OMICIDIO PERINELLI, SI COSTITUISCE L’ASSASSINO: “HO DISTRUTTO DUE VITE”/VIDEO
Una lite dopo una serata in una discoteca. E’ questo il motivo che ha poi portato all’assassinio di Raffaele Perinelli, la giovane promessa del calcio campano originario di Miano. A raccontarlo lo stesso assassino che si è costituito questa notte presso la caserma dei carabinieri di Casoria (guidati dal capitano Francesco Filippo): si tratta di un 31enne di Miano, venditore ambulante, A.G. Assistito dal suo avvocato, Rocco Maria Spina, l’uomo ha poi sostenuto nel corso della notte un lungo interrogatorio del pm Anna Frasca: «Ho rovinato la vita di quel ragazzo, ma anche la mia»., queste le sue prime parole.
L’uomo ha spiegato che i fatti risalgono ad alcuni giorni prima quando, al culmine di una rissa, erano venuti alle mani. Visto che abitavano nello stesso quartiere e che si conoscevano, A.G. ha spiegato che negli ultimi giorni era sempre munito di coltello. Ieri notte un nuovo incontro quando i due si sono incontrati di nuovo:«Avevo paura di incontrarlo e quando è nata la colluttazione ho deciso di impugnare l’arma. Così è nata la lite al termine del quale l’ho colpito al petto. Ora ho distrutto la vita di quel ragazzo ma anche la mia».
L’omicida si è recato presso la caserma dei Carabinieri di Casoria, come spiega Il Mattino, e ha confessato di essere stato lui l’autore della fatale coltellata che ha strappato alla vita il giovane calciatore. L’uomo ha spiegato di averlo ucciso al termine di un litigio. Escluse dunque ragioni di stampo camorristico, come si era pensato in un primo momento, dati i legami di parentela della vittima con esponenti del clan Lo Russo.
“Ho rovinato la vita di quel ragazzo, ma anche la mia – ha dichiarato -. Tra noi due c’era stato un litigio appena una settimana fa, ma per banali motivi, all’esterno di un locale notturno. Sette giorni fa – ha spiegato – gli avevo consigliato di non intromettersi in una lite e ci eravamo azzuffati. Abitavamo nello stesso quartiere e siamo venuti alle mani”.
Il secondo atto del litigio si è consumato poi ieri sera: Raffale Perinelli è in sella al suo scooter quando incrocia la macchina di Alfredo Galasso. Spiega l’aggressore: “Negli ultimi giorni mi ero munito di un coltello perché avevo paura di incontrarlo e quando è nata la colluttazione ho deciso di impugnare l’arma. Così è nata la lite al termine del quale l’ho colpito al petto. Ora ho distrutto la vita di quel ragazzo ma anche la mia”.
Raffaele Perinelli, classe ’97, era un calciatore che aveva giocato nella serie D della Campania con la Turris Calcio, squadra di Torre del Greco e con il Gragnano. In campo era terzino sinistro. La sua morte ha sconvolto l’intero mondo del calcio dilettantistico. Intanto ai microfoni di Teleclubitalia ha parlato la mamma di Raffaele: “L’assassino ha aspettato una settimana. E’ stato un omicidio premeditato”.