OMICIDIO CIRO ESPOSITO NUOVA UDIENZA OGGI, UN TESTIMONE: “DE SANTIS SPARO’ PER UCCIDERE”

E’ il giorno dei testimoni oculari, tra cui quelli aggrediti da Daniele De Santis, coloro che si trovavano dentro l’autobus fuori all’Olimpico (che hanno confermato la versione che tutti conosciamo) quando l’ultras neofascista aggredì il pullman dei tifosi.

Ma la testimonianza più importante è stata quella di una guardia giurata, Ferrante, presente durante gli scontri del pre-partita quel maledetto 3 maggio. “Dal punto di vista probatorio un’udienza importantissima” commenta uno dei legali della famiglia del ragazzo ucciso in quell’evento drammatico, Ciro Esposito, l’avvocato Damiano De Rosa.

In pratica il  teste Ferrante (come confermato anche da altri) ha ricostruito il placcaggio fatto da Ciro a mani nude su de Santis per bloccare l’assalto al pullman (pieno di donne e bambini) da parte di Danielino e dopo appena 6/7 secondi ha detto di aver sentito gli spari. Lui ha visto fino a quando Ciro con altri 4 o massimo 5 ragazzi si è messo all’inseguimento di De Santis fino al momento del placcaggio da parte di Ciro, cingendolo da dietro.. poi ha perso la visuale perché l’autobus si è mosso e per i fumi dei petardi e dopo appena massimo sei sette secondi ha ascoltato gli spari. Come a dire che De Santis non era certo in pericolo di vita: questa testimonianza dimostrerebbe che ha sparato a sangue freddo e per uccidere. La difesa dell’imputato infatti oggi è stata in palese difficoltà per tutta l’udienza.

De Santis comunque non era presente in aula oggi. Secondo indiscrezioni pare sia stato trasferito da Belcolle a Milano. Ma la notizia non è confermata.

Tra l’altro proprio oggi in un’intervista a Repubblica, Giandomenico Mesto, ex difensore del Napoli, ha raccontato che il 3 maggio Hamsik fu costretto ad andare sotto la curva dell’Olimpico. “Eravamo nel sottopassaggio. In venti minuti arrivarono quattro versioni diverse. Qualcuno di noi chiamò amici a casa e si sentì perfino dire che il ragazzo era morto. Pur provando sempre a mettermi nei panni altrui, troppe cose inaccettabili accaddero. Gli incidenti. Il ritardo con cui si giocò. La mancanza di notizie certe. Quando Hamsik andò sotto la curva, dovette fidarsi della versione di chi gli stava accanto. Che un leader vada a calmare la folla, ci sta. Ma dovrebbe essere una sua scelta. Noi fummo messi in una situazione nella quale non era giusto che ci trovassimo. Non fu Marek a dire: vado io”.

Insomma: emergono vari dettagli che raccontano di un clima pesante. Ma soprattutto piano piano emerge la verità che non ci restituirà Ciro Esposito, ma forse un po’ di giustizia sì.

Lucilla Parlato