione da gol, pertanto l’intervento del difensore argentino avrebbe portato, oltre alla sanzione tecnica, anche quella disciplinare (cartellino rosso diretto). Ma va bene, due episodi a favore in 7 partite cosa volete che siano?

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Samuel atterra Kalou in Inter-Chelsea: era calcio di rigore ed espulsione
OTTAVI DI FINALE: CHELSEA-INTER 0-1

Dopo la vittoria della gara d’andata, l’Inter riesce nell’impresa di regolare il Chelsea anche in trasferta, grazie alla rete decisiva di Samuel Eto’o in contropiede. Anche in questa occasione, però, vanno registrate almeno 2 situazioni molto dubbie in area di rigore nerazzurra: nella prima è Thiago Motta a strattonare in area Ivanovic per il braccio destro (guarda la dinamica dell’intervento qui), mentre nel secondo caso è ancora Samuel (che nemmeno avrebbe dovuto giocare e al quale invece sembra tutto concesso, poi parlano di Bonucci e Chiellini…) ad affossare Didier Drogba. Secondo la stampa i rigori c’erano entrambi, ma non ne viene sanzionato nemmeno uno. Va bene tutto, ma gli episodi favorevoli diventano 4 in 8 gare

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Thiago Motta affossa Ivanovic al limite dell’area piccola: tutto regolare
SEMIFINALE: INTER-BARCELLONA 3-1

Dopo aver superato i quarti contro i modesti avversari del CSKA Mosca senza beneficiare di alcun episodio arbitrale a proprio favore, l’Inter riesce nell’impresa di battere i favoritissimi campioni del Barcellona per 3-1 tra le mura amiche di San Siro. Anche in questo caso, però, non si può ignorare che la posizione di Diego Milito nell’azione del 3-1 è irregolare, così come è da rigore il tocco di Snejder su Dani Alves in area all’ 83° minuto; in questa seconda occasione il direttore di gara Benquerenca (portoghese come Josè Mourinho, sull’amicizia col quale scrivono tutti i giornali) ammonisce il brasiliano del Barcellona per simulazione. I quotidiani spagnoli, indignati da quanto visto, titolano “Robo a la italiana” (furto all’italiana). E il computo sale a 6 episodi arbitrali favorevoli (a 0) in 12 gare.

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Il decisivo 3-1 col Barcellona: Milito è anche questa volta in fuorigioco
SEMIFINALE: BARCELLONA-INTER 1-0

La vittoria di misura non basta al Barcellona, che per superare il turno e accedere alla finale avrebbe dovuto vincere con 2 gol di scarto. Il punto è che il secondo gol, quello del 2-0, quella della qualificazione, i catalani lo segnano: in pieno recupero è Bojan Krkic a siglare il gol che segnerebbe l’eliminazione dell’Inter, ma l’arbitro annulla la rete per un precedente fallo di mano di Yaya Tourè: tutte le moviole dimostrano come il braccio del centrocampista blaugrana fosse completamente aderente al corpo, pertanto il gol era assolutamente regolare. Come se non bastasse il fatto che si trattava di un gol decisivo (arrivò al 92°, senza alcuna possibilità di recupero), il tabellino adesso segna 7 favori arbitrali in 13 partite. Va bene qualche episodio favorevole ogni tanto, tanto alla fine tutto si compensa etc etc… ma qui siamo ad una media di “aiuti” superiore al 50% delle gare.

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Yaya Tourè ha il braccio attaccato al corpo, ma per l’arbitro è fallo…
FINALE: INTER-BAYERN MONACO 2-0

Sul’onda dell’entusiasmo per l’eliminazione del favorito Barcellona, l’Inter regola anche il meno quotato Bayern Monaco in finale per 2 reti a 0. Sul punteggio di 0-0, però, il terzino brasiliano Maicon salta in maniera scomposta e colpisce il pallone in area con un braccio togliendola dalla disponibilità dell’avversario che stava tentando il colpo di testa: per l’arbitro non è rigore. Per chi non si accontentasse dello screenshot, è possibile osservare la dinamica del movimento qui. E chiudiamo con 8 favori in 14 gare.

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Maicon colpisce il pallone con la mano in area: niente rigore
CONSIDERAZIONI FINALI

Quella che ancora oggi è la vittoria più prestigiosa della storia recente dell’Inter e che viene ricordata ad ogni refolo di vento dai suoi tifosi come prova manifesta della superiorità nei confronti di chi, come la Juventus, non vince una Champions da 20 anni, è passata alla storia come la rapina del secolo. Personalmente ritengo che il campo restituisca sempre i veri valori dei contendenti, e che addossare troppe responsabilità all’arbitro sia una foglia di fico dietro la quale nascondere i propri limiti e le proprie colpe, oltre ad essere un atteggiamento da perdenti. Ma un conto è valutare uno, due, tre episodi a favore di una squadra in un campionato articolato in 38 giornate, completamente un’altra storia è l’incredibile ruolino di 8 episodi arbitrali favorevoli e decisivi in 14 partite: qui parliamo di un’incidenza del 57%! Cose che il confronto col campionato del 1997-1998, additato come scandaloso dagli stessi interisti per la quantità di situazioni favorevoli alla Juventus, appare assolutamente ridicolo. E fa specie che siano proprio i tifosi interisti ad apostrofare come “ladri” i tifosi delle squadre avversarie.

Ma cosa volete che sia, sono interisti. Per loro tutto è relativo, anche le telefonate ai dirigenti arbitrali, i passaporti falsificati, i caffè rinforzati, le attività di spionaggio illecito, i bilanci ritoccati…. tutto diventa lecito e consentito sull’altare del risarcimento meritato per i comportamenti illeciti degli altri, quelli sì davvero illeciti, mica i loro.

Ma al di là di tutte le chiacchiere che si possono fare, la storia insegna e prima o poi consegna il conto da pagare: in attesa che arrivi, e pure salatissimo, consoliamoci con l’evidenza: pur di uscire dal ridicolo e riuscire a vincere qualcosa hanno imbastito la più grande truffa della storia del calcio e si vantano della conquista della Champions League più rubata della storia del calcio, ma è bastato aspettare pochi anni per assistere allo sgretolamento del più grande bluff della storia del calcio: un Inter vincente. Che è tornata invece ad essere quello che è sempre stata dal 1908: la barzelletta d’Italia. Sandro Nardo

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