MANDRAGORA: “DI MOXEDANO POSSO SOLO PARLARE BENE MI AUSPICO UN SUO RITORNO NEL CALCIO, SAVOIA? AVREI DATO FILO DA TORCERE ALL’ERCOLANO”

“Savoia? Purtroppo alla fine ho avuto ragione io. Sono stato il primo allenatore a essere contattato da Todisco, poi mi sono tirato indietro perché avevo l’ambizione di costruire una squadra competitiva, che avesse potuto dare filo da torcere all’Ercolanese. E’ un vero peccato, mi sarebbe davvero piaciuto allenare a Torre Annunziata, una piazza cui sta stretta la Lega Pro, figuriamoci l’Eccellenza”. Parole e pensieri di Bruno Mandragora, uno dei più esperti tecnici del panorama calcistico campano, una vita nei dilettanti alla guida, fra le altre, di Turris, Ischia e Neapolis. Il trainer originario di Ponticelli è reduce da un anno sabbatico, periodo nel quale però, non è certo rimasto con le mani in mano. “Ho pensato ad aggiornarmi, sono stato sui campi a visionare partite e calciatori, in attesa di una chiamata giusta, che spero ci sarà a breve”.

E’ tanta la voglia di tornare mister?

Sicuramente, dopo un anno ai box sono pronto a ributtarmi nella mischia. Spero in un progetto serio, ora però è ancora presto. Adesso si stanno iniziando a muovere le prime cordate,a formare nuove società, solo dopo sarà tempo per noi addetti ai lavori, sperando che qualcuno voglia puntare sul Mandragora allenatore e uomo. I risultati del campo sono sempre lì, se qualcuno vorrà puntare su di me, io sono pronto.

Tante squadre campane nella sua esperienza di tecnico, come giudica i risultati delle compagini da lei allenate in passato?

La Turris ha fatto un buon campionato ed è riuscita a salvarsi, ma in generale è stata un’ottima annata per tutte le squadre regionali della Serie D, su tutte mi complimento con Cavese e Frattese. Sono riuscite ad arrivare a un passo dal successo, ma personalmente credo che la vittoria del Siracusa sia questione di dettagli. Entrambe non hanno nulla da invidiare alla formazione di Sottil. Le altre sono riuscite tutte grossomodo a raggiungere i loro obiettivi, la Gelbison per ultima che ha compiuto un’impresa. In Lega Pro, invece, non posso che provare un grandissimo dispiacere per l’Ischia, cui auguro una pronta risalita. Ho allenato per due stagioni gli isolani, ho sperato fino all’ultimo in un miracolo ai playout.

Oltre all’Ischia, è legato alla Turris da grandi ricordi, in particolare dal rapporto con Moxedano. Si augura un suo ritorno nel mondo del calcio? Cosa ne pensa sulle voci che vedono Todisco a Gragnano?

Di Moxedano posso solo parlare bene, è una persona che ha investito soldi e passione nel mondo del pallone, rischierei di essere di parte per il grande rapporto che ci lega. Mi auspico un suo ritorno, anche se non mi sento di commentare la sua uscita di scena, si è definito nauseato, ma chi investe nel calcio con serietà per me è solo da lodare. Ho grande rispetto non solo di Moxedano, ma anche di persone come Gaglione e Basentini. Su Todisco che dire, a Torre Annunziata non è andata bene per una serie di motivi, mi auguro che a Gragnano abbia la voglia di far partire un grande progetto.

Impossibile non associare il cognome Mandragora a suo nipote Rolando, giovanissimo talento del Pescara ingaggiato da tempo dalla Juventus (per 6 milioni di euro ndr), uno dei più interessanti calciatori sul panorama nazionale. A 17 anni l’esordio in Serie A con il Genoa, a nemmeno 19 l’esplosione con Oddo e la chiamata in Under 21. Quanto le fa piacere l’ascesa di suo nipote nel grande calcio?

Rolando è cresciuto con me, con i miei figli. Non posso che essere felicissimo per lui, ragazzo di una serietà incredibile che ha lavorato duramente e fatto tanti sacrifici per arrivare dov’è. Per lui parlano i fatti, c’è poco da aggiungere. Purtroppo nell’ultima fase della stagione è stato  fuori per via di una frattura al quinto metatarso, ma è stato operato dai medici in orbita Juventus, che l’avevano prelevato poco prima. Lo stanno curando nel migliore dei modi, spero faccia bene anche l’anno prossimo. E’ un umile e semplice ragazzo di Napoli, sul quale sono arrivati prima il Genoa e poi la Juventus dello stesso Napoli. Il destino gli ha riservato questa strada, ma non è detto che un domani non possa vestire la maglia azzurra.  E’ un sogno non solo suo, ma di ogni ragazzo nato e cresciuto da queste parti.

Rolando la chiamata importante l’ha già avuta, l’aspetta anche lei?

Si, ma sono onesto. Mi aspetto qualcuno che voglia investire sul Mandragora allenatore per i suoi valori e per le sue idee, dopo un anno fermo è normale aver voglia di tornare, ma c’è anche la necessità di costruire un progetto serio. Non sono io a dovermi pubblicizzare, credo che per me parli la mia storia, fatta di risultati importanti e professionalità. Come ho già detto, sono pronto a tornare nella mischia.

Stefano Masucci